Crotone ritorna in A ma non sceglie il suo futuro: Citysport o CityVrenna?

24 luglio 2020, 11:25 Il Fatto

Che Crotone sia ormai una città a “marchio Vrenna” nessuno lo mette in dubbio. Quando mai tanto bene per l’orgoglio sportivo di una città si era visto da secoli a secoli, se non da questo unico e monopolista gruppo economico familiare, proprietario di uno stemma d’impresa ad ampio spettro che va dalla Sovreco, settore rifiuti ed energia, fino al turismo e al calcio spettacolo e finanziario?


di Vito Barresi

Comunque sia, sta di fatto però, che nell’arco di questi convulsi anni di ascesa, caduta e risalita della squadra rossoblù alle più altre vette del calcio d’affari nazionale, al netto delle ormai scontate, teatrali e mediali, occasioni finali di esultanza, gioia e grande attaccamento fideistico ai colori e alla maglia da parte di migliaia di tifosi della squadra, oltre che di soddisfazione per le migliaia di paganti bramosi di tornare a rivedere le stelle dei grandi del campionato in trasferta su un “campetto” di questo estremo sud, poco se non assolutamente nulla è stato fatto, specialmente dai proprietari della società calcistica, su alcuni punti cardine da “regolare” e armonizzare tra calcio spettacolo e d’affari e realtà locale.

Sarà utile quindi, in vista di questa rentrée speciale nel calcio alle prese con il dopo coronavirus, cominciare a fare il punto sui mancati vantaggi collettivi, le quasi inesistenti ricadute economiche e occupazionali in sede comunale, il peggioramento e non il miglioramento dei servizi urbani connessi all’evento calcistico che si è propagandato come grande attrattore di positività per tutta l’economia e la società crotonese, ma che evidentemente è stato foriero di plus valenze esclusivamente per la mano privata, a fronte di molti e non invisibili carichi di diverso peso per la mano pubblica e municipale.

Non ci credo molto, anzi sono scettico e dubbioso, tuttavia lo scrivo e lo ribadisco che, a mio avviso, uno dei punti vincolati del programma dei candidati alla carica di Sindaco dovrebbe essere proprio un capitolo su cui chiedere il voto e la fiducia degli elettori, proprio quello con il titolo grande “riordino dei rapporti tra Comune di Crotone e gruppo Vrenna”.

In breve, un blocco programmatico su cui è urgente agire per superare ogni confusione, ogni ridondanza e contiguità, fin troppo scontate e automatiche, per mettere ordine e chiarezza nei rapporti tra Comune di Crotone Gruppo Vrenna, sia nel settore della “salvaguardia ambientale”, per ciò che riguarda i mega insediamenti industriali di questa società nel territorio municipale, che vanno dalle discariche agli inceneritori, sia in quello della gestione dello sport, dell’impiantistica strutturale attuale, del possibile e necessario nuovo stadio da progettare, localizzare e costruire, con tutte i processi di crescita evolutiva che ne devono conseguire, in uno schema che dovrebbe priorizzare l’interesse pubblico armonizzandolo con quello privato.

Per avviare questo nuovo processo virtuoso occorre confrontarsi, discutere decidere insieme parte pubblica e privati, non su una ma su molteplici questioni ivi compreso il problema dell’uso delle denominazioni sociali e aziendali, nonché delle royalties che sui nomi se ne ricavano, cioè quanto in giurisprudenza va sotto il nome di “diritto di denominazione”, relativamente al titolo sia dello stadio che dei simboli e dei colori della stessa squadra.

Non fosse altro per dire che il calcio a Crotone è più ‘pubblico’ che ‘privato’. Anche se tra Comune e Gruppo Vrenna tutti più o meno fanno finta di non accorgersene.