Sanità privata, lavoratori denunciano i ritardi della Regione

Calabria Salute

Il gruppo dei lavoratori delle case protette e delle Rsa della Regione Calabria denuncia che “dal 2010 ad oggi continuano a non essere rimessi al loro posto circa 90 milioni di euro che devono essere destinati e finalizzati alle Rsa ed alle Case protette della Regione Calabria e che devono essere pagati dal Dipartimento Politiche Sociali della Regione Calabria. La Regione non versa la propria retta da ormai 17 mesi.

“In pratica - si legge in una nota dei lavoratori - i circa 90 milioni di euro che devono essere utilizzati per pagare le rette delle Strutture che, per il tramite di centinaia di dipendenti, assistono centinaia di ammalati non autosufficienti, invalidi e non assistibili a domicilio, probabilmente, sono stati spesi e continuano ad essere spesi, dall’1 gennaio 2010 ad oggi, in maniera differente da quanto sancito dalla legge e, probabilmente, vengono utilizzati per finanziare altre attività a discapito di quello per cui dovrebbero essere effettivamente utilizzati”.

Nella nota si evidenzia che “la Regione acquista dei Servizi presso le Strutture accreditate, le obbliga a garantire la continuità assistenziale a circa 4500 cittadini calabresi, ma non eroga i dovuti pagamenti alle Strutture stesse che di conseguenza non hanno più la dovuta liquidità per pagare fornitori, utenze e stipendi. Le Strutture Socio-sanitarie - continuano i lavoratori - sono ormai sull’orlo del fallimento, strozzate da crediti certi, liquidi ed esigibili per come già determinato dai Tribunali, che però non vengono pagati dal Dipartimento Politiche sociali della Regione Calabria; centinaia di lavoratori rischiano il posto di lavoro; centinaia di ammalati non autosufficienti, non assistibili a domicilio, invalidi, rischiano di restare senza ricovero. A rendere più drammatica questa situazione, ha contribuito la decisione delle Banche di ridurre l’accesso al credito alle aziende”.

Il gruppo dei lavoratori scrive ancora che “l’assessore, il Direttore generale ed il dirigente di Settore del Dipartimento Politiche Sociali della Regione Calabria, sicuramente involontariamente, stanno privando le RSA e le Case Protette di quanto a loro dovuto, determinando il fallimento di decine di aziende, il licenziamento di centinaia di lavoratori (le cui famiglie si troveranno presto senza reddito) e stanno creando le condizioni perché centinaia di ammalati non autosufficienti, invalidi e non assistibili a domicilio – con le loro famiglie – perdano il loro diritto all’assistenza (Certificato dallo Stato per il tramite delle ASP con specifiche autorizzazioni)”.

Della situazione i lavoratori sottolineano che sono state investite tutte le autorità ed i mezzi di informazione, non ottenendo, finora, alcuna risposta.