I 150 anni dalla nascita di Don Carlo De Cardona tra cattolici e politica in Calabria. La vittoria dei Popolari in Spagna riaccende attese e speranze

5 maggio 2021, 18:10 100inWeb | di Vito Barresi

I risultati elettorali di Madrid che premiano Isabel Díaz Ayuso, presidente uscente della comunità autonoma di Madrid, nelle elezioni locali, sono il segnale di una tendenza che sta emergendo con sempre maggior forza nel panorama politico europeo. Gli assetti del più recente passato che sembravano irreversibili sono stati scossi dalla pandemia, ritrovandosi tutte le forze politiche di fronte a tante società sconvolte, a istituzioni in difficoltà e affanno. Uno scenario in rapida evoluzione con un netto ritorno al desiderio di restaurare i valori solidi e forti degli antichi partiti costituzionali, quelli fondati dopo il 1945, un ritorno a casa, alle sicurezze delle famiglie storiche, quelle che negli ultimi trenta anni hanno subito lo smacco dei movimenti populisti e sovranisti, ora sempre di più in evidente riflusso e declino.


di Vito Barresi

Il ritorno d’interesse da parte degli elettori verso un centro laico e cristiano che riprenda la lezione del popolarismo italiano sta emergendo, come un vento impetuoso, in tanti ambienti regionali e cittadini che guardano con attenzione alle ultime encicliche di Francesco e ai rinnovati indirizzi in tema di partecipazione politica dei cattolici, per poter partecipare e dare il proprio contributo innovativo e responsabile anche nelle prossime e imminenti prove elettorali amministrative.

Il Partido popular (Pp), a scrutinio ultimato, ha conquistato 65 dei 136 seggi nel Parlamento regionale, dopo averne ottenuti 30 alle precedenti elezioni del 2019: una vittoria evidente, significativa, che ha sfiorato il risultato pieno, la maggioranza assoluta. Ad Ayuso servirebbero, praticamente, quattro voti in assemblea regionale per non subire il condizionamento dai 13 seggi conquistati dall’estrema destra di Vox. Pp e Vox erano già alleati nella precedente legislatura. Un’alleanza che è già stata confermata per i prossimi due anni.

Dalle prime analisi del voto si intuisce che il panorama politico europeo è in piena fase di mutamento, per esito non solo per gli effetti tragici e destrutturanti della pandemia ma anche per la crisi economica che potrebbe tramutarsi in un diffuso, pericoloso e violento, conflitto sociale, che va ad innestarsi in una profonda e drammatica caduta ideale, valoriale e morale che affligge ogni singola nazione, e nel suo l’intera Unione Europea.

Pur non assumendo alcun significato partitico è degno di nota il revival attorno alla figura di Don Carlo De Cardona in Calabria, opportunamente ripreso e messo in risalto dal quotidiano della Santa Sede L’osservatore Romano, che ha ricordato, con una pagina dedicata, l’interprete calabrese della Rerum Novarum, ricordando le tante

"iniziative programmate che si terranno, covid permettendo, tra giugno e agosto, per ricordare il 150° anniversario della nascita (il 4 maggio): innanzitutto la mostra bibliografica «Don Carlo De Cardona e i personaggi della Rerum novarum a Cosenza» curata dalla Biblioteca nazionale di Cosenza, che sarà consultabile anche attraverso il web."

Il Centro studi calabresi «Cattolici socialità politica», che ha già pubblicato tre quaderni dal titolo Studi e ricerche su don Carlo De Cardona e il Movimento cattolico in Calabria, curati da Demetrio Guzzardi, nei giorni a venire presenterà i documenti ai seminaristi del Pontificio seminario teologico regionale San Pio X di Catanzaro.

Non a caso, il Vescovo di Cassano Francesco Savino, ricordando la partecipazione di De Cardona alla nascita della Democrazia cristiana di Romolo Murri, e poi il suo impegno dal Partito popolare di Sturzo alla Democrazia cristiana di De Gasperi, direttamente dentro le istituzioni amministrative (consigliere comunale dal 1904 al 1920 e provinciale dal 1905 al 1923), ha inteso per l'occasione mettere in luce che

"l’opera decardoniana risultò vincente per quasi un trentennio (1898-1935), poi il fascismo, in modo subdolo, recise alcune delle strutture più importanti e cadde l’oblio su don Carlo e su quello che insieme a tanti coraggiosi uomini e donne aveva costruito.”