Crotone e l’elezione del “Super-Io”. A briglie sciolte: tutti per... una (città) ma ognun per sé

8 agosto 2020, 09:55 Sr l'impertinente

“Chi due lepri caccia una non la piglia e l’altra scaccia”: ci pare questo più di altri uno dei proverbi che meglio s’adatti a descrivere quanto, negli ultimi tempi, stia accadendo al Partito Democratico di Crotone.


di Sr* l'Impertinente

In queste elezioni in “tenuta” estiva, quello che si ritiene essere il Pd “ufficiale, cioè titolare del simbolo, sta infatti e fin dall’inizio rincorrendo diverse lepri senza, però, riuscire a prenderne alcuna, e a pochi giorni dalla scadenza dei termini di caccia” (leggasi per la presentazione delle liste), sta rischiando di restare con le pive nel sacco e senza alleato alcuno.

La prima lepre che i Dem in “versioneIacucci hanno inseguito è quella che stava proprio nella sua stessa casa (o partito) che però, e nonostante la medesima appartenenza, è già bell’e fuggita in altri lidi ritenuti forse più consoni.

Fin dall’inizio il commissario provinciale dei Dem aveva invocato l’unità del partito, ponendo come principale paletto la mancata alleanza con l’area Sculco ed invocando una discontinuità con il passato.

La parte finora maggioritaria del Pd, invece, non ne ha voluto proprio sapere ed è anzi scappata a gambe levate verso prati più accoglienti e redditizi in termini elettorali, casa Sculco appunto.


“La morale non è

nulla più che

la regolarizzazione

dell’egoismo”.

(Jeremy Bentham)


Non è servito neanche l’intervento di alcuni esponenti nazionali del Partito a far ritrovare l’unità, con entrambe le parti rimaste sulle rispettive posizioni di partenza.

Così, l’ala Dem fedele alla linea della segretaria Antonella Stefanizzi, approvata anche dall’assemblea, ha già scelto non solo gli alleati quant’anche il candidato: Danilo Arcuri (QUI).

Ce n’è stata pure la presentazione ufficiale, con annessa benedizione e partecipazione dell’area sculchiana, e si lavora già alle liste mentre alle intimazioni del Commissario Iacucci la Stefanizzi risponde candidamente e laconicamente: il vero Pd siamo noi!

L’altro di Pd, invece, quello cioè che si ritiene l’ufficiale, non solo non ha ancora e neanche un candidato ma tantomeno un’alleanza su cui poter contare ed a cui sommare i propri voti.

L’altra lepre che Iacucci ha tentato di “cacciare”, nel senso di prender con sé, è quella dei movimenti che fanno capo a Leo Pedace e Luca Mancuso, che da tempo si dicono pronti e pure con diverse liste.

Così come diversi sono stati gli incontri con il commissario provinciale del Pd, e negli ultimi era stato profuso ottimismo a iosa su una possibile alleanza.

Ma alla fine non se n’è fatto nulla, con l’aggravante, poi, che almeno tre di queste liste alla fine andranno a rafforzare le fila dello schieramento di centrodestra con a capo il candidato a sindaco Antonio Manica (QUI).


“Nessuno è più egoista

di chi non può fare

a meno degli altri”.

(Amedeo Ansaldi)


Alla fine della fiera, e a poche settimane dalla presentazione delle liste, con la maggior parte dei movimenti che si sono accasati, scarseggia perfino la materia prima per poterle fare le alleanze.

In lizza resta Liberi per Crotone che, però, ha già un proprio candidato a sindaco, Filippo Sestito, appoggiato dal Comitato Magna Graecia, ma con loro l’accordo non è certo scontato.

Attualmente, dunque, il cosiddetto Pd ufficiale resterebbe solo in compagnia dei partiti del centrosinistra che, però, già in passato, e almeno in termini di voti ottenuti, si è dimostrato quasi vicino all’irrilevanza.

In queste condizioni, per l’ala Iacucci arrivare al ballottaggio si profila quindi come una chimera, un traguardo cioè ben difficilmente raggiungibile; quasi come se si fosse incartato da solo.

Alla luce di ciò si potrebbe concretizzare l’intervento, questa volta più che ufficiale, del Pd nazionale che richiami tutti all’ordine per evitare l’ennesima catastrofe in quella che una volta era una sua roccaforte.

C’è da ricordare, infatti, che il Partito Democratico ha incanalato nelle consultazioni, e a tutti i livelli, una serie impressionante di sconfitte che ne hanno minato, e non poco, la credibilità, le basi e la base.


“L’orgoglio

non vuole

essere in debito,

l'egoismo

non vuole pagare”.

(Anonimo)


Un novità dell’ultim’ora è invece il passaggio delle liste che fanno capo a Mancuso e Pedace all’ovile dal quale erano partiti, cioè quello del centrodestra ufficiale, e nonostante qualche screzio.

In pochi giorni, gli stessi movimenti - senza colpo ferire – sono così passati da un molto vicino accordo con il Pd - si dice sfumato per aver voluto imporre la candidatura di Pedace - allo schierarsi col centrodestra.

Va bene che nelle comunali i toni delle ideologie siano più sfumati, ma non può essere la stessa cosa per i candidati, almeno per quelli pensanti, trovarsi su opposti schieramenti nell’arco di poche ore.

Un altro aspetto che caratterizza questa tornata è poi l’ingerenza di politici provenienti da altre province e che cercano di dettar legge a Crotone (o quanto meno prendere decisioni rilevanti).

Non è un mistero, infatti, che il movimento di Pedace, alle regionali, abbia fatto riferimento e portato un migliaio di voti al catanzarese Mimmo Tallini. Così come, Baldo Esposito sia riferimento di Crotone da Vivere, ancora rimasta nel guado.

Per tacere, ancora, dello stesso presidente della Provincia di Cosenza venuto a dettare la linea del Pd locale, contro la volontà dell’assemblea cittadina del partito, così come del commissario regionale Stefano Graziano.


“L’egoismo non consiste

nel vivere come ci pare

ma nell'esigere

che gli altri vivano

come pare a noi”.

(Oscar Wilde)


Ma anche negli altri schieramenti non è che manchino gli scontri, rivolti però più all’esterno, e a causa di polemiche, accuse e repliche infinite che sinceramente stanno anche un po’ stancando e non solo gli elettori.

Poco spazio, invece, ai programmi, ai contenuti che pur servirebbero come il pane, viste le tante difficoltà in cui versa la città, mai così in disarmo.

Quelle che si stanno consumando, oggi come non mai, sono elezioni declinate soprattutto all’Io (o super Io?) e non al Noi, come invece dovrebbe essere; alla ricerca, cioè, di un posto al sole o più semplicemente di un posto e basta!

Prova ne sia che diversi dei possibili accordi e la difficoltà di stabilirne altri, si siano arenati proprio per la voglia assai diffusa di fare il sindaco, come dimostra d’altronde e platealmente il corposo numero dei candidati al soglio.

Quasi che fare il primo cittadino sia la cosa più facile al mondo, un ruolo per chicchessia, e chi se ne frega se dovessero, talvolta, mancare competenze ed esperienza, manco le condizioni di partenza fossero tra le più agevoli e quelle dell’ente affatto critiche!

Un eccesso di protagonismo individuale, d’altro canto, che non è certo una novità ma un “gioco” assai pericoloso per una città che balla rischiosamente sul ciglio del burrone.

Chissà, forse servirebbe recuperare un po’ di saggezza popolare; come quando nel veder le cose non andar bene, qualcuno sosteneva sarebbe stato meglio fare il “cazzone” piuttosto che il sindaco. Intelligenti pauca.

*Simbolo dello Stronzio