Lo spezzatino del centrodestra crotonese: così vicini eppure tutti così lontani

18 febbraio 2022, 16:50 Sr l'impertinente
Leo Pedace e Sergio Torromino

Come ampiamente anticipato dallo Stronzio che scrive, nel centrodestra crotonese volano gli stracci, in particolare tra Forza Italia ed i consiglieri comunali che agiscono in modo autonomo. Prova ne sia l’ultimo documento firmato da undici consiglieri di centrodestra, vale a dire Giuseppe Fiorino, Fabio Manica, Andrea Tesoriere, Fabiola Marrelli, Antonio Manica, Enrico Pedace, Mario Megna, Carmen Giancotti, Alessia Lerose, Vincenzo Familiari e Salvatore Riga.


di Sr* L’impertinente

Dopo aver criticato l’operato della giunta Voce, i sottoscrittori dell’atto hanno annunciato che agiranno “da opposizione responsabile e matura” e che lo farannoper il bene della città e dell’intera comunità”.

Leggendo i nomi sul documento balza subito agli occhi che due dei tre cosiddetti “dissidenti” non sono rientrati nella maggioranza, vale a dire Riga e Familiari; all’appello manca poi Anna Cantafora che, però, ha rifiutato l’ingresso in giunta.

A dire il vero mancano anche firme di peso, come quella di Marisa Luana Cavallo, ex Lega, e di Fabrizio Meo, dato per vicino a Fratelli d’Italia e comunque nell’alveo del centrodestra.

Quanto proprio a Cavallo, stando ai soliti ed incorreggibili malpensanti, la sua “assenza” in calce potrebbe confermare il “flirt politico” che da tempo la consigliera ed il suo mentore, Giancarlo Cerrelli, si mormora abbiano intrapreso col sindaco Vincenzo Voce.

I consiglieri firmatari, poi, hanno anche lanciato un appello ai partiti di riferimento, ricordando che c'è da lavorare molto e non in una logica personalistica finalizzata solo a favorire eventuali disegni del singolo e/o di coloro i quali si ritengono leader di gruppi inesistenti.

E rimarcando di avvertire la necessità “di costruire insieme un percorso di sviluppo nel quale il potere politico sia a servizio alla comunità, superando l’inadeguatezza e l’incapacità fino ad ora dimostrata”.

In sintesi, l’intenzione sarebbe quella di superare un sistema che, in particolar modo a livello locale, ha dimostrato, negli ultimi anni, di non essere credibile ed all’altezza dei propri compiti”.

Il loro programma futuro è dunque presto detto: a Crotone la volontà sarebbe “di costruire ed essere l’alternativa al vecchio modo di fare politica e di amministrare, trovando tra di noi ed insieme a chi deciderà di condividere questo percorso”.

Messaggi fin troppo chiari certamente giunti a destinazione, tanto da suscitare subito le reazioni dei leader di partito, con in testa il coordinatore provinciale e parlamentare di Forza Italia, Sergio Torromino, espressosi con toni altrettanto netti (QUI).

Ad avviso del deputato azzurro a Crotone esisterebbero “forze terze che approfittando della buona fede di molti consiglieri sottopongono alla firma di costoro comunicati stampa dai toni e dalle prospettive auliche ma che realmente si tramutano in una spicciola richiesta futura di postazioni personali”.

Sempre secondo Torromino il risultato sarebbe quindi quello di “criticare chi sta cercando di far emergere un ruolo Politico e della Politica a scapito dei singoli principati o monarchie”.

“Sono io per primo convinto che si debba riproporre lo schema che ci ha portato alla guida della Regione Calabria”, ha sbottato il deputato, non risparmiando una frecciatina al cosiddetto asse Crotone-Vibo rappresentato da una parte del centrodestra (senza fare nomi: leggasi i Pedace’s boys).

Per il coordinatore di Forza Italia, infatti, sarebbe “fondamentale… recuperare la nostra dignità territoriale”, e l’auspicio è quello di una “maturità politica” di tutto il centrodestra che consenta di dimostrare ai cittadini ed elettori” che si sappia raggiungere obiettivi, “e gli obiettivi - ha chiosato Torromino - passano dall’ avere gente del territorio quali rappresentanti nelle istituzioni”.

Nel centrodestra, insomma, si continua a litigare forse ancor più che nel Partito Democratico: il che è tutto dire! La differenza sostanziale, però, è che mentre nel Pd ci si può trincerare dietro l’alibi delle numerose sconfitte, nel centrodestra i “bisticci” arrivano dopo una buona serie di successi.

Scomodando e parafrasando il buon vecchio Giulio Andreotti, si potrebbe sostenere in sintesi che il potere logori sia chi ce l’abbia che chi lo cerchi.

*Simbolo dello Stronzio