Elogio del provincialismo. Le porte chiuse all’icona del rock e quelle aperte alla promessa del folk

18 aprile 2022, 17:25 Sr l'impertinente
Steven Tyler

C’è una nuova tendenza filosofia che potremmo chiamare “l’elogio del provincialismo” e che a Crotone pare esser presa fin troppo alla lettera. Di recente, ed infatti, sono saliti agli onori delle cronache due episodi di natura diametralmente opposta che mostrerebbero plasticamente questa tendenza dai risvolti anche antropologici.


di Sr* L’Impertinente

Esempi eclatanti di ciò di cui parliamo si sono avuti in ambito musicale e con due protagonisti che non potrebbero essere più distanti tra loro, tanto che per qualcuno opererebbero in ambiti diversi e per altri (più cattivelli) non praticherebbero nemmeno la stessa arte.

Andiamo per ordine. Nei giorni scorsi, dunque, si è svolto un evento molto “pompato a livello mediatico, vale a dire, la presentazione dell’ultimo brano di Cecè Barretta, dal titolo “U vinu di Cirò”, con annesso videoclip (QUI).

Per l’occasione c’è stata una tale mobilitazione istituzionale da registrare la presenza non di uno ma di ben quattro sindaci del territorio e finanche di un presidente della Provincia, quella di Crotone ovviamente.

Una presenza non casuale visto che lo stesso Barretta è stato investito, con la sua musica, della carica di “ambasciatore del territorio”, assegnandogli cioè un ruolo di promozione del Crotonese.

Durante l’evento è stato sottolineato infatti come il suo ultimo lavoro sia “una canzone allegra, moderna e ritmata” e che riesca “a raccontare attraverso il territorio cirotano con la sua bellezza, il suo mare cristallino, i suoi profumi, il suo cibo e la sua gente, tutta la Calabria”.

Per poi puntualizzare meglio come “la capacità di questo grande artista diventato famoso e conosciuto non solo in Calabria ma anche in tutto il mondo” sia quello di “riuscire a trasformare in canto tutto ciò che vede”, dunque “un vero Ambasciatore della nostra terra”.

Innanzitutto precisiamo subito la nostra più ampia stima e apprezzamento per un genuino e onesto folk singer che riempie piazze e sale da matrimoni, tra l’altro senza nemmeno dover esaltare nelle sue canzoni gesta di boss della ‘ndrangheta così come di questi tempi fanno invece altri suoi colleghi.

Riteniamo tra l’altro che il folk sia certamente un genere molto più ben accetto in una città come Crotone dove fino a poco tempo fa si è accolto turisti con musiche di pacchiane o di zampogne (a Pasqua!).

Comunque, al di là dei gusti personali o del genere musicale un po’ retrò o dell’artista contro cui nulla quaestio, anche perché capace di ritagliarsi uno spazio importante in questo settore, l’episodio ha fatto da contraltare ad un altro.

A soli pochi chilometri di distanza da Cirò, ovvero a Cotronei, c’è infatti un altro artista suo malgrado divenuto “protagonista”: un certo Steven Tyler, una icona vivente del rock, star a livello planetario.

Tyler, all’anagrafe Steven Victor Tallarico (Yonkers, 26 marzo 1948) è un cantautore, chitarrista, polistrumentista e attore statunitense.

Storico frontman della band hard rock degli Aerosmith, è stato classificato 99º nella classifica stilata da Rolling Stone sui “100 migliori cantanti di tutti i tempi”.

È stato poi riconosciuto come l’icona musicale più imponente di tutti i tempi e classificato terzo nella classifica di hit parade dei “100 migliori vocalist metal di tutti i tempi”.

Date le origini del nonno Tallarico, nato a Cotronei (QUI) e poi trasferitosi negli States in cerca di fortuna, Steven ha dato il suo assenso alla realizzazione di un museo del Rock con i suoi cimeli (QUI).

Le istanze del cantante ed il progetto sono portati avanti da un’associazione che porta il suo nome e che è riuscita finanche ad ottenere un apposito finanziamento regionale (QUI).

Un progetto che però rischia ora di saltare per dei banali contrasti sulla scelta della sede in cui debba sorgere il museo: l’artista lo vorrebbe difatti nella casa del nonno, l’amministrazione comunale si è detta invece costretta a fare scelte diverse.

Dunque, ed estremizzando, il paradosso che emerge è che qui a Crotone le porte si spalanchino per un giovane e seppur promettente cantante locale (investito finanche di ruolo d’ambasciatore) ma che i portoni si chiudano per una icona mondiale della musica.

Chiamatelo, se volete, provincialismo!

*Simbolo dello Stronzio