Lettori in calo in tutta Italia, e in Calabria legge solo il 25% della popolazione

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La Calabria è il fanalino di coda delle regioni italiani per numero di letture. Lo rileva l’Istat nel rapporto sullo stato dell’editoria e della lettura nel nostro paese. Così in Italia i lettori sono in calo. Nel 2016 continua la flessione del numero di lettori10 di libri, confermando la tendenza negativa avviata nel 2010. A partire dall’anno 2000, quando la quota di lettori era stimata al 38,6%, l’andamento è stato crescente fino a toccare il massimo nel 2010 con il 46,8%; poi vi è stata una diminuzione continua fino a tornare, nel 2016, al livello del 2001 con il 40,5%. La flessione ha interessato in modo particolare i più giovani. La quota di lettori tra i 15 e i 17 anni è diminuita dal 53,9% del 2015 al 47,1% del 2016. Anche tra i 20 e i 24 anni si passa dal 48,9% di lettori al 44,7%.

Il divario tra uomini e donne nella propensione alla lettura si manifesta fin dal 1988, anno in cui si dichiaravano lettori il 39,3% delle donne rispetto al 33,7% degli uomini. Nel 1998 la distanza aumenta: legge il 46,4% delle donne e il 36,7% degli uomini; infine nel 2016 la percentuale di lettrici sale al 47,1% e quella dei lettori scende al 33,5%. In assoluto, il pubblico più affezionato alla lettura è rappresentato dalle ragazze tra gli 11 e i 19 anni (il 58,7% ha letto almeno un libro). La quota di lettrici scende al di sotto del 50% dopo i 60 anni, per i maschi è sempre inferiore a tale valore in tutte le classi di età.

E se nella provincia autonoma di Trento, nel Friuli-Venezia Giulia, nella provincia autonoma di Bolzano e in Valle d'Aosta si legge di più, in fondo alla classifica Puglia, Campania, Sicilia e Calabria con il 25,1% di lettori. Nel Sud, la quota di lettori scende al 27,5%, mentre nelle Isole si osserva una realtà molto differenziata tra Sicilia e Sardegna (25,8% di lettori rispetto a 45,7%).Qui di seguito i dati regione per regione:istatQuelle in cui mediamente si dichiara di leggere di più sono la provincia autonoma di Trento, il Friuli-Venezia Giulia, la provincia autonoma di Bolzano, la Valle d’Aosta. Quelle in cui invece gli intervistati dichiarano di leggere meno, sono la Puglia, la Campania, la Sicilia e la Calabria, all’ultimo posto.Come si legge sempre sul sito di Istat, la tipologia comunale è un ulteriore elemento discriminante: la lettura risulta molto più diffusa nei comuni centro dell’area metropolitana, dove si dichiara lettore poco meno della metà degli abitanti (48,6%); la quota scende al 35,6% nei comuni con meno di 2 mila abitanti.

Al di là del contesto territoriale di appartenenza, la lettura si conferma un comportamento fortemente condizionato dall’ambiente familiare e “la propensione alla lettura dei bambini e dei ragazzi è certamente favorita dalla presenza di genitori che hanno l’abitudine di leggere libri”. Ad esempio, tra i ragazzi di 11-14 anni, legge il 72,3% di chi ha madre e padre lettori e solo il 33,1% di coloro che hanno entrambi i genitori non lettori.