Crotone senza collegio. La nuova legge elettorale cancella il territorio dal Parlamento

8 gennaio 2021, 08:30 Politica.24

Il Consiglio dei Ministri ha approvato nella seduta del 18 dicembre 2020 lo schema di decreto legislativo riguardante la “Determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, a norma dell’articolo 3 della legge 27 maggio 2019, n. 51”.


di Giuseppe Napoli*

L’intervento legislativo si è reso necessario in conseguenza dell’approvazione della legge costituzionale n.1 del 19 ottobre 2020, che ha previsto la riduzione del numero dei parlamentari, confermata dal referendum costituzionale del 20 e 21 settembre dello scorso anno.

Il compito della nuova delimitazione dei collegi è stato affidato dal Governo ad una commissione di esperti, che ha licenziato il testo poi recepito dalle Commissioni Affari Costituzionali dei due rami del Parlamento.

In Calabria - che eleggerà 13 deputati e 6 senatori (prima ne eleggeva rispettivamente 20 e 10) – le scelte compiute, in relazione alla nuova articolazione dei collegi elettorali per la Camera dei deputati e per il Senato della Repubblica, presentano almeno due profili di criticità e mostrano che l’operato non ha tenuto in gran conto la storia politico-istituzionale delle province calabresi né ha conseguito un coordinamento con la suddivisione del territorio per come risultante dalla legge elettorale regionale vigente.

Un primo profilo attiene all’irragionevolezza dei criteri adottati nella nuova delimitazione dei collegi uninominali alla Camera dei deputati.

I territori delle Province di Crotone e Vibo Valentia, infatti, a causa dell’insufficiente numero di popolazione media, pari a 391.310 abitanti - con oscillazioni di -20% (313.448) e +20% (470.172) - sono stati, rispettivamente, accorpati ad altri territori provinciali, dando vita a collegi uninominali interprovinciali.

Fin qui non era possibile fare diversamente, atteso che il numero di abitanti del territorio della Provincia di Crotone è pari a 170.803 e quello di Vibo Valentia corrisponde a 163.409 e che entrambi sono sotto soglia.

La circoscrizione elettorale della Calabria è stata ripartita in 5 collegi uninominali alla Camera dei deputati e in 2 collegi uninominali al Senato.

Il territorio della Provincia di Crotone è stato accorpato a quello del versante nord-orientale e ionico della Provincia di Cosenza (comprendente i sistemi locali di Cassano allo Ionio, Castrovillari, Corigliano-Rossano, Acri, Cariati, San Giovanni in Fiore), dando così corpo, alla Camera dei Deputati, al Collegio uninominale 1, il più popoloso della Calabria, con una popolazione corrispondente a 448.040, composta da 277.237 abitanti della Provincia di Cosenza pari al 61,9% e da 170.803 abitanti della Provincia di Crotone pari al 38,1% (mentre al Senato il territorio crotonese è stato del tutto inglobato nell’intero collegio di Cosenza).

Gli altri 4 collegi elettorali uninominali alla Camera dei Deputati sono così articolati: Cosenza, ab. 436.743; Catanzaro ab. 359.841; Vibo Valentia, ab. 320.214 (di cui 163.409 della Provincia di Vibo Valentia pari al 51% e 156.805 della Provincia di Reggio Calabria pari al 49%) e Reggio Calabria ab. 394.162.

La scelta operata dal Governo sembra avere penalizzato la sola popolazione provinciale di Crotone che, pur disponendo di un numero di abitanti superiore a quello espresso dalla Provincia di Vibo Valentia, rimane soccombente nell’equilibrio demografico del proprio collegio, con prevedibili ricadute anche in termini di rappresentanza politica territoriale, rispetto a tutte le città capoluogo di provincia ed alle altre aree calabresi.

Il secondo profilo di criticità afferisce alla differenziazione tra ambiti elettorali nazionale e regionale e alla difficoltà di rinvenire la ratio che ha orientato tale diversificazione.

Infatti, la decisione in commento mostra di ignorare che, nella legge regionale per l’elezione del Presidente e del Consiglio regionale della Calabria, l’intero territorio della Provincia di Crotone è incluso nella Circoscrizione “Centro”, unitamente ai territori delle Province di Catanzaro e Vibo Valentia.

A ben vedere la conquistata autonomia istituzionale provinciale da parte di Crotone è stata travolta, piegata e, infine, vanificata sul piano elettorale tanto in sede regionale che nazionale, rendendo inefficace il protratto sforzo di intere comunità e l’azione perseguita dalle istituzioni locali.

Una disposizione, quella adottata dal Governo, espressione di un’evidente astrusità, sprovvista di funzionalità e di logicità

Sicché la popolazione crotonese si accinge a tornare ad essere mero bacino elettorale di altre province calabresi: all’elezioni politiche della Provincia di Cosenza e quelle regionali di quella di Catanzaro.

La popolazione della Provincia di Crotone sarà, così, impedita dal poter costruire un proprio comune ed omogeneo orizzonte politico, elettorale e istituzionale, privata di profilo rappresentativo e meramente funzionale ad altri territori provinciali limitrofi.

La Provincia di Crotone - come quella di Vibo Valentia - è sorta, in seguito ad una gemmazione, dall’originaria Provincia di Catanzaro, con la legge 142/90 e con il successivo decreto legislativo n. 245 del 27 marzo 1992. Sino ad allora il territorio crotonese è stato parte integrante della Provincia di Catanzaro.

L’odierna scelta, adottata dal Parlamento e dal Governo, calpesta una storia millenaria, trascura le ragioni profonde di una comune radice identitaria, preferendo accumunare aree diverse, distanti e disomogenee, spostando - di fatto - il baricentro del collegio elettorale.

I rappresentanti politici e istituzionali espressi dal territorio crotonese hanno impegnato gli scorsi decenni per conseguire l’autonomia provinciale, premessa per costruire una nuova e più ampia prospettiva ad un territorio, culla della Magna Grecia, forte delle sue tradizioni democratiche e di lotte per il riscatto economico e sociale, proteso verso una crescita ecosostenibile dopo la dolorosa conclusione dell’esperienza industriale.

La Provincia di Crotone dal 1995 è finalmente una realtà che - malgrado le sfortunate condizioni in cui l’ente intermedio è stato ridotto da scellerate scelte nazionali - ci ha sin qui preservato dagli interventi di razionalizzazione delle articolazioni dello Stato presenti sul territorio crotonese.

Il futuro ci consegna, purtroppo, una condizione di ulteriore subalternità politica che si aggiungerà alla già nota fragilità economica e sociale, che renderà ancora più precaria quella sin qui conosciuta.

La popolazione crotonese e i suoi interessi andavano difesi diversamente da chi rappresenta il territorio a tutti i livelli istituzionali, approfondendo le tematiche elettorali, seguendo con accuratezza l’iter legislativo e promuovendo accorte iniziative - collettive e convergenti - tese a coinvolgere tutte le forze politiche e le comunità locali, come seppe fare la classe politica dirigente della Città che, sin dal 1988, fece conseguire l’elevazione di Crotone a quarta provincia della Calabria.

Come è stato possibile indebolire così gravemente il territorio crotonese? E, soprattutto, come è possibile che ciò sia accaduto senza la partecipazione della cittadinanza interessata e in assenza di qualsivoglia dibattito nelle sedi opportune?

* già Consigliere Regionale della Calabria