Oliverio scrive al premier: “Via della Seta, sconcerto per esclusione del porto di Gioia Tauro"

Reggio Calabria Infrastrutture

Il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, appena rientrato nelle sue funzioni dopo una vicenda giudiziari che lo ha visto protagonista (LEGGI), ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per esprimere il suo “sconcerto per esclusione del porto di Gioia Tauro da via della Seta.”

E’ incomprensibile come da una parte si annunci di svolgere in Calabria, da Lei definita ‘una terra abbandonata a se stessa’, una seduta del Consiglio dei Ministri (LEGGI) e nelle stesse ore si assumano scelte strategiche importanti e determinanti che tagliano fuori il porto di Gioia Tauro, ovvero il più grande porto hub del Paese, tra i più importanti dell’Europa e del mondo per le merci”, ha aperto così la missiva Oliverio.

“Il resoconto degli accordi da Lei sottoscritti in questi giorni con il Presidente della Repubblica Cinese, nell’ambito della cosiddetta Via della Seta – aggiunge il presidente della Regione – mi induce ad esprimere disappunto e sconcerto: l’infrastruttura portuale italiana piu’ importante del Mediterraneo, Gioia Tauro e l’insieme del sistema portuale del Mezzogiorno sono stati tagliati fuori dagli accordi con gravi implicazioni per le prospettive ed il futuro della Calabria, del Sud e dell’intero Paese."

"L’incomprensibile scelta del Governo da Lei presieduto – sostiene ancora il Governatore della Calabria nella lettra al presidente Conte – e’ aggravata dal mancato coinvolgimento delle Autorita’ di Sistema Portuale del Sud e dalla sostanziale assenza e coinvolgimento dell’imprenditoria meridionale. Purtroppo sono costretto a constatare che il sistema delle imprese pubbliche continua ed anzi si rafforza nella linea strategica di non investire in Calabria, regione con assenza totale di programmi da parte delle aziende di Stato. I ritardi storici del Paese, purtroppo, sono destinati ad essere aggravati dalle scelte politiche nazionali di questi giorni”.

“Nei giorni scorsi – afferma inoltre Oliverio – ho appreso, con interesse, la Sua intenzione a svolgere una riunione del Consiglio dei Ministri in un Calabria. Non nego che avevo anche apprezzato l’ipotesi, pubblicata dalla stampa, di svolgere la stessa a Gioia Tauro. Solo per la problematica di Gioia Tauro abbiamo avuto modo di scrivere piu’ volte (ultima il 19 febbraio scorso) a Lei ed al Ministro Toninelli con richieste in merito a interventi puntuali come quelli per la gestione delle banchine, per la ricostituzione dell’integrita’ dell’Autorita’ Portuale, per gli investimenti Pon reti nel porto, per rendere operativa la Zes".

Il governatore della Calabria ricorda poi al premier "che siamo nella fase finale della programmazione 2014-2020 e nemmeno un solo euro dei circa 150 milioni destinati dall’Europa a Gioia Tauro, la cui gestione e’ nella competenza del Governo nazionale, e’ stato sinora utilizzato e/o convenzionato. Il Governo, non solo non ha messo risorse in campo, ma non spende nemmeno quelle che l’Europa ha messo a disposizione per investimenti in Calabria."

Per il preisdente della Regione è, poi, importante sottolineare "come a fronte di Sistemi portuali sempre piu’ forti che si costituiscono a livello mondiale (si ricordi l’accordo Svezia-Danimarca che ha portato ad un unico Sistema da Malmoe a Copenaghen), l’attuale Governo ha reintrodotto i ‘sistemi spezzatino’, togliendo Reggio Calabria e Villa San Giovanni dal Sistema portuale della Calabria, senza peraltro, consultare la Regione, come previsto dalla Legge, costringendoci, contro la nostra volonta’, a ricorrere alla Corte Costituzionale. Si delinea, passo dopo passo una tendenza complessiva a bloccare i processi di crescita, avviati in questi ultimi anni e rigettare indietro il Sud e la Calabria: niente prospettive nella Via della Seta, blocco delle risorse per investimenti, disarticolazione del sistema portuale, etc”.

“Mi auguro che questa annunciata riunione del Consiglio dei Ministri in Calabria – conclude Oliverio nella lettera a Conte – non si risolva in un’ennesima trovata populista, un’ennesima beffa a danno della Calabria. Me lo auguro sinceramente. Sarebbe irriguardoso nei confronti dei calabresi che attendono di vedere riconosciuti i propri diritti alla stregua degli altri cittadini del Paese”.