Taobuk Festival a Messina per discutere 10 Idee sul futuro dell’Europa dopo la Pandemia

Taobuk Taormina International Book Festival, con il think tank Vision, ha promosso una conferenza di due giorni - 2/3 ottobre - a Messina in cui trenta intellettuali, politici, giornalisti, storici portatori di una propria visione si confronteranno per approfondire alcune idee sull'avvenire dell'Europa per fornire un contributo alla "costruzione del futuro”.


di Vito Barresi

La Conferenza si snoderà in sessioni di problem solving che si svolgeranno nei giorni successivi a Taormina, con un’approfondimento stimolato da una platea di cittadini dell’Unione scelti tra l’opinione pubblica e studenti universitari, imprenditori; sindaci delle città europee.

Gli incontri saranno coordinati da Stefania Giannini, vicedirettrice dell'Unesco con sede a Parigi, responsabile della Direzione dell'Educazione, già Ministro all’Istruzione, Università e Ricerca in Italia; e Bill Emmott, già past director di Economist e autore del saggio 'Il destino dell’Occidente'.

Scrivono a tal proposito i promotori dell’iniziativa politico-culturale in un loro documento che:

“mentre stavamo redigendo il documento programmatico della Conferenza di Messina ed Taormina sulle 10 idee per un Europa del 21° Secolo, il continente stava affrontando la sua più grande crisi dal 1945, una crisi che non solo minaccia di accelerare le preesistenti mutazioni tecnologiche che hanno rivoluzionato pratiche e abitudini consolidate, ma che potrebbe anche produrre trasformazioni dirompenti a sé stanti.

Con l'evolversi di questa nuova crisi, è diventato chiaro che la pandemia Covid-19 è potenzialmente capace di ridisegnare in maniera radicale i fondamenti sia dell'Unione Europea che dell'intero stile di vita dell'Europa occidentale in modo drammaticamente costrutti- vo o distruttivo.

La decisione della Commissione Europea di proporre un piano di ripresa ambizioso e senza precedenti (i 750 miliardi di euro della Next Generation EU) che saranno finanziati con risorse proprie della Commissione Europea, è certamente il segno che il Covid-19 ha innescato un senso di urgenza mai sperimentato prima. Ma l'UE ha bisogno di qualcosa di più: ha bisogno di obiettivi e di meccanismi decisionali che possano traghettare uno straordinario progetto del ventesimo secolo nel nuovo secolo.

Inoltre, la pandemia ha messo in luce debolezze strutturali in quello che gli europei pensa- vano fosse il loro principale punto di forza. Pur credendo di vivere in quella parte del globo che gode della più alta qualità di vita, del welfare più avanzato e di alcuni dei migliori sistemi sanitari, in realtà molti paesi europei - in particolare Italia, Spagna, Francia, Belgio, Svezia e Paesi Bassi - sono stati i più colpiti in termini di vittime e di casi, e ora devono affrontare un enorme onere assistenziale con finanze pubbliche in crisi.

La storia insegna che dopo le guerre globali del ventesimo secolo sono stati creati nuovi "ordini mondiali": quello concepito nel 1919 intorno alla "Società delle Nazioni" dopo il pri- mo conflitto, ebbe meno successo di quello elaborato nel 1948 e culminò con la fondazione dell'ONU, del FMI, della NATO e, in ultima analisi, dell’Europa e della Comunità Economica Europea (CEE) come embrione dell'attuale Unione Europea.

Crediamo sia arrivato il momento per un nuovo inizio. Sessantacinque anni fa, fu una conferenza a Messina a determinare la creazione di quelle istituzioni (la Comunità Economica Europea e la Comunità Europea dell’Energia Atomica) che spianarono la strada al trattato di Roma."