Nudisti con la mascherina nel Paradiso perduto di un’estate col Coronavirus

Una mascherina con la biblica foglia di fico all’Adamo ed Eva? I paesaggi sono incantevoli, autentici scorci di Eden terrestre che si trovano disseminati nella geografia della bellezza più “esclusiva” del Mediterraneo europeo. Anche quest’anno l’offerta turistica dei campeggi naturisti, un tempo più pruriginosamente e sbrigativamente solo spiagge dei nudisti, è tra quelle che più invogliano l’immaginario vacanziero dopo mesi e mesi di quarantena forzata ai limiti della legittimazione costituzionale.


di Giovanna Fichera

La novità stagionale ci sta tutta perché per poter vivere il gioioso ritorno allo stato di natura almeno qualcosa bisognerà indossarla per rispettare i regolamenti sul distanziamento Covid 19.

Nudi sì ma dalla mascherina in giù. Un obbligo che spinge oltre venti milioni di naturisti, tanto se ne contano negli stati membri dell’Unione Europea, a ripensare ai propri desideri identitari e profondi, a modificare il modello di vita comunitaria all’interno di circa seicento strutture naturiste europee, campeggi e villaggi turistici, tantissime spiagge, più di duecento nella sola Spagna.

Quanto di fascino farà perdere e quanto di “glamour” aggiungerà lo straccetto bianco o multicolore tanto alla moda in quest’estate 2020 così atipica, persino anomala e, dunque, per sé diversa, lo capiremo anche scrutando il modo con cui le chiappe chiare porteranno sulla riva del mare azzurro, se con non chalance e fastidio, l’obbligatoria mascherina d’ordinanza.

Il Coronavirus ha radicalmente modificato quella che è la più grande attività umana, sociale, economica, culturale del pianeta, non da oggi ma dalla notte dei tempi, spostarsi, viaggiare, migrare, trasferirsi anche se temporaneamente.

Oggi viaggiare è diventato complicatissimo. Lo si vede negli aeroporti, nei porti e nelle stazioni ferroviarie. Grandi filiere, vettori, gigantesche agenzie di tour operators sono sprofondate in una crisi di immani proporzioni, un cataclisma memorabile, dopo che la rete mondiale dei trasporti era stata messa a punto da investimenti, lavoro, ingegnerie, fondi statali e privati, improvvisamente crollati con l’espandersi planetario e inarrestabile del contagio.

Bandana o museruola che dir si voglia per i cultori e i praticanti di questo modo di far vacanza, gli imprenditori turistici del settore sono già alle prese con la nuova normativa anti coronavirus a partire dai campeggi in Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Sardegna, Sicilia e Calabria nelle spiagge, tra cui primeggia il Lido di Dante a Ravenna, il Nido dell'Aquila a San Vincenzo, in provincia di Livorno, Capocotta a Roma tanto amata da Rino Gaetano, e al Sud la sempre gettonatissima e frequentatissima località Pizzo Greco, nel comune di Isola di Capo Rizzuto in Calabria.

A Pizzo Greco non si giunge con Google Maps ma a piedi, camminando lungo i calanchi d’argilla, tra lunghe siepi incolte di liquirizia, dal fogliame verde e appiccicoso.

La struttura sta in uno degli ultimi resti del latifondo antico calabrese, uno di quei posti dove respiri la luce accecante delle mitologie sommerse nel Mare Jonio. È qui che si mette in moto, quasi d’istinto, la voglia di svestirsi non solo di quel che porti addosso ma dei tuoi consueti e consunti abiti mentali.

Da questa parte estrema si può osservare la prima inclinazione morale e di costume della prima estate italiana sotto il segno virale di Covid 19, cominci a capire che non sarà la mascherina ma quanto accaduto nel più recente passato invernale a trasformare, una mutazione davvero antropologica, la dimensione e la percezione stessa del fare turismo, affrontare l’esperienza esistenziale della vacanza.

Nel book delle foto, tra le istantanee degli attimi felici e indimenticabili, insomma l’instagramm del nudismo mediterraneo, c’è né una fatta a posta per far dire che in questo luogo “appartato” la letteratura si fa memoria, un nudo di donna con libro in mano.

Tornano sul mare leggermente increspato da una brezza marina africana le impressioni di una grande scrittrice europea, partenopea, cosmopolita, Fabrizia Ramondino, viaggiatrice per scelta sempre in cerca de “l'altrove che esiste, ma lo vedi solo se ti denudi, se ti liberi, se acquisti uno sguardo strabico”.

In Calabria, questo biglietto si può acquistare alla reception del campeggio più importante del crotonese, ricevendo in cambio una buona visione di un lembo di Paradiso sperduto nell’Eden globale che soffre per l'inquinamento e la pandemia.

Oltre alla mascherina obbligatoria non dimenticate di mettere in valigia anche l’ultimo romanzo di Arto Paasilinna, Aadam ed Eeva, duecentocinquanta sei pagine, stampate da Iperborea.