Diamante, la denuncia del Tdm: moltiplicati i tempi d’arrivo delle ambulanze

Cosenza Salute

Il venir meno della postazione di Diamante manda nuovamente in affanno il sistema del 118 sull’alto Tirreno Cosentino e i tempi di arrivo delle ambulanze si allungano nuovamente, "in modo pericoloso per la salute dei cittadini": la denuncia arrivaa dal Tribunale del Malato dell’alto Tirreno Cosentino che punta l’indica su una situazione che, a suo dire, “sembrerebbe peggiorare giorno dopo giorno anziché lasciare intravedere spiragli di miglioramento nel servizio”.

Lo stesso il Tdm, numerose volte, ha accennato a “qualcosa di poco chiaro nella gestione del 118”, ponendo diverse domande e tirando in causa il direttore generale Mauro e il direttore della centrale operativa del 118, Borselli, “che – per il Tribunale del Malato - sono rimasti sempre in rigoroso silenzio".

“Considerando l’organizzazione del 118 di altre città italiane - sostiene Domenico Oliva, referente del Tdm - colpisce la buona organizzazione che ne contraddistingue le attività mettendo, però, in evidenza non solo le carenze del 118 di Cosenza ma anche il suo immobilismo che lascia la sua organizzazione sul territorio pressoché invariata da anni”.

"La centrale operativa di Cosenza – prosegue - una delle prime ad essere istituita in Italia, resta ormai in affanno per organizzazione con due pesanti conseguenze: la prima è quella dei frequenti lunghi tempi di attesa per l’arrivo delle ambulanze e quindi a sfavore della collettività e contro ogni previsione normativa; la seconda è quella di un elevato costo, per la regione Calabria, conseguente a tale livello del servizio. In altre realtà il 118 ha una organizzazione più capillare grazie alla presenza di automediche i cui equipaggi intervenendo prima dell’ambulanza, spesso, riescono a trattare il paziente a domicilio evitandone il ricovero in ospedale; tale sistema ha abbattuto notevolmente il numero delle ospedalizzazioni con un ingente risparmio per la sanità regionale”.

“Si aggiunga che tale organizzazione – continua il referente Tdm - ha, soprattutto, reso possibile una maggiore copertura del territorio abbattendo i tempi di arrivo dei soccorsi, garantendo un numero inferiore di decessi e di complicanze grazie ad interventi tempestivi. Presso la direzione generale ASP di Cosenza e presso la stessa centrale operativa sembra, purtroppo, non ci sia né una volontà di migliorare il servizio né una capacità poiché la prevalenza viene data a personalismi, campanilismi e a quei meccanismi che vanno a tutto svantaggio del cittadino ma anche dei bilanci dell’azienda sanitaria. Lasciando in uno stato indefinibile il servizio restano ignorate le varie proposte avanzate alla direzione ASP, che avrebbero portato il nostro 118 provinciale agli stessi livelli di quello dell’Emilia Romagna o della Lombardia; tutti ignorano proposte e progetti, di semplice oltre che rapida ed immediata attuazione, ma lasciano che l’immobilismo abbia l’effetto di un regresso inaccettabile se si considera quanto si spende oggi”.

Incalza Oliva: “Un direttore generale che, per quanto si apprende dai quotidiani, non potrebbe ricoprire tale incarico; un direttore della centrale operativa 118 che sembra non avere alcuna considerazione di clausole e contratti e che ricopre il suo posto non per concorso; un servizio 118 che si avvale della collaborazione del terzo settore lasciato sempre in una condizione di precarietà con risorse ridotte al minimo al contrario di quelle regioni che hanno investito sulle associazioni facendole uscire da uno stato di perenne precarietà e diventare la struttura portante del settore dell’emergenza-urgenza; questo è lo stato delle cose, mentre l’alto Tirreno cosentino regredisce di diversi anni ritornando ad una situazione in cui per l’arrivo di una ambulanza bisogna attendere anche un’ora con grande rischio per l’incolumità e la salute del cittadino”.

“D’altra parte – continua il rappresentate del Tribunale del Malato - sottovalutare ed ignorare un risparmio annuo di 14 milioni di euro, per il solo 118, è un atteggiamento che denota davvero quale scarsa attenzione abbia chi percepisce intorno a 100 mila euro all’anno o chi ne percepisce addirittura il doppio. Siamo in Calabria e la triste realtà è questa, una realtà in cui si spera che le denunce sortiscano l’effetto di un minimo di tutela, una realtà che non accenna ad alcun cambiamento in meglio mentre a noi cittadini non resta altro che prendere atto di come funzioni bene il 118 in altre realtà”.