Pippo Franco e Margherita Corrado SPQR nell’avvincente derby elettorale tra due candidati a cui non scappa mai la pipì per primo

8 settembre 2021, 15:20 Politica.24
Margherita Corrado

Si fa presto a dire Roma al Campidoglio. Specialmente se è Capoccia come quella di Venditti. E se non avesse almeno calcato prima il legno del Salone Margherita, dalla Corrida di Corrado … Margherita a quello della mitica compagnia del Bagaglino in via dei Due Macelli. Se, invece, sfogliando questa Margherita Corrado S.P.Q.R., la sua campagna elettorale non gira su Instagram meglio fare testa o croce, inventarsi un duello televisivo tra candidati “minori” su cultura, spettacolo, avanspettacolo, legalità, sostenibilità, chi chi chi co co co curu curu curu qua qua qua, in onda su la qualunque telekabul locale der vicino Colosseo.


di Giovanna Fichera

Ve li immaginate? Sul palcoscenico, dietro lo sfondo dei Fori Imperiali, so’ Caio Gregorio er guardiano del pretorio, entrano in primo piano i due concorrenti, squillano le trombe come alla Corrida di Corrado, ecco in pista Pippo Franco capolista con Michetti e, di fronte al vecchio comico, la sorprendente “outsider” che sembra anfratta uscita dritta da un racconto di Corrado Alvaro, l'aspromontana Margherita Corrado detta SPQR, con il coretto dei suoi sostenitori venuti con le arance, pitta ‘nchiusa, covatelli, vrascioli, vavaluci, il cesto dei fichi secchi preso dal campo di pallacanestro, a cantare come un torpedone di ultras rossoblù, oi mammicè ‘sta cutrunisa, calabresella mia, calabrisella mia, hjuri d'amuri.

Il comico e la pacchianella, peccato ci manchi Fellini nel sabato romano, due facce emblematiche della commedia italiana che si chiama politica, anzi come direbbe il Cavaliere, il teatrino della politica a Roma, che tira su il sipario per lo spettacolo che sta per iniziare.

Pippo e Margherita, sembrano proprio quel che sono cioè due importanti esemplari, si direbbe classici, di maschere della commedia latina, ben sagomate, intarsiate nelle posture del viso, nelle rughe d’espressione, nell’eloquenza retorica, con qualche evidente somiglianza alle facce tipiche di un Plauto, di un Titanio, un Atta, di un Afranio, tutti sedimenti antichissimi, giurassici che si scorgono pure, nei lineamenti dei preziosi protagonisti di una battaglia di Canne che si svolge sui resti elettorali che lasceranno ai margini del grande business propagandistico i potenti big in lizza sul selciato del senato romano.

Pippo e Margherita sarebbero pronti a rispondere alle domande che infiammano la campagna elettorale nella capitale, dove 2 milioni di romani sono chiamati alle urne. Tra loro 1 milione e 100.000 donne e 966.000 uomini.

In caso di ballottaggio si voterà il 17 e il 18 ottobre. Alla maggioranza andranno 29 consiglieri su 48.

Le cifre sono titaniche: 22 candidati a sindaco,1800 aspiranti consiglieri comunali disposti su ben 39 liste. Venti delle quali sono a sostegno dei quattro principali contendenti: Virginia Raggi (6), Carlo Calenda come civico (1), Roberto Gualtieri per il centrosinistra (7), Enrico Michetti per il centrodestra (6).

Poi il plotone affollatissimo “de noi artri” aperto da “rEvoluzione civica” di Monica Lozzi, presidente ex M5s del VII municipio che presenta le liste e i candidati in tutti e 15 i municipi; poi il “Popolo della Famiglia” che candida Fabiola Cenciotti, inseguiti a sinistra da una folla da ipermercato con “Potere al Popolo” che schiera Elisabetta Canitano; “Roma Ti riguarda” con Paolo Berdini candidato sindaco, e immancabilmente, dal “Partito Comunista” (non sappiamo se cinese o cubano) che candida Micaela Quintavalle; da “Falce e martello anche per il PCI” che schiera Cristina Cirillo; da Francesco Grisolia con “Sinistra rivoluzionaria”.

Ma nella battaglia c’è anche il “Partito gay” con Fabrizio Marrazzo candidato a sindaco, l’Italia dei Valori con Rosario Trefiletti, la lista 3V di Luca Teodori e il Partito delle Buone Maniere con Giuseppe Cirillo, i Liberisti italiani propongono Andrea Bernaudo, il partito Riconquistare l’Italia punta sulla candidatura a sindaco di Gilberto Trombetta, mentre Sergio Iacomoni, detto Nerone, porta in campo il Movimento Storico Romano; Gianluca Gismondi rappresenta l'ultradestra con il Movimento Idea Sociale. Rodolfo Concordia ripropone lo Scudo Crociato della Democrazia Cristiana. Chiude Paolo Oronzo Mogli e Attiva Roma con Margherita Corrado candidata sindaco.

Via, ciak si gira, parte la sigla chi chi chi co co co curu curu curu curu cu qua qua qua... tutti sintonizzati su TeleRoma canale Antica Kroton, meglio se brucia, no no non il Colosseo, ma il kolossal di carta pesta, a cinque stelle forgiato in quel del berlingieresco Santa Veneranda alla Ferriata, una targa in ricordo all’ingresso del Castello di Carlo Tansi V, collocata dall’ingegnere e dall’architetto davanti all’ex cinema Ariston, mandomose na cartolina ar sindaco Voce de Roma burina, e alla vice sindaca poliziotessa de Trastevere in pensione, fa carino a lui e a lei... hai visto mai che li mettemo puranco nella Lista de Nerone?