Tra il Ponte e un Museo Mediterraneo scocca la sfida tra il sindaco di Reggio e il Governatore su progetti e ritardi del Pnrr in Calabria

13 novembre 2021, 16:20 100inWeb | di Vito Barresi

Raccontano le cronache di Palazzo che alla richiesta di conoscere lo stato dell’arte sul Pnrr in Calabria il nuovo Presidente sia rimasto in tutta prima abbastanza sconcertato dal totale immobilismo in materia da parte della macchina regionale. Come sempre le scontate sovrapposizioni dirigenziali, lo scoordinamento fino allo scollamento tra dipartimenti e uffici, in una babelica confusione di ruoli, in mancanza di una visione integrata e unitaria, tutto condito con dall’ottimismo ebete del “poi vediamo”, il solito tango della gelosia senza neanche l’aggiunta del banale e tristanzuolo chi fa da sé fa per tre.


di Vito Barresi

E mentre Occhiuto constatava “a verbale” i ritardi e le anomalie in cui verserebbe il “dossier” Pnrr Calabria, da Parma, Falcomatà, sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, lanciava in contropiede la sua sfida al Governatore sui ritardi, le sottovalutazioni e le inerzie che potrebbero impedire il normale parto di nuvole leggere di NextGenerationUe in questa regione del Sud dove il cielo è sempre più blu ma solo per dogma musical-popolare.

Nella capitale del Parmigiano Reggiano il metropolita sindaco Falcomatà esternando davanti al Presidente della Repubblica in pectore Mario Draghi, elencando il suo cahier de doléance al profumo di Bergamotto, rimarcava le difficoltà insorgenti su un Pnrr che dalla carta deve passare ai fatti, dalla teoria tradotto in pratica, opinioni poi simpateticamente rimbalzate su “il Foglio”, in cui si fa riferimento alla realizzazione del Museo del Mediterraneo, un mega progetto inserito dal Governo tra i 14 interventi strategici, poiché classificato “grande attrattore culturale”.

Ideato ed elaborato già dal 2006 dall’archistar irachena Zaha Hadid, metaforicamente una risposta alla progettazione del Ponte sullo Stretto da parte del collega israeliano Daniel Libeskind, per concretizzare il progetto non mancherebbero gli investimenti e i fondi, pari a oltre cinquanta milioni di euro, quanto invece le impalcature procedurali necessarie per avviare il cantiere, vale a dire il lavoro burocratico che solo una adeguata task force di ingegneri, architetti, geometri, ragionieri, project manager e applicati di segreteria potrebbero assicurare per calcolare e redigere “un computo metrico aggiuntivo tenendo conto dei prezzi dei materiali che nel tempo sono mutati”.

A sua volta Occhiuto, che nel frattempo ha nominato vicepresidente della sua giunta una reggina in forte ascesa politica, che dicono in quota Mara Carfagna, la signora Giusy Princi di Forza Italia - alla quale ha dato in dote le deleghe su Istruzione, Università, Ricerca, Lavoro e Formazione professionale; Bilancio e, last not but least, guarda caso proprio le ‘Azioni di sviluppo per la Città Metropolitana di Reggio Calabria’, destinatario in questa sua prima settimana d’esordio delle sollecitazioni, dei richiami propulsivi e delle esortazioni che arrivano direttamente da Roma, dove la corsa di fine d’anno sul Recovery da parte di Draghi si è fatta cadenzata, pressante se non spasmodica - pare abbia rapidamente consolidato, oltre la sensazione, la convinzione che con questa truppa di “mezzemaniche” che vagano sulle varie rampe di Germaneto, la battaglia sul Pnrr in Calabria non solo sarebbe già persa in partenza ma rischierebbe di tramutarsi, nell’arco del prossimo semestre, in una vera Waterloo per le ambizioni “napoleoniche” che nutrirebbe lo stesso Governatore.

Tanto che mentre “visitava” i vari fascicoli e dava una scorsa alle 120 schede progettuali che lo notiziavano in merito allo sviluppo dell’impegno sui nuovi fondi, praticamente fermo dal 15 ottobre 2020, e poi molto ma molto sommariamente sul cronoprogramma nelle varie Missioni di NextGeneration in Calabria, pare che sia stato preso letteralmente da una fitta di sconforto, ancor di più acuta rispetto a quella che sul Recovery Fund gli veniva lanciata da Parma dal sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Tanto che invece di mettersi le mani nei capelli le ha immediatamente posate sulla tastiera del suo personal computer per scrivere una lettera nient’affatto “core a core” quanto abbastanza “agrodolce” per ricordare a tutti i dirigenti generali della Regione Calabria che bisogna cambiare marcia e linea di condotta se si vuole portare il pane a casa, cioè raggiungere gli obiettivi comuni per conseguire i giusti meriti nella propria pesatura e valutazione futura.