Crotone hub del gas naturale? Sì, no, non so! Le vie dello sviluppo tra competenze e posizioni preconcette

16 maggio 2020, 18:02 Opinioni&Contributi

L’interrogazione parlamentare dell’Onorevole Barbuto, del M5S (QUI) ha posto al centro del dibattito locale, monopolizzato dal Covid-19, il progetto della società partenopea Ionio Fuel riguardante la realizzazione di un hub di stoccaggio del Gnl (Gas Naturale liquefatto) sul nostro territorio.


di Alessio Critelli

Prima di addentrarmi in una valutazione degli effetti e delle ricadute del progetto in questione e, quindi, di merito tecnico, non posso non esprimere qualche perplessità circa gli atteggiamenti di contrarietà a prescindere, assunti da coloro i quali, ancor prima di aver valutato tecnicamente le strategie e le soluzioni impiantistiche, assumono posizioni o di totale assenso o di diniego pregiudiziale.

È la dimostrazione di quanto il tema “ambiente rappresenti, per alcuni, non un fine ultimo ponderato e approfondito, ma un retaggio ideologico, a dispetto di analisi oggettive e di merito, in un tentativo di intercettare, solo ed esclusivamente elettoralmente, un tema che sta tanto a cuore a tutti noi Crotonesi.

Progetti di questa portata, sia per le ricadute economico-sociali, quanto per le valutazioni di impatto ambientale e paesaggistico, richiedono competenza e conoscenza, non posizioni preconcette e, di fatto, campate in aria.

Diventa ancor più grave e inapprezzabile quando questo atteggiamento viene assunto da chi non sembra mai essere attraversato dal dubbio e si propone, di contro, come l’alternativa salvifica ai fallimenti e all’evanescenza della politica locale, dell’altro ieri, di ieri e, magari, di domani, se non dovesse farcela neppure la prossima volta.

Da giovane osservatore trovo sconfortante che la politica si chiuda in posizioni autoreferenziali che irretiscono qualsiasi attività imprenditoriale, in un territorio che sin dalla chiusura del complesso industriale, invoca a gran voce una rinascita del proprio tessuto produttivo.

Senza addentrarci in tecnicismi ignoti ai più, i due processi con maggiore impatto ambientale nella filiera del trattamento del Gas Naturale sono la liquefazione e la rigassificazione mediante apposito impianto.

Il primo viene effettuato per portare allo stato liquido il gas naturale, riducendone il volume per facilitarne il trasporto sia per mare che su ruota. Questo processo avviene portando il gas a temperature pari a -163°C a pressione atmosferica.

Il secondo può avvenire attraverso l’utilizzo di impianti di rigassificazione che trasformano il gas naturale da liquido ad aeriforme per l’utenza finale, somministrandovi calore o in cicli aperti (con utilizzo di acqua marina) o in cicli chiusi per mezzo di combustione. In entrambi i casi, il processo avviene non senza costi da un punto di vista ambientale.


Il progetto non prevede

impianti di liquefazione

o di rigassificazione

ma di stoccaggio

e con serbatoi criogenici


Nella proposta della Ionio Fuel (QUI) non sono previstiimpianti di liquefazione né impianti di rigassificazione. Il progetto consiste nella realizzazione di un impianto di stoccaggio, con serbatoi criogenici, del GNL che verrebbe acquistato nelle condizioni liquide e rivenduto nelle medesime condizioni per soddisfare la crescente richiesta in tre settori principali: quello navale, quello dei grandi mezzi e quello delle attività produttive.

L’acquisto del Gas Naturale in forma liquida, per la successiva rigassificazione e vendita, non sarebbe da un punto di vista economico, remunerativo per l’azienda proprietaria dell’impianto, senza contare la presenza delle piattaforme a largo delle nostre coste che già estraggono il metano in forma gassosa.

Ciò che ha suscitato preoccupazioni, non opportunamente indagate, è che l’impianto in questione prevede sì un marginale processo di rigassificazione ma non attraverso un apposito impianto, bensì come conseguenza naturale della stagnazione del liquido nei serbatoi di stoccaggio, senza conseguenze ambientali.

Il BOG (Boil off Gas), il gas di evaporazione dovuto all’effetto che il calore esterno esercita sul serbatoio, verrebbe convogliato in apposite condotte di allaccio alla rete di trasporto del metano gassoso per l’uso industriale o residenziale aprendo la strada a diverse opportunità per le aziende locali.

Da un punto di vista economico, invece, gli effetti e le ricadute sul territorio potrebbero essere molteplici.

Innanzitutto, il sistema permetterebbe, tra operatori diretti sull’impianto e aziende che vi orbiterebbero per le diverse mansioni, una ricaduta occupazione di circa 500 unità anche di personale qualificato e specializzato che non sarebbe costretto ad emigrare in cerca di occupazione.

In secondo luogo, la nascita del primo ed unico hub di stoccaggio del GNL, sottrarrebbe il porto commerciale di Crotone da quell’isolamento e scarsa movimentazione che lo ha caratterizzato sin dalla nascita del porto di Gioia Tauro, oltre che al processo di deindustrializzazione innescato dalla crisi delle produzioni chimiche e della metallurgia non ferrosa.

Tutto questo, nonostante la posizione strategica rispetto alle diverse rotte commerciali che si intersecano nel Mediterraneo e alla prospettiva della “Via della Seta”, un accordo commerciale stipulato tra il Governo italiano e la Repubblica Popolare Cinese che non esclude la stessa Unione Europea.


Il potenziale del territorio

rispetto ai processi

che l’economia globale

ha innescato

in tutto il Mediterraneo


Terzo aspetto, come già accennato, attraverso accordi opportunamente stipulati con la società proprietaria dell’impianto, il GNL potrebbe essere rivenduto a prezzi concordati alle attività locali, per essere utilizzato nei processi produttivi e nella realizzazione di nuove tecnologie ad elevata efficienza energetica, quali impianti di microcogenerazione per l’autoproduzione di energia elettrica ed energia termica, con notevoli risparmi in termini di approvvigionamento energetico.

A questo si sommerebbero le frigorie prodotte per il mantenimento dei serbatoi a temperature criogeniche, da poter utilizzare in quei processi produttivi che prevedono stoccaggio di prodotti in celle frigorifere.

Quanto detto sopra non vuole essere una difesa del progetto della Ionio Fuel né un assenso, ma l’intenzione di fornire elementi di valutazione che siano tecnici, oggettivi e contestualizzati al nostro territorio e alle sue ambizioni economico finanziarie e sociali, lungi da qualsiasi pregiudizio ideologico e politico.

L’interesse manifestato dalla Ionio Fuel, come già avvenuto in passato per analoghe attività imprenditoriali, dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il potenziale economico e strategico del nostro territorio rispetto ai processi che l’economia globale ha innescato in tutto il mediterraneo.

Una centralità che rilancia e si completa nel progetto della Crotone 4.0, l’ulteriore step evolutivo della città dei tre millenni: Kroton Cotrone Crotone.

L’occasione propizia per ridisegnare le ambizioni dell’intero territorio Pitagorico e della “Città dello Ionio” come conurbazione dei comuni limitrofi al Capoluogo.

Una road map dello sviluppo economico ed urbano le cui linee guida saranno valorizzate dal futuro PSC da affidare, condividendo la proposta dell’Avv. Gaetano Grillo, a figure tecniche di spessore e fama nazionale e internazionale.

In tal senso, il progetto della Ionio fuel, la cui discussione è opportuno rimandare a dopo la campagna elettorale, per non alimentare strumentalizzazioni, dovrà incastonarsi e non confliggere con quel processo di riconversione industriale che la Comunità Crotoniate auspica dalla chiusura delle fabbriche e mai, opportunamente e concretamente, avviato per ridisegnarne identità e futuro.

Un processo di riconversione che sappia coniugare le vocazioni turistiche con progetti di rilancio produttivo e che guardi all’area industriale e all’area SIN (Sito di interesse nazionale) soggetta a bonifica, come il nucleo di una “coesistenza” compatibile e, quindi, proficua.

Gli errori e le paure del passato ci obbligano ad assumere posizioni critiche nel merito e meditate, per non rischiare di issare barriere architettoniche a qualsiasi prospettiva di sviluppo.