Salviamo la faccia di Gino Strada a rischio mine vaganti disseminate random dai “Pappagalli” calabresi a 5Stelle

9 novembre 2020, 14:35 100inWeb | di Vito Barresi
Gino Strada

Si “vocifica”, termine che piace molto usare quando si parla con la vil plebe redenta con la sola imposizione del reddito di cittadinanza, dunque si “vocifera” che i Cinque Stelle della Calabria avrebbero in animo di attuare un “piano forte”, magari suonarlo, per portare un’illustre personalità mondiale come Gino Strada niente poco di meno sullo scrannetto clientelare di sub commissario alla malasanità della Calabria.


di Vito Barresi

In forte apprensione per quello che potrebbe essere davvero un burlesco “attentato” al prestigio simbolico del fondatore di Emergency (per non indispettire nessuno evitiamo di scrivere banale e becera strumentalizzazione di un’icona) abbiamo ritrovato un vecchio libro di Strada, “Pappagalli Verdi”, un classico della solidarietà internazionale e del pacifismo.

Il titolo era bello e accattivante, quasi coloniale o meglio anti colonialista, alludendo alla denominazione di una mina antiuomo di marca sovietica, la PFM-1.

Tra i classici della “saggistica” politica italiana, pubblicato proprio sul finire del secolo scorso (Feltrinelli, Serie Bianca,1999), che qui si vuole citare ma non come pretesto, quanto per commentare, si badi bene, semplicemente per disinteressata ironia, i pappagalleschi richiami di certi deputati e senatori grillesimati dalla sorte elettoralistica che lo vorrebbero, nimmanco in qualità di commissario, bensì in versione ridotta di sub commissario per risanare i conti di un saccheggiato comparto ospedaliero e della salute calabrese in gestione speciale governativa da quasi tre lustri.

Ovviamente, i pappagalli calabresi a cinquestelle vorrebbero mascherare la loro manifesta inettitudine ad essere un’autorevole e competente classe dirigente nazionale, europea, regionale e territoriale, cioè di quelle in grado di affrontare e risolvere in tempi certi la crisi sanitaria in atto nella Regione Calabria, esercitandosi con saccenti e bolse elucubrazioni in gustoso politichese alla genovese con contorno di 'patate impacchiuse'.

Probabilmente frutto di un ragionamento elaborato da qualcuno che mal sopporterebbe il ritrovarsi facilmente buggerato e fregato dal dilagante e imperioso potere di un unico e solo Leu, a sorpresa ma poi non tanto, un figlio della terra di Calabria silana, fiumi selvaggiamente sgarrati tra acque e luce elettrica, l’orgoglioso “cotronellaro” cresciuto a pane e stalinismo nelle gelide stanze del Cremlino italiano di via delle Botteghe Oscure, altrimenti in vestito d’ordinanza quando suona l’ora della quinquennale ferma elettorale alla battaglia sul campo di periferia, modello tuta blu Cgil Calabria, casa madre pronta alla sfilata del suo prossimo candidato alla presidenza della Giunta Regionale, ossia il “deputato invisibile” che sempre viene candidato ed eletto, anche se pare che non ci sia mai stato nel fangoso agone politico calabrese.

Qui si farebbe riferimento all’alias degli alias, un vero e proprio avatar secondo i soliti denigratori, al Nico Stumpo, classe Enel 1969, funzionario di partito, eletto nel collegio plurinominale Calabria - 02 con Liberi e Eguali, che è diventato il cardinale ombra, un vero e proprio Richelieu alla corte del potentissimo ed energetico ministro lucano della Sanità, Roberto Speranza.

Di fatto, in un sol colpo e unica somministrazione di vaccino antiCalabria, si è determinato la nuova catena di comando Roma-Catanzaro concentrando nelle mani dell’asseStumpo-Speranza-Zuccatelli-Cgil Calabria-Leu-Pd-ecc-ecc.”, a tal punto da suscitare la legittima preoccupazione del M5S calabrese pronto a denunciare il subdolo piano in questi termini:

“il PD+LEU stanno cercando di spostare/accaparrare voti in vista delle imminenti regionali, naturalmente fottendosene se le strutture sanitarie verranno fatte o meno; il M5S si è fatto anticipare nella mossa ‘politico/criminale’ non avendo esso scelto per tempo la sana e unica strada possibile: la politica e cioè pretendere per la Calabria un organismo super partes e competente, non coinvolto e senza alcun precedente neanche satirico/ironico/sbruffoncello/scoppientante ma personaggio normale, preparato, serio, professionalmente impeccabile, possibilmente di Marte, anche lunare va bene…”

Si può dunque immaginare quale sia l’effetto dissolvente della scelta di Zuccatelli applicato alla Zona Rossa, ricaduta che pare stia seminando un vero e proprio panico in tutta la popolosa voliera di Pappagalli a Cinque Stelle, composta dai Meetup Reggio 5 Stelle, Magna Grecia 5 Stelle, Istmo 5 Stelle - Girifalco, Meetup Catanzaro, Meetup Squillace, Attivisti in Movimento Borgia, Meetup Palmi, Meetup 5 Stelle Pizzo, che propongono il loro story-telling del vergognoso caso Cotticelli-Zona Rossa, mentre nei concitati conciliaboli via WhatsApp, si allarmano contro la fulminea nomina del nuovo commissario bersaniano:

“Zuccatelli è il cocco del ministro Speranza, sembra coltivi dubbie amicizie (e qui in Calabria si capisce chi), è imboscato da diversi anni nel nostro sistema sanitario. In sintesi è l’uomo giusto. Conte, impeccabile fino a ieri, senza dargli neanche il tempo di uscirne decorosamente con volontarie dimissioni, ne chiede la testa e in una prova di forza senza precedenti rimuove e sostituisce il Generale imbelle. Di chi la competenza per la sua sostituzione? Dei due ministeri, quello economico, diretto dal ministro Gualtieri (PD), e sanitario, diretto dal ministro Speranza (ex PD ora LEU). E chi ci mettono? Ma guarda tu, Zuccatelli, figlio dei fiori e di Leu, le cui teorie sul contagio “affettivamente e qualunquemente” sono già letteratura.

Zuccatelli fa rima con Cotticelli, il Figlio dei fiori e il Generale, dicono i novelli sostenitori della nomina di Gino Strada sul fronte di guerra più caldo e arroventato del coronavirus italiano.

Il nostro sarà, ovviamente, un umile e spassionato consiglio alla persona simbolo di Emergency: stia attento dove mette i piedi e su che “strada” si incammina, potrebbe davvero incappare in qualche mina vagante come quella in cui si è imbattuto il Generale di Corpo d'Armata Saverio Cotticelli, a cinque stellette.

Insomma in uno di quei 'fuochi d'artificio', che per vari motivi loro, qualche Pappagallo calabrese a Cinque Stelle sta dissennatamente disseminando sulla scoscesa e lunga strada dei misteri e delle malefatte della sanità regionale.