Crotone “chiusa per ferie”: quel patrimonio inestimabile tenuto malsanamente sotto chiave

4 agosto 2020, 11:30 Sr l'impertinente

“I siti archeologici sono una risorsa non rinnovabile; una volta che sono distrutti, le informazioni che contenevano vanno perdute per sempre” (Anonimo) ed “Il cemento ideale di una comunità è formato dalla coscienza della propria cultura e dalla capacità che abbiamo di conservarla ed accrescerla” (Ludovico Magrini).


di Sr* l'Impertinente

Benvenuti a Crotone Signori: antica città dove le cose si fanno a metà, dove ogni cosa sembra essere precaria, perfino quelle che paiono destinate all’immortalità.

La città dei quasi tre millenni che non riesce a valorizzare i propri beni culturali, di inestimabile valore, per incapacità o sciatteria (fate vobis!) di chi l’ha amministrata nel tempo.

La città che fu di molti personaggi illustri e uno su tutti: Pitagora, il più noto dei filosofi a livello planetario che in merito lanciò pure un noto anatema misto a profezia: “camminerete sull'oro e neanche ve ne accorgerete”.

Una città erede di quell’Antica Kroton di cui si parla da anni ma di cui nulla s’è fatto, tranne la posa di una prima pietra che - visto quant’è poi successo - sa più di un’autentica farsa.

Eppure c’erano tutti i presupposti per far diventare questa antica polis, davvero, un attrattore culturale di prim’ordine, nel mondo, considerata la sua storia ed i personaggi interessati.

E c’erano perfino i soldi, anche un bel gruzzoletto, che si sta però sempre più assottigliando per l’inerzia di chi avrebbe dovuto spenderli sì ma con giudizio e senza sperpero.


“È il destino dell’archeologo

quello di vedere frustrati

anni e anni di lavoro e ricerche”.

(Dal film “Indiana Jones

I predatori dell’Arca perduta”)


Crotone dal castello chiuso per la presenza del Tenorm, un materiale pericoloso qualora venga a contatto diretto con l’uomo. Quel maniero di “Carlo V” ormai off limits da oltre due anni, precisamente dal 13 aprile 2018.

Recentemente è stato annunciato dal tavolo strategico regionale uno stanziamento di 1,2 milioni di euro per la sua bonifica, a cui si aggiungerebbero altre somme impegnate e non spese per un importo di 4,2 milioni.

Peccato, però, che questi 1,2 milioni siano stati presi sempre dallo stesso calderone, vale a dire quelli destinati ad Antica Kroton, la cui “dotazione” totale ormai si attesta sui 60 milioni.

Qualcuno obietterà pure che sia meglio spendere questi denari nel castello che non in pubblicità e comunicazione, così come intendeva fare la precedente amministrazione a trazione Pugliese-Sculco, capace di spenderne 100 mila di euro per una sola serata.

Il fatto, però, e come accennato, è che il cosiddetto “tesoretto” si stia sempre più riducendo passando per esempio dai 100 milioni al tempo del duo Bianchi-Berlusconi a poco più della metà di oggi. Senza colpo ferire.

Merito questo (o demerito secondo i punti vista) di un’altra coppia di stessa estrazione politica, quella del centrodestra, Scopelliti-Stasi, che ne hanno sottratto una buona fetta con la promessa restata vana di reintegrarli.


“Un archeologo

è un marito ideale.

Più invecchi e più

si interessa a te”.

(Agatha Christie)


Qualcun’altro obietterà magari che gli eventuali turisti possano pure optare sul visitare altre ed inestimabili bellezze crotonesi, come ad esempio quelle custodite nel Museo Archeologico Nazionale.

Certo, ma siamo pur sempre a Crotone, non dimentichiamolo. Il museo - tra l’altro vicino al Castello - è sì aperto ma di recente e manco nella sua interezza, ovvero a metà col solo piano terra e non anche il primo.

E quello chiuso, naturalmente, è proprio quello che custodisce il tesoro di Hera Lacinia ed altri importanti reperti che il mondo ci invidia e che questa città, invece, pare voglia quasi continuare a nascondere.

Ma quale sarebbe, ci si domanderà, il problema così importante che tenga chiuso parte del museo in piena estate? Semplice: gli impianti di climatizzazione della struttura che non sarebbero a norma e non garantirebbero l’areazione necessaria soprattutto in tempo di Covid.

Neanche l’intervento di privati, che per ben due giorni ne hanno sanificato i locali e per giunta gratis, ha regalato la possibilità ai turisti di poter ammirarne il suo patrimonio.

Anche qui qualche inguaribile ottimista potrebbe sostenere che sia sempre meglio di quanto accada per l’altro Museo archeologico, quello di Capo Colonna, completamente chiuso da mesi. In pratica è come se si invitassero ospiti a casa e poi gli si facesse trovare chiuso il salotto buono.


“L’archeologia non è

quello che si trova,

è quello che si scopre”.

(David Hurst Thomas)


Tornando per un attimo al museo archeologico di città, va fatto notare come tra i “servizi accessori”, oltre alla possibilità ovviamente di far ammirare i reperti, ai turisti venga anche offerto e gratuitamente quello di “sauna” e che siamo certi molti di loro apprezzeranno, specie con le temperature di questi giorni d’agosto.

Rispetto al museo di Capocolonna, invece, alcuni dei custodi, vista la sua chiusura, sono stati dirottati nel castello di “Le Castella”, anche questo aperto ma a metà: diciamo a part-time.

È facile quindi immaginare l'imbarazzo degli addetti che dovranno spiegare questa cosa ai turisti provenienti da ogni parte ed attratti dalla réclame dell'immagine della Calabria proprio con le foto dalla nota fortezza sul mare.

Eppure un certo segnale sul come le cose sarebbero andate a finire, lo aveva dato al suo esordio il vicepresidente della Giunta regionale, oltre che assessore alla Cultura, Nino Spirlì, che elencando le località della Calabria da rivalutare aveva purtroppo dimenticato Crotone.

Nonostante la sua successiva “retromarcia” e pure le belle parole spese, la sensazione è che questa “misera” cittadina sia stata dimenticata da tutti gli attori in campo, soprattutto Regione e Ministero ai beni culturali, e sebbene lo stesso Mibac abbia l’abbia designata a sede della nuova soprintendenza di Crotone e Catanzaro (e conseguente levata di scudi del capoluogo di Regione, che l’ha reclama a colpi di ricorsi).


“Siamo abituati a pensare

che l'immortalità sia

una linea che non finisce,

mentre io da archeologa

la sento piuttosto come

un istante eterno:

quello della scoperta”.

(Flaminia Cruciani)


Così, tra tutti questi luoghi chiusi e beni culturali nascosti, la città pare adeguarsi cercando di mostrare ai turisti qualcos’altro e magari d’alternativo, ad esempio opere di pura “street art” realizzate con materiali di scarto come cumuli di rifiuti e roba simile: materassi d’ogni forma e dimensioni, mobilia e arredamento usato, ecc. Il tutto a fare bella mostra di sé come in un catalogo degli orrori.

E il tutto pure nell’indifferenza generale, quasi una sorta di deriva del brutto, un assassinio della bellezza, con l’assuefazione che regna ormai sovrana e Pitagora che dall’alto rimbrotterà che ce l’avevo detto.

Una citazione tra le antichità cittadine, sempre attuali e di moda, per lo più in tempi d’elezioni, un posticino, non dimentichiamocelo, lo meritano anche ed infine alcuni dei candidati a sindaco e al Consiglio Comunale: autentici Sfingi di un tempo che fu.

Sopravvissuti imperituri a Civiche Assise come pure a disastri, tra musei chiusi, sfregi ad una città violentata dal cemento e anni di malgoverno, ad ogni elezione sono gli unici ad uscire dai rispettivi mausolei facendo pubblica mostra di sé tra manifesti offerti gratuitamente agli occhi di estasiati turisti, ancora più ammaliati dalla loro vetustà.

Per ammirare il tesoro di Hera, invece, ci sarà certamente tempo alla prossima volta!

*Simbolo dello Stronzio