Locri, grande partecipazione all’evento “Nei luoghi perduti della follia”

Reggio Calabria Salute

Grande partecipazione all’evento dal titolo “Nei luoghi perduti della follia” che si è tenuto a Locri nella sede del “Lons Club” che, insieme alla locale Amministrazione Comunale ed all’associazione “Fronesis”, ha patrocinato l’evento.

È stato un vero e proprio viaggio all’interno della follia, che non dipende soltanto dai contenuti della follia stessa, ma anche dall’atteggiamento che ognuno di noi assume nei confronti di questa, al di là delle cause possibili, come esperienza di sofferenza, di dolore e angoscia.

Una manifestazione partecipata ed intensa, che si è sviluppata sotto la guida di Giacomo Romeo, dirigente del Centro di Salute Mentale presso la Casa della Salute di Scilla e direttore della casa di cura “Casavola”, nonché presidente del “Lions Club” di Villa San Giovanni “Fata Morgana”.

Dopo i saluti iniziali di Pietro Multari, Presidente “Lions Club” di Locri;. Giovanni Calabrese, Sindaco di Locri; e di Giuseppe B. Fimognari, Coordinatore dell’Area Cultura del “Lions Club” Locri, è stato Michele Zoccali, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Reggio Calabria, ad introdurre la conversazione con i presenti.

Un percorso che ha consentito di vedere la malattia mentale da un'altra angolazione: più culturale che medica, filosofica. Grazie al contributo della Prof.ssa Chiara Ortuso, docente di filosofia, che ha trattato il tema della follia in relazione al vivere “oltre le mura”. In una sorta di battaglia per abbattere le diversità e i pregiudizi.

Dentro un mondo in cui tutti, diversi e uguali, esistono. Dove comportamenti e azioni sono un mezzo per parlare di se stessi e lasciare una traccia di quello che siamo e facciamo, spesso anche uno strumento per condividere emozioni e dare spessore all'anima, lasciarla fluire.

Una discussione nata per comprendere, come sottolineato dal dott. Romeo, la Malattia Mentale come reale e diversa modalità di essere nel mondo, attraverso lo studio di esperienze interiori e di vissuti psicopatologici degli individui, senza sradicarli dal tessuto esistenziale in cui si è prodotta questa nuova dimensione di vita.