Le faraoniche panchine dell’Imperatore Ottavio Rizzuto accusato di ’ndrangheta da Gratteri. Dove finirà l’arredo urbano pagato dall’Ue?

14 giugno 2020, 16:00 Politica.24

Le panchine in Piazza Duomo non erano certo leggere come le note di Piazza Grande cantate da Lucio Dalla. E non erano certo messe lì per caso. Erano l’omaggio dell’amministrazione tutt’altro che nostalgica ma molto, molto interessata ai piccioli grandi e medi dell’ormai dimenticato professore Senatore. Un gran figlio della Lupa missina pitagorica, persona integerrima, con il piccolo ma non trascurabile difetto di avere come fidatissimi collaboratori molti nomi finiti nel radar delle inchieste di Nicola Gratteri, tipo quella sulla Misericordia di Isola Capo Rizzuto e la più recente indagine su banche, lavori pubblici comunali e ’ndrangheta, la Thomas, che ha coinvolto la mente del sogno di don Pasquale, l’ingegnere Ottavio Rizzuto.


di Vito Barresi

Finalmente occultato l’inguacchio sono tutti felici e contenti a Crotone. “Hai visto? Avevamo ragione noi...”, anzi nel dialetto di questa bella ma molto strana cittadina ionica calabrese non si fa altro che ripetere in dialetto “ti l’ava dittu iu ca…”, te l’avevo detto io che...

Comunque sia, detto o non detto, sta di fatto che nessuno si chiede né dove andranno a finire, né da dove vengono i troni di pietra che tanto sono costati all’Unione Europea, soldi alla mano e tanti, felici e contanti, con il famoso programma Urban.

O dove sono andate a finire le basole novecentesche tra modernariato e antiquariato a migliorare il valore immobiliare di altre viuzze a “cinque stelle”, forse sfuggite ai percorsi della Madamina parlamentare.

Era la torrida estate dell’anno di grazia 2003 quando il Sindaco Pasquale Senatore si vantava avere in Giunta pezzi forti davvero, adesso e nell'ora, tipo Lando Fiorino e Riso Gallo, ma soprattutto l’allora imperiale, potentissimo, indiscutibile, supertecnico, ma anche assessore, politico, banchiere, fondatore della lista Manifesto per Crotone, propulsore di Forza Italia, dicasi il celeste ingegnere degli ingegneri Ottavio Rizzuto, da mesi accusato da Nicola Gratteri (QUI) di essere il perno, l’asse portante dell’inchiesta Thomas (QUI) in quanto ritenuto affiliato alla ’ndrangheta cutrese e crotonese.

Pasquale, con una mano alla parola e l'altra alla cassa, varava un poderoso e danaroso appalto per la riqualificazione delle vie Suriano e Lucifero e delle piazze e traverse ad esse collegate, nel quadro degli interventi di recupero urbanistico e rivitalizzazione socio-economica previsti dal piano di iniziativa comunitaria (Pic) Urban II, in men che non si dica, come il duce alla bonifica dell'agro Pontino.

Lavori che vennero appaltati alla ditta Caruso & Pettinato che offrì una cifra inferiore del 21,11% dell’importo a base d’asta di euro 1.665.736.

Pavimentazione e arredo urbano di Piazza Duomo dovevano, a sentire le magniloquenti parole dell’imperatore della Magna Grecia, ing. Ottavio Rizzuto, rappresentare il fiore all’occhiello dell’intera Unione Europea, niente poco di meno che:

una sfida messa in campo dalla Ue che non è quindi tecnica ma politica, ed investe i diritti fondamentali di cittadinanza, di occupazione, di qualità della vita; in parole povere, gli stessi principi della democrazia.”

L’intera piazza, come disastrosamente si può oggi constatare a occhio nudo o con il drone, venne completamente stravolta nel suo naturale assetto geografico, una naturale collinetta d’argilla concava che venne brutalizzata in una fossa convessa, appiattita per pavimentare lo spazio con pietra liscia lavica, posizionata in modo da formare, al centro, un ottagono, omaggio grafico al vecchio “sedile dei nobili”; all’interno dell’ottagono non trovò mai posto un vagheggiato olmo, destinato a rinverdire la memoria storica dell’ “albero della libertà” innalzato nello stesso punto durante i moti del 1799.

Completava la pavimentazione, nello spazio antistante il Duomo, una trama concentrica semicircolare scandita da raggi realizzati in pietra di travertino bocciardato, al fine di evidenziare la presenza della chiesa come elemento emergente della piazza (sic, sic e super sic!).

Ma tralasciando i sogni, gli incubi e la dietrologia che qui in molti mi raccontano come la piena del Mississipi, con domande surreali tipo ma dietro il Gladio c’è l’ombra della ‘ndrangheta? Ma la giunta di Pasquale Senatore fu fascista o ‘ndranghetista?

A me umile cronista di paese tocca solo chiedere a chi di dovere, insomma alle autorità statali in carica comunale, dove andranno a finire le faraoniche panchine di pietra scura di fiume che costarono tanti ma tanti soldi ai Fondi Europei?

Quale sarà la loro destinazione adesso che la Commissaria Prefettizia Tiziana Costantino ha fatto spostare le sedie colossal da Piazza Duomo, dove erano state sistemate come arredo urbano nel 2003 con i soldi dell'Unione Europea, a Piazza Pitagora con uomini e mezzi usi ai lavori di ordinaria manutenzione?