Auguri 2021. Un nuovo giornalismo alla ricerca di storie esemplari per portare bellezza nell’informazione

26 dicembre 2020, 12:00 Il Fatto

Con quale spirito ci affacciamo al 2021 dopo un anno così difficile e duro? La risposta è: facendo tesoro delle cose belle che, nonostante tutto, il 2020 ci ha lasciato, delle lezioni che abbiamo imparato da una sfida universale così impegnativa per tutti. Perché c’è stata comunque tanta ricchezza di vita, solidarietà e bellezza. E chi ha voluto — o potuto — è riuscito a coglierne le opportunità o a trasformare le difficoltà.


di Patrizia Caiffa*

Finché la malattia, la perdita e il dolore non ci toccano personalmente è innegabilmente più facile guardare ai fenomeni con distacco e riuscire a valutare perfino gli aspetti positivi. Con tutto il rispetto e la comprensione per chi oggi sta ancora soffrendo è però un buon esercizio mettere in evidenza anche l’altra faccia della medaglia, un lato di luce che sempre fa da contraltare all’ombra. Solo che è meno visibile, è di minore impatto mediatico ed emotivo per le famigerate modalità che rendono spesso l’informazione tossica.

Il bilancio di fine anno del lavoro di B-hop magazine (www.bhop.it), testata giornalistica e associazione no profit, lo documenta e dimostra. Siamo una piccola comunità costituita da volontari - giornalisti professionisti e amanti della scrittura - che cercano di portare bellezza nel mondo dell’informazione.

La nostra mission è cercare di presentare le situazioni, anche problematiche, offrendo soluzioni e punti di vista costruttivi. Si può anche denunciare ciò che non va bene, certo, ma per cambiare la realtà. Durante il periodo del lockdown abbiamo incrementato la ricerca di belle storie e trarre insegnamento dalle crisi di ogni genere. Ne abbiamo trovate a centinaia. Potremmo forse catalogarle in varie categorie, che si intersecano tra di loro.

La solidarietà: le tante iniziative sanitarie e sociali grazie a migliaia di associazioni del terzo settore e ai 157.000 volontari del lockdown, le spese solidali, le raccolte di cibo e fondi da singoli e aziende, le linee telefoniche e le videochiamate in aiuto agli anziani e alle persone sole. A fronte dell’aumento, purtroppo, dei nuovi poveri del lockdown, le Caritas di tutta Italia sono state sommerse di donazioni, con picchi del 600 per cento. Mai si era vista così tanta solidarietà.

La creatività si è espressa nei modi più diversi: gli ideatori di visiere in 3D per gli ospedali, le maschere da sub riadattate a respiratori, i cori, la musica e i film realizzati a distanza, i video e le foto divertenti che giravano sui social per sdrammatizzare e restituirci un sorriso o una risata.

La resilienza di persone e di piccole e medie imprese, che hanno riconvertito le loro attività per adattarsi alle nuove sfide o hanno proseguito comunque. Come la fabbrica di uova di Pasqua di Modena che rischiava di chiudere e invece, grazie alla diffusione della storia sui nostri canali, è riuscita a vendere lo stesso i prodotti. O i due giovani palermitani che hanno avuto il coraggio di aprire il loro spazio di coworking a ore nonostante tutto.

Abbiamo incontrato nonna Luisa a Modena, 86 anni, che superava l’isolamento con sano ottimismo e videochiamate. E poi Sabrina, instancabile infermiera in reparto covid e mamma di quattro bambini. E il parroco che ha regalato i pc a una comunità di accoglienza per minori, un esempio per tutta la comunità che lo ha imitato. Tantissime sono state le buone prassi e gli esempi virtuosi: come i zero contagi in molte case di riposo, gli “angeli in moto” che portano i farmaci a casa dei malati di sclerosi multipla, le cucine popolari di Bologna che offrono amicizia e relazioni ai poveri.

Le guarigioni: personalmente sono contraria al modo di descrivere la pandemia con bollettini ansiogeni giornalieri e persone che diventano numeri. Sarebbe stato meglio mettere in maggiore evidenza le guarigioni, molte delle quali quasi miracolose. Noi abbiamo scelto di parlare, ad esempio, di Aniello, che è guarito dopo aver passato un lungo tempo in terapia intensiva e quando indossava il casco si sentiva “un astronauta”.

In tempi difficili è stato buono aiutare gli altri condividendo la propria esperienza di vita, per essere di ispirazione. Sono spuntati così decaloghi per genitori e figli, per aiutare le famiglie con disabili, per seguire le regole con ironia o festeggiare eventi, compleanni, vacanze ed esami in maniera alternativa e in sicurezza.

La consapevolezza: in ciascuno di noi è affiorata una sofferenza di maggiore o minore intensità, fisica e psicologica, che ha messo a nudo le nostre fragilità, con emozioni intense come ansia, rabbia, tristezza. Davanti a noi la scelta se soccombere al vittimismo del piccolo ego o crescere e mettere a frutto questa esperienza. Perciò abbiamo proposto riflessioni e consigli per curare il proprio benessere psico-fisico, centrandosi sulle proprie risorse interiori e prendendosi cura dei propri bisogni. Guardando alla situazione con ottimismo e positività, anche per alzare le nostre difese immunitarie.

La riscoperta della propria terra: per gli italiani è stata l’estate delle vacanze in Italia, in sicurezza. I tour operator hanno riconvertito le loro mete, le guide turistiche senza stranieri si sono rivolte ai cittadini e molti di noi hanno riscoperto chicche e luoghi nascosti del Bel paese.

Vi sembra poco? È con questo ricco bagaglio di esperienze che ci prepariamo ad accogliere il 2021. Certi che, se solo lo vorremo, potremo essere migliori.