Margherita Corrado Spqr matrona di cultura e paladina di Legalità non ode da Roma i colpi di pistola nella natia Crotone

13 settembre 2021, 17:55 Il Fatto

Evidentemente l’eco della sparatoria avvenuta a Crotone non ha avuto la stessa forza supersonica tale da essere captabile dalle delicatissime orecchie di chi va a passeggio in pieno Campidoglio a Roma. Non famolo strano ma in breve i colpi di pistola risuonati in una mattinata di fine estate non hanno avuto la velocità acustica simile a quella dei tanti, tantissimi voti gratuiti che hanno spedito a Roma la senatrice Margherita Corrado.


di Giovanna Fichera

E da Campo Marzio, quasi fosse andata lì come il famoso marziano a Roma di Ennio Flaiano, lusingata dal cieco favore della fortuna che non per riconoscimenti di merito e impegno, non giungono alla base di Capo Lacinio né segnali luminosi ne tampoco “bip-bip” in marzianese, ma solo un passo e chiudo secco, i contatti sembrano interrotti, nonostante siano solo passati vari giorni da quanto accaduto in Calabria, dove un giovane imprenditore è stato impunemente ucciso da mani assassine ancora - speriamo per poco – ignote (QUI).

Dalla senatrice astronauta messa in orbita non si sa da quale comitatino rugantino per ambire niente poco di meno che alla poltrona di Sindaca di Roma, neanche un sospiro, un “singhiosso” cacofonico, in ultimo un fiato, una sillaba, declamata in nota ufficiale da parte non sia mai di un’eletta crotonese, ma di una senatrice calabrese, per giunta di ruolo in commissione antimafia, sull’argomento.

Insomma quell’incipit ciceroniano tale da affrontare la questione fondamentale della sicurezza e della legalità in una città più che mai abbandonata a sé stessa dal sindaco pitagorico, suo sodale.

D’altronde che ci si poteva aspettare dalla dottoressa, onorevole senatrice Margherita Corrado SPQR? Che si mettesse a fare la catilinaria, Cicero, pro domo sua, parlando del volgo annibalico, di un omicidio avvenuto in terra tombarola tra la plebe, da cui pure ella la Matrona attinse ampia messe di suffragi?

O che inquinasse la sua alta cultura latina con problematiche di siffatta bassezza? O che invece, more solito, non cogliesse propizio momento per ponzare sui grandi omicidi storici nell’Antica Roma?

Solo Lei potrebbe aiutarci a svelare il mistero della scomparsa di Romolo, forse un sordido crimine, narrarci in passeggiata chi c’è dietro l’omicidio dei Gracchi tribuni della plebe, porgerci parole illuminanti sul cesaricidio e la furia anti tirannica di Bruto?

Margherita Corrado S.P.Q.R. in corsa per diventare sindaca de Roma farebbe bene a dire tutta la verità ai suoi elettori romani, cominciando a declinare la parola “legalità” - a cui sembra particolarmente legata, apponendola come messaggio principale della sua propaganda - su quei casi concreti che riguardano dolorosamente e in modo allarmante la vita italiana vista anche da Roma, quella nella provincia della sua tanto beneamata Antica Kroton.

“Legalità” non è parola vuota o mnemonico esercizio di citazioni di grandi costituzionalisti. Legalità dovrebbe essere coraggio, altruismo, servizio da parte di chi la propria libertà l'ha ottenuta con il voto ampio e quasi plebiscitario del popolo crotonese.

Se ne ricordi la Matrona Corrado S.P.Q.R. che ogni vera libertà politica, sociale e culturale nasce esclusivamente dal riconoscimento profondo, autentico e vero della fonte stessa da cui scaturisce.

Rispettare il proprio popolo, anche nei momenti di estrema difficoltà e complessità, non è un mero esercizio di retorica e grammatica, è la sostanza della vera cultura e dell'autentica politica.