Sanità, carenze di personale: la proposta di Magarò

Calabria Salute

“Una soluzione per porre rimedio alla piaga dei reparti ospedalieri sguarniti, con i pazienti e i dirigenti medici privi di personale sanitario e ausiliario, in presenza, invece, di divisioni super-sature o sovraffollate di dipendenti in altri presidi sanitari sottoutilizzati o in via di chiusura”. Presenta così, la sua proposta Salvatore Magarò, presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta, che ha depositato in Consiglio regionale una mozione finalizzata a impegnare la giunta ad inserire una clausola nei prossimi bandi di concorso che preveda “per i nuovi assunti nel settore sanitario l'accettazione ad essere destinati per esigenze di servizio in una qualsiasi struttura di una azienda sanitaria o ospedaliera ricadente nel medesimo territorio provinciale”.

“Ho constatato personalmente visitando gli ospedali calabresi – spiega Magarò – che in molti, troppi reparti si verificano vistose carenze di personale medico, paramedico e ausiliario, con pesanti disagi per i cittadini utenti, esposti anche a pericoli gravi per la loro salute e con situazioni mortificanti per i dirigenti sanitari”.

“E a volte capita – aggiunge l’esponente politico – che, invece, in altre strutture ospedaliere magari situate nel territorio di comuni vicini, si trovi personale in eccedenza o sottoutilizzato. Ecco – continua il consigliere regionale – la mia mozione ha l’obiettivo di porre rimedio a questo inconveniente consentendo agli amministratori delle aziende sanitarie di trasferire il personale laddove vi sia un reale fabbisogno per ridurre i tempi di attesa dei cittadini e migliorare l'erogazione dei servizi.”

“Propongo– conclude Magarò – che, nella massima trasparenza e nel pieno rispetto dei diritti di chi lavora, si preveda una nuova clausola semplice e chiara nei prossimi bandi di concorso nel settore sanitario per acquisire preliminarmente dai nuovi assunti l'accettazione ad essere destinati per esigenze di servizio in una qualsiasi struttura di una azienda sanitaria o ospedaliera ricadente nel medesimo territorio provinciale. Insomma – sottolinea il presidente della Commissione regionale contro la ndrangheta – una soluzione a costo zero, basata su patti chiari fin dall’inizio con i neo-assunti, nell’esclusivo interesse della collettività e del ben comune”.