Nuova governance per il Porto di Crotone. Ripresa e rilancio di un’infrastruttura strategica, obiettivo condiviso dal viceministro Morelli

23 luglio 2021, 18:45 Opinioni&Contributi

Occasione utile di approfondimento e confronto in Camera di Commercio Crotone per discutere di Porto e digitale per la rigenerazione urbana, con particolare riguardo alla concertazione bottom up del Master Plan del Porto di Crotone.


di Francesco Lagani*

Già recentemente, con il vice Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibile Alessandro Morelli, abbiamo avuto modo di conversare di infrastrutture, di Pnrr e di caro materiali, un problema questo che con l’approvazione dell’emendamento al decreto sostegni bis si avvia a soluzione.

Abbiamo avuto modo anche di segnalare le preoccupazioni del mondo produttivo rispetto ai ristretti tempi in cui devono essere realizzati gli interventi e le riforme del Pnrr e ad una pubblica amministrazione che sconta il blocco del turnover, il pensionamento di figure apicali e una mancata formazione aggiornata del personale in merito alle normative sopravvenute.

Anche in questo caso si sta intervenendo con un piano straordinario di assunzioni il cui obiettivo è quello di premiare la professionalità, consapevoli che abbiamo davanti forse l’ultima opportunità per rilanciare il paese. Sulle grandi infrastrutture abbiamo rappresentato la necessità, che sentiamo fortemente, di acquisire una visione di lungo periodo in un’ottica europea, abbandonando il provincialismo che nel passato ha fatto arenare tutte le grandi opere privilegiando la logica delle bandierine e dei no a prescindere.

Forse è il caso di alzare l’asticella e relazionarsi con il governo e con l’Europa per le grandi opere infrastrutturali senza le quali la ns. regione sarà relegata sempre più ad una marginalità ed un’arretratezza che stanno condannando all’emigrazione perenne delle ns. forze migliori ovvero le giovani generazioni.

Visione e coraggio rappresentano senz’altro, a nostro avviso, la base di partenza per uscire dal tunnel dell’immobilismo, uno scatto di orgoglio che anche l’Europa richiede al nostro paese con le riforme della giustizia, del fisco e della pubblica amministrazione, ostaggio di una burocrazia spesso autoreferenziale ed autoconservativa.

La Camera di Commercio si è sempre occupata di infrastrutture, e se l’aeroporto di Crotone garantisce oggi la possibilità di volare è perché per tanti anni la Camera di Commercio ha finanziato le attività aeroportuali. Ora c’è la SACAL, società unica di gestione dei tre aeroporti calabresi, nella cui compagine sociale e nella governance non siede alcun rappresentante locale, con la conseguente mortificazione dello scalo crotonese. Confidiamo che il collegamento ferroviario con l’aeroporto possa concretamente realizzarsi così come il rilancio del ns. scalo, di interesse nazionale e che garantisce la continuità territoriale.

Per quanto riguarda la SS 106, siamo alla fase della progettazione che dovrebbe essere completata nel 2023, salvo poi finanziarla e realizzarla, intanto l’elettrificazione del binario unico della ferrovia avanza a scartamento ridotto.

Dall’attuale scenario delle infrastrutture locali emerge ancor più la centralità e l’importanza primaria del porto. Un porto con circa 2.700 anni di storia, un porto urbano, da cui partire per ridisegnare il rapporto con la città in un più ampio progetto di rigenerazione urbana. Quando con il presidente Pugliese ed il consiglio camerale abbiamo deciso di mettere mano all’immobilismo gestionale del porto che si protrae da oltre un decennio, non avevamo certezze, ma davvero tanti dubbi.

Il primo: abbiamo noi le competenze per affrontare una pianificazione strategica dell’economia del mare di lungo periodo?

Il secondo: abbiamo noi la capacità di rappresentare tutti gli interessi, le aspettative ed i bisogni, spesso contrapposti, di tutti gli stakeholders e di sintetizzarli in un progetto comune e condiviso?

Il terzo: abbiamo noi la capacità di attivare uno strumento di pianificazione dal basso, ovvero dalle esigenze di chi su questo porto lavora ed investe da anni, o in alcuni casi da generazioni, invece di preparare il solito progetto preconfenzionato altrove senza alcun riguardo per le esigenze degli operatori locali o senza confrontarsi con i portatori di interessi pubblici e privati?

Alla prima domanda abbiamo risposto affidando alle eccellenze italiane del settore, professionisti e docenti universitari, la redazione in tempi congrui del Master plan, cofinanziato con l’Autorità portuale di Gioia Tauro e successivamente approvato diventando parte integrante della programmazione di entrambi gli enti.

Alla seconda domanda abbiamo risposto istituendo la consulta provinciale marittima di cui fanno parte tutti gli attori, pubblici o privati che direttamente o indirettamente hanno a cuore lo sviluppo dell’economia del mare e del porto.

Alla terza domanda abbiamo risposto chiedendo ai professionisti incaricati di tenere in grande considerazione le esigenze locali, facendo nascere le scelte di programmazione dal basso per poi elaborarle tecnicamente all’interno di alcune cornici necessarie, che sono il piano nazionale e regionale dei trasporti, i corridoi europei, la logistica avanzata, la digitalizzazione e le mutate esigenze rispetto al precedente piano regolatore del 1982, tenendo conto che nella logica dell’economia del mare 40 anni rappresentano un’era glaciale.

Abbiamo tenuto riunioni ad hoc anche con gli organi di polizia e militari circa tutti gli aspetti connessi ai bisogni della flotta militare ed infine abbiamo valutato anche la necessità di prevedere la rigenerazione di aree sensibili come l’ex area Sensi, attualmente interessata da un programma di bonifica.

Il percorso che abbiamo pensato, di totale apertura alle idee ed ai suggerimenti della nostra comunità, è proseguito con la pubblicazione della bozza del Master plan e con la sua trasmissione materiale e pubblicazione “urbi et orbi”, passatemi il termine, al fine di recepire proposte di integrazione o miglioramento nei successivi 60 giorni. In tutto questo iter hanno sempre svolto parte attiva, con la propria presenza, l’autorità portuale di Gioia Tauro, il Comune di Crotone e tutti gli enti e le organizzazioni locali.

Lo scorso anno, con il decreto milleproroghe 2020 è stata introdotta la possibilità, per le autorità di sistema portuale non dotate di piano regolatore di sistema, di poter adottare delle varianti ai piani regolatori dei singoli porti. In questo senso abbiamo sottoscritto una nuova convenzione con l’Autorità portuale di Gioia Tauro che ci autorizzava a presentare due progetti a valere sui fondi PAC del Mit: uno per finanziare la redazione della variante al piano regolatore portuale di Crotone ed un altro per installare delle centraline di monitoraggio ambientale predittive anche di fenomeni atmosferici eccezionali.

In verità, l’Autorità portuale aveva condizionato la redazione della variante ad un preventivo assenso del Ministero, assenso acquisito a seguito del parere richiesto a firma di CCIAA, CONSULTA ed ANCE Crotone.

Questi due progetti non solo sono stati entrambi finanziati ma sono arrivati secondi in graduatoria su scala nazionale. Anche in questo caso, per la presentazione dei progetti la CCIAA si è avvalsa di un’eccellenza nel settore della progettazione strategica dei porti ed i risultati non hanno tardato a manifestarsi.

Noi della consulta provinciale marittima siamo particolarmente orgogliosi di questo risultato prestigioso perché il progetto della variante altro non è che la trasposizione delle previsioni del Master plan in un progetto di variante al p.r.p. corredato da valutazione ambientale strategica che sarà in primis valutata da un comitato scientifico para universitario di lettura dei dati.

Il nostro Master plan, alla base del progetto di variante al p.r.p., ha quindi ottenuto anche il via libera ministeriale di fattibilità con il finanziamento e la collocazione del progetto ripeto al secondo posto della classifica nazionale, superando i confini locali.

Ora però non possiamo sottacere due aspetti a nostro avviso prioritari, uno rappresentato dalla tempistica ed uno rappresentato dalle tentazioni, sempre in agguato, di imboccare scorciatoie che come sempre poi si dimostrano controproducenti. L’attuale previsione del milleproroghe pone come scadenza per l’adozione delle varianti ai piani regolatori dei porti il 31/12/2022. Si rende necessario pertanto, sig. Vice Ministro, procedere celermente alla sottoscrizione delle convenzioni relative ai progetti approvati, con il Ministero al fine di far partire le attività.

Per quanto riguarda le scorciatoie o gli accordi al ribasso rispetto alla variante siamo dell’avviso che nelle Genesi vi sia una rappresentazione plastica delle tribolazioni del nostro territorio. Mi riferisco all’episodio di Esaù che tornato affamato dalla campagna e vedendo il fratello Giacobbe che aveva cotto un piatto di lenticchie, preso dalla fame gli vendette in cambio la sua primogenitura. Da troppo tempo i diritti e le aspettative di questo territorio impattano sui novelli Esaù che preferiscono accontentarsi di elemosine piuttosto che studiare, approfondire i problemi, relazionarsi con gli altri e soprattutto accettare il contraddittorio.

Siamo dell’avviso invece che senza cambiare strategie e metodi il nostro territorio non avrà possibilità di riscatto. Invito tutti a ritrovare il coraggio, la visione, il senso e l’orgoglio della comunità e perché la dignità e i diritti dei crotonesi non possono essere mercanteggiati. In questo senso le chiediamo un aiuto viceministro a supportarci in questo percorso per mettere in opera, senza i soliti veti di chi guarda con fastidio alla fascia jonica calabrese, sia i progetti già finanziati dal Ministero sia le ulteriori opere infrastrutturali necessarie per questo territorio ma allo stesso tempo per l’italia e per L’Europa.

*Presidente Consulta Marittima Crotone