La Chiesa tra comunione, partecipazione e missione: non c’è sinodalità senza sporcarsi le mani

18 ottobre 2021, 07:58 Opinioni&Contributi

Dopo aver approvato un nuovo itinerario sinodale sul tema: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”, Papa Francesco ha inaugurato il 10 ottobre 2021 l’apertura del Sinodo e, con le medesime modalità, sotto la presidenza dei rispettivi vescovi, domenica 17 ottobre, si è aperto nelle diocesi.


di Sasà Barresi*

Anche nell’Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina, il Vescovo Angelo Panzetta ha aperto il Sinodo avviando la fase diocesana (ottobre 2021-aprile 2022) con l’obiettivo della consultazione del Popolo di Dio affinché il processo sinodale si realizzi nell’ascolto della totalità dei battezzati, soggetto del sensus fidei infallibile in credendo.

La partecipazione del Clero diocesano all’apertura del Sinodo è stata la quasi totalità, una presenza che non si vedeva da tempo a causa della pandemia, presenza viva della chiesa crotonese.

Mons. Panzetta, nella sua omelia, è andato subito al sodo, senza giri di parole, partendo da un inciso che il sinodo, per la comunità cristiana, è un camminare insieme, dove tutti i credenti, in forza del loro battesimo, saranno chiamati ad impegnarsi nel percorso sinodale su tre aspetti, considerati vitali per il rinnovamento della chiesa crotonese, il “discernimento”, “l’ascolto” e la “progettualità”.

Il giovane Vescovo ha buttato le basi per avviare questo processo sinodale complesso quale grande opportunità per farci ricordare chi siamo, guardandoci allo specchio, rendendoci conto di come sia importante guardare alla storia e al futuro gettandoci dentro con le mani e i piedi, sporcandoci le mani ed essere protagonisti e non spettatori.

Seppur giovane, ma esperto e maturo, Mons. Panzetta ha puntualizzato che il percorso sinodale è un evento che coinvolge la chiesa tutta ma anche la società e soprattutto i lontani, il mondo dei non credenti che, attraverso l’ascolto nella reciprocità saranno partecipi del cambiamento e del ricominciare insieme.

Il Sinodo è un evento, già segnato dal primo Sinodo Diocesano degli anni 1984 fino al 1989, dell’allora arcivescovo Mons. Giuseppe Agostino, che tracciò una fase storica della chiesa crotonese con tanti frutti, vocazioni e ordinazioni episcopali; ci fu un cambiamento radicale con una svolta epocale.


Il Sinodo è un “processo complesso”,

“non è un Parlamento”


Il vescovo Panzetta, ha ribadito che la consultazione nella diocesi si svolgerà attraverso gli organi di partecipazione previsti dal diritto, senza escludere le altre modalità che si giudichino opportune perché la consultazione stessa sia reale ed efficace e non venga detto “che tanto non cambierà nulla”, perché non “sarà così” se ci sarà la volontà di sentirsi partecipi alla costruzione e al rinnovamento con l’umiltà - che ci fa fare i conti con noi stessi - avendo, come atteggiamento il “piacere di innovare” e la “pazienza” nel vedere, giudicare e agire, senza ansie da prestazione.

Panzetta ha concluso la sua omelia evidenziando che il Sinodo è un “processo complesso”, “non è un Parlamento”, dove “per raggiungere un consenso o un accordo comune si ricorre al negoziato, al patteggiamento o ai compromessi”: è una “esperienza ecclesiale”, uno “spazio protetto” dove la Chiesa “sperimenta l’azione dello Spirito Santo” e risponde ad un Dio che “sorprende sempre”, che è “sempre più grande delle nostre logiche e dei nostri calcoli”.

È chiaro per tutti, come dice Papa Francesco, che “senza ascoltare Dio tutte le nostre parole saranno soltanto parole che non saziano e non servonosenza lasciarci guidare dallo Spirito tutte le nostre decisioni saranno soltanto delle decorazioni”.

L’omelia si è conclusa con un monito fortissimo: “La Madonna di Capocolonna - patrona dell'Arcidiocesi di Crotone - Santa Severina - sarà al nostro fianco e S. Dionigi - protettore della Città di Crotone e S. Anastasia - protettrice di S. Severina, faranno il tifo per noi”.

*Diacono