Ciclo del Sistema bibliotecario, appuntamento con i riti della Calabria

Vibo Valentia Tempo Libero
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Si concluderà venerdì 26 gennaio con la presentazione del volume di Tonino Ceravolo dal titolo Gli Spirdàti – Possessione e purificazione nel culto di San Bruno di Colonia (XVI-XX secolo)” il ciclo di incontri “Tre libri, tre appuntamenti. Incontro con i libri Rubbettino” ideato dal Sistema Bibliotecario Vibonese in collaborazione con Rubbettino, una tra le più autorevoli e note case editrici calabresi.

La fortunata manifestazione ha visto confrontarsi, al cospetto di un pubblico quantomai partecipe, numeroso e variegato, scrittori del calibro di Marco Iuffrida e del collettivo di scrittura calabrese Lou Palanca con influenti studiosi, che hanno saputo trarre i giusti spunti da romanzi molto diversi tra loro per discutere di letteratura, di storia, ma soprattutto della tanto agognata calabresità, quella che lascia il segno in ogni aspetto della cultura della nostra Terra, dal folklore alla cronaca nera, dalla filologia all'antropologia.

Il libro, arricchito dalla prefazione di Giovanni Pizza (Professore associato di discipline demoetnoantropologiche all’Università di Perugia) e da alcune foto scattate tra il 1983 e il 2001 da Salvatore Piermarini e Vito Teti, racconta la Calabria, i suoi riti e le sue credenze. Il lavoro, venuto alla luce per la prima volta nel 1991, riprende un’ interessante sguardo sulla storia della cultura popolare italiana ed europea, circa l’affascinante rapporto tra il rito di guarigione degli spirdàti e le credenze nel ritorno dei morti.

In un giorno imprecisato del 1522 un certo Garetto Scopacasa, con la moglie Isabella, conduce la sua unica figlia alla porta della Certosa di S. Stefano del Bosco per farla liberare, a contatto con le reliquie dei santi conservate nel monastero, dalla presenza di uno “spirito immondo” che l’aveva invasa. Il prodigio, tuttavia, non si verifica e il vicario certosino dell’epoca suggerisce di accompagnare la ragazza alla grotta di San Bruno, lontana un miglio dalla Certosa.

Qui, mirable dictu, il miracolo avviene: il piccolo gruppo, pregando, compie tre giri intorno alla cappella, l’indemoniata inghiotte un po’ di polvere della grotta e lo spirito immondo, dopo aver attraversato il suo corpo e provocato una piaga sanguinante a un dito, viene espulso. Cominciava, in questo modo, una vicenda plurisecolare che avrebbe condotto al riconoscimento di San Bruno come taumaturgo della possessione diabolica, facendo accorrere, sulla scena del rito, agiografi, folkloristi ed etnologi. Dialogheranno con l'autore su riti, esoterismo, religione e agiografia Vito Teti, Antonio Cavallaro, Eleonora Cannatelli e Nella Morano.