Alta velocità, Catalfamo scrive a Giovannini: “Studio di fattibilità da rivedere”

Calabria Infrastrutture
Domenica Catalfamo

Non è sostenibile la proposta sulla direttrice Salerno-Reggio. Almeno per l’assessora regionale alle Infrastrutture Domenica Catalfamo che ha scritto una lettera al ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini per chiedere “un incontro urgente” e “rivedere la logica del progetto di Rfi, ribadendo che la logica deve essere una sola: quella di ridurre il tempo complessivo del tragitto Roma-Reggio – riduzione di cui, ovviamente, beneficerà tutto il territorio regionale – ma non può limitarsi a conseguire l’obiettivo di ridurre il tempo di percorrenza solo fino a Cosenza. Ci auguriamo che il Governo presti attenzione a questa richiesta e che non si continui con la politica delle scelte imposte dell’alto; scelte che creano ulteriori inutili contrapposizioni tra le diverse aree della Regione, nonché ulteriori disagi e penalizzazioni per questa parte di territorio italiano sempre trascurata dai governi centrali che si sono succeduti negli ultimi decenni”.

La Regione Calabria ha ricevuto lo studio di fattibilità tecnico economico, prima fase, redatto da Rfi per l’alta velocità ferroviaria sulla direttrice Salerno-Reggio Calabria. Studio che non è sostenibile per diverse motivazioni. “Si tratta – spiega una nota– di un’opera di importanza vitale. Lo scenario prioritario proposto da Rfi prevede la realizzazione di una nuova linea Av/Ac da Battipaglia a Tarsia, passando da Praia a Mare, con la concomitante realizzazione del raddoppio della galleria Santomarco tra Cosenza e Paola. Questa ipotesi non consentirebbe il perseguimento del principale obiettivo del progetto, ossia quello di colmare un gap strutturale atavico tra la Calabria e il resto dell’Italia”.

Per l’assessora Catalfamo, tuttavia “la proposta di Rfi è quella di realizzare prioritariamente solo una parte dell’opera – di fatto fino a Tarsia, dove si realizzerebbe l’interconnessione con la linea Paola-Sibari – e di rinviare a una fase successiva il completamento del nuovo tracciato a sud di Cosenza. Ciò che si dovrebbe realizzare, instradando i treni sull’attuale dorsale tirrenica, con tutte le limitazioni e i vincoli esistenti, si dimostra una scelta miope e mortificante per tutta la Calabria”.

“L’Alta Velocità, così strutturata – prosegue Catalfamo –, taglierebbe fuori da un collegamento rapido con Roma e con il resto del Paese alcune delle principali aree urbane della nostra regione, quali Reggio Calabria, la Piana di Gioia Tauro e la conurbazione Lamezia-Catanzaro, senza considerare l’ulteriore marginalità a cui sarebbero destinati i bacini della Locride e del Crotonese. A tutto ciò bisogna aggiungere i limitatissimi vantaggi per gli utenti diretti in Sicilia, anche a valle di una non immediata realizzazione dell’attraversamento stabile dello Stretto”.

“La proposta di Rfi andrebbe a divaricare ulteriormente il divario nel paese. Non è sostenibile che ancora oggi, nel 2021, si possa andare in treno da Roma a Milano Centrale in 3 ore e 10 minuti, mentre per percorrere più o meno la stessa distanza tra Roma e Reggio occorrano 5 ore e 50 minuti. Non si può proporre ai cittadini calabresi e siciliani di aspettare almeno altri 10 anni, con l’obiettivo di perseguire una riduzione dei tempi di 40 minuti; obiettivo perseguibile, peraltro, solo con un servizio non stop, ovvero senza fermate tra Roma e Reggio, insostenibile dal punto di vista della domanda”.

Per Catalfamo è “fondamentale che l’opera venga finanziata e avviata nel più breve tempo possibile, invertendo una linea di tendenza purtroppo costante negli ultimi 30 anni. Un progetto che, viste le ingentissime risorse da mettere in campo, deve essere sviluppato nella sua interezza e deve tenere in considerazione gli importanti investimenti che la Regione Calabria ha attualmente in corso, come il nuovo collegamento ferroviario tra la stazione e l’aeroporto di Lamezia Terme. A Lamezia, infatti, la Regione, con fondi propri, sta progettando, d’intesa con Trenitalia, Rfi e Sacal, un collegamento ferroviario diretto tra la stazione e l’aeroporto che troverebbe il naturale completamento con la realizzazione di una nuova stazione alta velocità sotto l’aeroporto, utilizzando il nuovo collegamento in progettazione per realizzare un nodo intermodale di primo livello nell’area centrale della Regione. Continuare a insistere su un sistema a due velocità significa insistere su scelte che hanno già dimostrato di essere fallimentare soprattutto per la Calabria e la Sicilia, ma anche per l’intero sistema paese”.