La finta unità del Pd crotonese nel mondo incantato del commissario Iacucci

22 luglio 2020, 13:47 Sr l'impertinente

“L’unità può essere manifestata solo dal binario. L’unità in sé e l'idea di unità sono già due” (Buddha). E poi arriva lui, il commissario di federazione provinciale del Pd, con le sue sentenze che caratterizzeranno questa “stagione” elettorale crotonese, estiva ed anomala.


di Sr* l’Impertinente

Stando a quanto afferma nelle sue ormai “mitiche” note, Franco Iacucci pare proprio viva in un mondo tutto suo, completamente disconnesso dalla realtà dove, di tanto in tanto, viene chiamato ad operare: Crotone, appunto.

Non si è smentito neanche nell’ultima sua apparizione in città, ieri, dove per l’intera giornata è stato protagonista di incontri suggellati, alla fine, con l’oramai classici comunicati di fine serata, sempre attesi dai giornalisti come una manna.

La prima esternazione “commissariale” è al limite dell'incredulità e della contraddizione in termini: Il Partito democratico c’è, è unito e pronto a scendere in campo nella prossima competizione elettorale” (QUI).

Dire che il Pd, in genere ma quello crotonese in particolare, sia unito è come sostenere che la compianta Moana Pozzi fosse illibata o che in Calabria si siano succedute giunte regionali che abbiano ben governato.

Un’affermazione questa, poi, ancor più incredibile perché esternata al termine di una serie di incontri in cui è apparsa ancor più netta (se possibile) la divisione nel Pd pitagorico che ormai dura da anni e che si sbatte tra chi Sculco voglia e chi no.


“L’essenza del bello

è l’unità nella varietà”.

(Felix Mendelssohn)


Ma il soldato Iacucci si è spinto addirittura più avanti attribuendo ai Dem “un ritrovato entusiasmo, mettendo in campo forze fresche ed energie nuove, che vanno ad aggiungersi all’esperienza e alla conoscenza del territorio di chi nel partito milita da sempre”.

Effettivamente era talmente tanto l’entusiasmo, e pure il clima di grande serenità, che c’è stato chi il commissario s’è pure rifiutato di incontrarlo: ad esempio il portavoce della segreteria cittadina, Carmine Talarico.

Ed anche gli incontri avuti, nella maggior parte sono andati nel solco da lui previsto, come quello - solo per citarne uno - con Marilina Intrieri, che certo non gliele ha mandate a dire.

Eppure Iacucci è stato ri-mandato a quel … di Crotone proprio per tentare di riunire le due anime del partito che, nonostante ciò che ha scritto, e dopo la sua partenza, pare ancor più spartito prima.

Il commissario ha sostenuto di essere tornato in città per mettere un punto alle polemiche dei giorni scorsi e avviare la macchina organizzativa in vista dell’imminente competizione elettorale”, annunciando che si stia lavorando “alla definizione del perimetro della coalizione allargata che metterà insieme diverse anime della città. Coalizione che esiste già e alla quale il commissario stava lavorando da tempo”.


“Nessuna forza

potrà mai tenere uniti

due pensieri che non

si appartengono”.

(CannovaV, Twitter)


Uno dei mantra che Iacucci va poi ripetendo nelle sue sortite crotonesi è quello della “necessità di percorrere la strada della discontinuità rispetto al passato” ribandendo che per il resto si sia disponibiliad aprire un dialogo con chiunque abbia a cuore le sorti della città”.

Peccato, però, che nelle sue tre visite in terra pitagorica abbia incontrato molto più un Leo Pedace (che con la passata Amministrazione qualche contattino ce l’ha pure avuto) che non la segretaria del Pd, Antonella Stefanizzi: tre volte l’uno e solo due l’altra.

Come se non bastasse, inoltre, s’è pure visto con Crotone da Vivere, che fino a pochi giorni fa era seduta al tavolo del centrodestra, e che ha come referenti Giovanni Capocasale e Massimiliano Bianchi, quest’ultimo ed anche lui attivo e poi dissidente nella precedente maggioranza.


“È necessario unirsi,

non per stare uniti,

ma per fare

qualcosa insieme”.

(Goethe)


Un’altra affermazione del commissario, anche qui al limite della contraddizione, è quella in cui ha annunciato che il Pd crotonese - con autentico spirito di servizio! - sia pronto nientepopodimeno che “per un progetto politico innovativo”.

Va ricordato che la parte del partito fedele alla sua linea di discontinuità, che si traduce in buona sostanza con un No a Sculco”, è quella composta da Peppino Vallone, Nicodemo Oliverio e Sergio Contarino.

Nomi, questi, che striderebbero e non poco con quel concetto di discontinuità col passato, così come con quello di un progetto politico “innovativo”, essendo gli stessi ormai da decenni sulla scena. Ma tant'è!


“La ragione per cui

il mondo manca

di unità

e giace a pezzi

e a mucchi

è che l’uomo

manca di unità

con se stesso”.

(Ralph Wald Emerson)


Quanto proprio a nomi (e pure cognomi) cominciano intanto a saltar fuori possibili pretendenti alla guida del centrosinistra crotonese, ed anche qui c’è ben poco di che stare allegri.

In realtà, più che altro si tratta di autocandidature. Ad esempio: Mario Galea, ex consigliere comunale dei Dem, che si è auto proposto a sindaco sia per mezzo di una lettera riservata alla segretaria Stefanizzi che personalmente nell’incontro con Iacucci.

C’è poi chi, come l’ingegnere Antonio Bevilacqua, con la sua lista civica “Variante”, si è addirittura auto proclamato uomo della provvidenza, in grado di mettersi al volante di un’ampia coalizione che comprenda non solo l’area Sculco ma anche Gaetano Grillo e anche il Movimento 5 Stelle. Pensate un po’ la genialata!


“Una famiglia unita

è sempre più numerosa

di una famiglia divisa”.

(Proverbio cinese)


È di queste ore, ancora, l’ultimo ingresso in campo di un’altra lista e con tanto di rispettivo candidato a primo cittadino (come se ce ne fossero già pochi), vale a dire quella del comitato “Magna Graecia”.

E subito su questa nuova “compagine” ci si è piombato il candidato Pentastellato, Andrea Correggia, che ha chiesto un’alleanza esternando un vicinanza di pensiero con lo stesso comitato.

Proprio il giorno in cui Capocasale incontrava Iacucci, si è palesato invece il candidato del centrodestra, Antonio Manica, che ha lanciato un invito ai movimenti civici affinché ritornassero all’ovile, assicurando pari dignità.

Anche quest’ultimo appello - a testimonianza che la mancata coerenza non sta solo da una parte - è arrivato dopo settimane in cui i movimenti dell’area Cdx sono stati letteralmente presi a pesci in faccia.

Sono stati, nell'ordine, prima esclusi dalle riunioni ma soprattutto dalle decisioni, come quella e ad esempio del candidato a sindaco, poi richiamati alla base vedendo il proliferare di liste negli altri schieramenti.

Stessa cosa per l’Udc, che prima schifato dai tre maggiori partiti (FI, Fdi e Lega) e che ora si sta cercando di recuperare, dopo un intervento dei vertici regionali degli partiti: praticamente, come chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati.


“L'unica vera unità

è quella che contiene

tutte le contraddizioni

e i movimenti irrazionali:

altrimenti finisce

per essere di nuovo

un legame spasmodico

che fa violenza alla vita”.

(Etty Hillesum)


In una delle campagne elettorali più confuse e contraddittorie che si ricordi a memoria d’uomo, dove i recinti degli schieramenti sembrano essere sempre più virtuali, non c’è che da aspettarsi, già dai prossimi giorni, delle sconvolgenti novità.

Intanto, in settimana sono stati annunciati in arrivo i big nazionali del Pd, che dovranno cercare di metter mano al marasma esistente, nonostante l’ottimismo di Iacucci.

In pratica, i Dem si giocano la tripla, dopo che il commissario regionale Stefano Graziano ha dato ragione alla segreteria cittadina e il provinciale Iacucci s’è detto invece a favore dei dissidenti. Che farà quindi il nazionale?

E meno male - come ha scritto lo stesso commissario provinciale - che “il Partito democratico c’è”, perché in caso contrario si sarebbe dovuto inventarselo così come quelle vaga convinzione di Iacucci che sia perfino unito.

*Simbolo dello Stronzio