Israele, Lag BaOmer a Meron, una festa popolare che ci somiglia finita in tragedia

1 maggio 2021, 11:00 100inWeb | di Vito Barresi

La celebrazione di Lag BaOmer, una festa tipica della religiosità popolare ebraica, amaramente finita in tragedia, addolora tutti noi cristiani che in forme, manifestazioni e rappresentazioni molto simili a quelli dei pellegrini di Meron, esprimiamo la nostra fede nei nostri pellegrinaggi e nelle feste mariane con evidenti similitudini e comuni retaggi mediterranei.


di Vito Barresi

Carlo Levi avrebbe detto che questa festa ha un volto che ci somiglia. Qui e là, la devozione popolare, la pietà collettiva, il sentimento essenziale e sorgivo dell'identità religiosa, capace ogni anno di ritornare eternamente a farsi popolo in cammino, costituisce un inalienabile esperienza integrale, intessuta di momenti e attese coinvolgenti, indimenticabili, cibo dell’anima e acqua viva dello spirito, nella dimensione sempre unica di un evento sociale totale.

Grande è il dolore e la tristezza nel vedere che sui nostri 'fratelli tutti' di fede ebraica, nel vivo della festività, tra accampamenti e raduni, tende e canti intonati all'aperto, sotto un cielo in cui campeggiava la tenera luce della luna piena, sia sceso improvvisamente il buio della morte e il gelo di un lutto enorme che solo la preghiera e la meditazione riusciranno a tramutare in consolazione di giustizia e forza della speranza.

In tanti oggi sono morti per vivere l'esperienza revivalistica di una luce immensa che promana dalla mistica ebraica.

Raggi incandescenti di emozioni e suggestioni che promanano dagli insegnamenti rabbinici del Rabbi Shimon bar Yochai, noto per le sue massime cabalistiche cifrate e oracolari, le stesse che si odono ingigantite dal vociare e dal brusio di una folla immensa che si scopre unita e non più solitaria, che acclama il 'benedetto' tra lacrime e felicità, raccogliendosi attorno alla sua tomba a Meron, un villaggio situato nel nord di Israele, nell'alta Galilea, al ritmo di canti, suoni, balli, preghiere e invocazioni.

Lag BaOmer è un giorno festivo nel calendario ebraico, che celebra l'anniversario della morte del grande saggio e mistico Rabbi Shimon bar Yochai, a cui viene attribuita la stesura scritta dello Zohar.

Zohar o II libro dello splendore, tanto caro ai cabbalisti, è un testo sacro dell'ebraismo, oggetto di venerazione mistica, con un impatto e una penetrazione complementare se non alla pari con la stessa Bibbia e il Talmud, che si ritiene frutto della predicazione e dell’opera ermeneutica di Rabbi Shim'on bar Yochai, l’insigne dottore della Mishnà, che ci apre alle scene di una Palestina attraversata da disparati fermenti messianici e spirituali nella seconda metà del II secolo dell'era volgare, alla ricerca, tra i versetti della Bibbia, di profezie estatiche e liberatorie.

E’ qui che si rintraccia il fulcro e il senso autentico di una tra le più antiche e coinvolgenti celebrazioni religiose che con il passare del tempo ha assunto sempre di più i caratteri tipici di un gigantesco pellegrinaggio rituale, una festa cosmica, la cui forza attrattiva sta dentro il magnetico sprigionarsi del calore emanato da un grande fuoco centrale che viene acceso nel corso della notte.

Attorno alla mistica del fuoco si forma uno spazio del sacro universale dove, senza alcuna geometria né vincolo, se non quello fisico e ‘organizzativo’ dello stesso luogo, tutto fluisce e cambia rapidamente, con la forza stessa di una gigantesca mobilitazione rituale, la stessa che suscita entusiasmo e gioia in enormi schiere di credenti appartenenti a ogni ceto sociale, uomini e donne senza alcuna distinzione di genere.

Un appuntamento capace di mettere in moto grandi masse da ogni parte del Paese, ispirati e spinti a partecipare a quella che è poi la festa della riaffermazione della propria identità, ritrovandosi in un contesto etnografico fortemente connotato dai segni di una ebraicità nativa, intrecciata agli insegnamenti dell'ebraismo colto, sofisticato e sapienziale della tradizione rabbinica.

Un ‘mix’ travolgente di interiorità spirituale e passioni umane che fa vivere in un istante l'esperienza alta e intensa dell’ultravivente, sentirsi cioè popolo unito ed eletto che vivrà per sempre nel loro cuore. Anche a costo di morire, in un Paese, come Israele, specchio di contrasti evidenti tra il passato, il presente e il futuro.