Letture. Lakinion, dall’antica Kroton alla “Crotone nera” di oggi: se “un crotoniate morto vale più di uno vivo”

16 maggio 2021, 11:26 Outside24

Si rimane sempre più convinti che la maledizione di Pitagora secondo cui i Crotoniati saranno condannati a camminare sopra la propria fortuna, dipende dal fatto che un crotoniate morto vale più di un crotoniate vivo.


di Natale G. Calabretta

È l'inizio della fine, quella narrata da Marika Falotico nella sua opera prima, “Lakinion”, edito da Santelli Edizoni; è l'inizio della fine di una città, della sua civiltà, delle sue genti prima della seconda guerra Punica, quando scegliemmo Annibale tradendo Roma, prima di essere sbeffeggiati da Petronio.

L’origine di tutto sta nell'essere noi stessi assecondando i bassi istinti di un popolo greve e avido, crudele e immorale, schiavo della propria ingiustificabile hybris.

L'incapacità di imparare ad essere migliori, l’incapacità congenita di evolverci alla compassione e alla bellezza dell'armonia insegnati dal Maestro Pitagora, ha rivelato al mondo e alla storia quello che veramente siamo: un popolo amorale, corrotto dalla materia e dall’odio.

Il tentativo della scuola pitagorica di fare di Crotone una meta ambita per la qualità della vita e l'ambiente sociale evoluto, il gioiello più prezioso della Megale Hellas naufraga miseramente quando la bramosia di ricchezza fa risorgere nei crotonesi la propria natura meschina e vendicativa che gli insegnamenti di Pitagora erano riusciti a soffocare.

Ecco che la difesa del nobile principio dell'ospitalità diventa pretesto per una guerra, ed ecco che una battaglia vinta con l'astuzia e l'eroismo spartano dà la stura alla crudele vendetta, alla sete di sangue, alla violenza contro gli uomini e contro la natura.

Poi il silenzio degli dei, il vento che si placa come un rimprovero, il sacrilegio senza rimorso di un crotoniate ormai senza fede, la vendetta di Hera, l'ingiustizia sociale e la “coscienza della conoscenza” che viene bandita dalla città lasciandola maledetta per sempre: questi i terrificanti ingredienti di una decadenza inarrestabile fino ad oggi.

Così per quella Kroton, una guerra fratricida vinta diventa, sull'onda fangosa del male (è il caso di dirlo), una devastante sconfitta morale, culturale e civile dalla quale ancora oggi questo popolo di ultimi non riesce a sollevarsi: quella Kroton è la “Crotone nera” di oggi, ne è la genesi, l’alba corrotta, traditrice e blasfema.

Quindi oggi come allora si rimane da soli tra noi, rimpiangendo quei fasti immeritati le cui origini morali non capimmo mai fino in fondo; si rimane da soli e ultimi, noi crotoniati ... chi più chi meno, convinti di non poter essere altro, compiaciuti della nostra cecità... come avviene immutabilmente da ben oltre due millenni.

“Camminerete sulla vostra ricchezza” come si fa in una necropoli, una città di morti... perché un crotonese morto vale più di un crotonese vivo.

Una storia d’amore tra Philippos e Talassa fa da sfondo ad una accorta analisi politica della Kroton pitagorica come le vicende belliche condotte da un eroico Milone sono pretesto per un racconto antropologico di un popolo che ha cacciato dal suo cuore ogni virtù, la morale salvifica e quindi, pur nella vittoria, incapace di riscatto.

Si salva tra le righe e gli spazi orchestrati da Marika Falotico un forte e ancora vivo senso di famiglia... che però non basta a fare popolo.

Titolo: Lakinion-Amore e guerra nella Magna Grecia

Autore: Marika Falotico

Editore: Santelli Ed., Cosenza

Prezzo: €14,99

Note: Da leggere insieme a “Crotone nera” per capire, agli estremi di in arco temporale millenario, chi siamo e chi siamo sempre stati, ma soprattutto chi abbiamo avuto l'occasione di essere.