Cerrelli Lega Salvini precisa: non sono più responsabile di Alleanza Cattolica

7 dicembre 2020, 15:40 Politica.24

Riceviamo e pubblichiamo la precisazione, in merito all'articolo “Rachele Via, Giancarlo Cerrelli e la Chiesa crotonese tra strumentalizzazione e politica” (QUI), apparso a mia firma sulla nostra testata online. Con essa l'avvocato Cerrelli ci informa di non essere più responsabile di Alleanza Cattolica, dopo tanti anni di costante attività e presenza nel citato sodalizio. Nell'accogliere il suo utile aggiornamento, che auspico venga immediatamente 'notiziato' anche ai responsabili del sito ufficiale della nostra Arcidiocesi, l’occasione mi è propizia per sottolineare 'fraternamente' all'amico Cerrelli che sulla 'vexato quaestio' del pdl Zan non ho alcun dubbio né riserva circa la sua incostituzionalità palese e manifesta. Pertanto, riconoscendomi 'dossettianamente e degasperianamente', nei valori 'cattolici' della Costituzione non lo condivido, impegnandomi ad avversarlo democraticamente, affinché non abbia a far danni ulteriori alla nostra civiltà giuridica e morale. (v.b.)


Gentile dr. Vito Barresi,

pur apprezzando formalmente la sua nota dal titolo: “Rachele Via, Giancarlo Cerrelli e la Chiesa crotonese tra strumentalizzazione e politica(QUI), in cui, tra l’altro mi riserva gentili parole di cui la ringrazio, tuttavia, sono costretto a intervenire per correggere un’imprecisione nel suo scritto, circa il mio ruolo all’interno delle associazioni Alleanza Cattolica e Unione Giuristi Cattolici Italiani, che sono certo è stata provocata per il non aggiornamento del sito della Arcidiocesi di Crotone.

Mi consenta, pertanto, gentilmente di precisare, che dal settembre del 2018 - quindi da più di due anni - non ricopro più l’incarico di responsabile provinciale di Alleanza Cattolica - come si dice, invece, nella sua nota - incarico che, invece, svolge con profitto e dedizione, il dr. Ernesto Nudo; aggiungo, inoltre, che, sempre nel 2018, ho provveduto a dimettermi da tutti gli incarichi di dirigenza provinciale, regionale e nazionale che ricoprivo, fino ad allora, nell’Unione Giuristi Cattolici Italiani.

Voglio, altresì, precisarle che è stata mia cura - per correttezza nei confronti delle associazioni di cui ero dirigente e della comunità ecclesiale - una volta intrapreso, nel 2018, il mio impegno politico nel partito della Lega Salvini, dimettermi dalla dirigenza di tutte quelle associazioni che guidavo.

Fatta questa necessaria precisazione, mi consenta di fare qualche breve considerazione a margine del suo scritto.

Come certamente saprà, è una pietra miliare per i cattolici, come strumento di discernimento circa il loro impegno politico, oltre al Catechismo della Chiesa Cattolica, anche la Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, della Congregazione per la Dottrina della Fede, la quale, tra l’altro, afferma:

Quando l’azione politica viene a confrontarsi con principi morali che non ammettono deroghe, eccezioni o compromesso alcuno, allora l’impegno dei cattolici si fa più evidente e carico di responsabilità. Dinanzi a queste esigenze etiche fondamentali e irrinunciabili, infatti, i credenti devono sapere che è in gioco l’essenza dell’ordine morale, che riguarda il bene integrale della persona…[pertanto, assieme ad altri principi morali che non ammettono deroghe], devono essere salvaguardate la tutela e la promozione della famiglia, fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso… Così pure la garanzia della libertà di educazione ai genitori per i propri figli che è un diritto inalienabile, riconosciuto tra l’altro nelle Dichiarazioni internazionali dei diritti umani.”

Ebbene, solo un cattolico superficiale e distratto può non comprendere che il ddl Zan, - con la scusa di voler prevenire la discriminazione e la violenza nei confronti di alcune categorie di persone, nonostante queste siano già protette pienamente dal nostro ordinamento giuridico – ha, invece, un chiaro intento pedagogico e rieducativo, che mira a limitare la libertà educativa e di espressione in ogni ambito a favore di un pensiero totalitario.

Persino la Conferenza Episcopale Italiana, infatti, su tale proposta di legge ha visto un chiaro pericolo, affermando, così, il 10 giugno 2020, che:

un esame obiettivo delle disposizioni a tutela della persona, contenute nell’ordinamento giuridico del nostro Paese, fa concludere che esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio”, e inoltre che “anche per questi ambiti non solo non si riscontra alcun vuoto normativo, ma nemmeno lacune che giustifichino l’urgenza di nuove disposizioni”. Ha, piuttosto, evidenziato che: “un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione, come insegna l’esperienza degli ordinamenti di altre Nazioni al cui interno norme simili sono già state introdotte. Per esempio, sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione. Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso”.

Pertanto, intelligenti pauca

Giancarlo Cerrelli