La città al tempo del Covid-19 e quel virus della coerenza che non vuole proprio “infettare” Crotone

5 marzo 2020, 10:32 Sr l'impertinente

“È facile essere coerenti, quando si hanno poche idee; ancora più facile, se non se ne ha nessuna” (Antonio La Penna). “La bellezza salverà il mondo”: lo si sente dire spesso ma a Crotone, che di bellezze ne ha pure tante e a volte finanche inaspettate, la funzione salvifica è rappresentata in misura maggiore dalla coerenza. Qui, infatti, spesso le cose che accadono sembrano non avere una logica, appunto, dato che tendono ad andare per conto proprio, talvolta in un modo del tutto irreale, sempre sul filo del paradosso.


di Sr* l'Impertinente

In questo lembo di Calabria, in cui già di per sé scarseggia, la coerenza sembra latitare del tutto e ciò che accade quotidianamente pare ispirato ad un film ormai datato: “Ai confini della realtà”.

Ad esempio: proprio lo stesso giorno in cui, per colpa dell’emergenza coronavirus, le scuole sono state chiuse per evitare possibili assembramenti e contagi, si svolge invece tranquillamente il mercato del primo giovedì del mese.

La conseguenza pratica è che invece di trovarsi insieme agli altri compagni di classe gli studenti locali saranno liberi di bighellonare in città, di incontrare chiunque, come nel più classico degli “sciampalè”.

O, magari, andare proprio nello stesso mercato, con commercianti provenienti da chissà dove e visitatori ben più numerosi di quanto i muri delle classi possano contenere.


“Chi ha la casa

fatta di vetro

non dovrebbe

gettare pietre

contro quella

degli altri”.

(George Herbert)


Così come accade in alcuni uffici pubblici, come ad esempio all’Inps, dove si fanno entrare persone contingentate, una decina alla volta, e le stesse non si fanno restare in sala d’attesa, come avviene di solito.

In questo modo si evita certamente l’affollamento nell’ampia sede dello stesso Istituto previdenziale, ma lo si crea al di fuori con la gente accalcata a far la fila, appiccicati gli uni agli altri, come sardine.

Assiepati al sole, al vento o al freddo ed in piedi, gli utenti sono così liberi si scambiarsi spintoni ed alitate, di esprimere la reciproca insofferenza che più volte ha richiesto l’intervento della polizia.


“Avendo visto

con quale lucidità

e coerenza logica

certi pazzi

giustificano a se stessi

e agli altri,

le loro idee deliranti,

ho perduto per sempre

la sicura certezza

della lucidità

della mia lucidità”.

(Fernando Pessoa)


La chiusura delle scuole era d’altro canto una misura ampiamente auspicata per proteggere - si diceva - soprattutto i piccoli; che poi sono stati portati senza remore a grandi feste, protetti chissà da mascherine o tutine da super eroi.

Una misura, però, anche criticata perché chi a lavoro deve pure andare non può certamente badare ai propri pargoletti e non sa a chi lasciarli o dove “depositarliper otto ore al giorno, in puro spirito di amore familiare e alla stregua di un pacco postale.

E parliamo di quegli stessi figli per cui si nutrivano grandi preoccupazioni ma che sono stati portati tranquillamente in grandi centri commerciali, in cui la concentrazione di persone è notevole così come ignota la loro provenienza.


“La sola virtù

della coerenza

è la prevedibilità,

e troppi la usano

semplicemente

per evitare

di rischiare”.

(Alfred Adler)


La coerenza manca in questa città anche nelle scelte politiche, dove tutti si lamentano dello status quo o del fatto che non si possa più continuare così, ma per poi votare e sempre le stesse persone e i soliti personaggi.

Manca, d’altro canto, anche in chi la politica la fa per davvero ma che non ha remore, magari, a farsi eleggere in un partito di sinistra per poi, alla prima occasione utile, rinnegarlo e passare a destra dopo aver annusato che il vento è cambiato.

Una coerenza che è scarsa, ancora, tra chi le regole e le leggi dovrebbe farle rispettare per poi scoprire, alla fine della fiera, che ci sono sempre persone più uguali delle altre.


“La coerenza

è il fondamento

della virtù”.

(Francis Bacon)


Tornando all’emergenza virus: si scopre ancora che la coerenza latiti anche qui dove pure il cibo e la convivialità sono stati sempre aspetti assai rilevanti. Così, nell’arco di pochissimo tempo ristoranti che proponevano menù cinese o giapponese sono passati dal super affollamento al vuoto progressivo, fino alla chiusura totale.

Il mangiar sushi, da moda per la quale vi era l’obbligo di prenotazione per l’eccessiva richiesta - tanto da favorire sempre più aperture di locali - è caduto in un pericolo incombente.


“La coerenza è

una parola umana,

ma certamente

non esprime

nulla di umano”.

(Letitia Elizabeth Landon)


Non va certo meglio anche negli altri negozi con le lanterne rosse, fino a poco tempo fa abbastanza affollati, vincendo persino la resistenza dei più schizzinosi grazie alla convenienza nei prezzi e la varietà di offerta, e che avevano perfino avuto la meglio nella difficile battaglia sul razzismo latente.

Oggi, invece, sale e casse cinesi piangono (anche quelli italiani, d’altronde, non è che se la passino di molto meglio!), con l’aggravante che i rispettivi titolari siano sempre monitorati e pronti ad essere etichettati come possibili untori del virus.


“Beati quelli che ignorano

che maturare è assistere

all’aggravarsi delle proprie

incoerenze e che questo

è il solo progresso

di cui dovrebbe

essere permesso vantarsi”.

(Emil Cioran)


Il decreto governativo emanato per l’occasione (QUI) invita tutti ad una maggiore pulizia ed a mantenere le debite distanze, così da evitare possibili contagi. Direttive che per molti crotonesi sono un’arte maneggiata assai bene, e non per una questione igienica e sanitaria ma per una supposta superiorità rispetto agli altri.

Quanto proprio all’igiene - almeno a giudicare da come la città si presenti da tempo - pare infatti che i cittadini abbiano però abiurato da tempo, non preoccupandosene più di tanto visto come abbandonino rifiuti dappertutto.


“Coerenza è

comportarsi

come si è

e non come

si è deciso

di essere”.

(Sandro Pertini)


La coerenza latita anche quando - e sono davvero poche le occasioni - la città riesce ad ottenere qualche buon risultato o traguardo che dir si voglia, di cui potersi addirittura fregiare con il resto del mondo.

In questi casi si pensa, infatti, più a litigare che a godersi quanto ottenuto, magari per cercare di conquistarne una primogenitura; ed è questa una delle specialità della casa: prendersi meriti che spesso non si hanno.

Di contro, nelle occasioni perse - in questo caso innumerevoli - ci si concentra invece e principalmente nel trovarne il colpevole piuttosto che capire cosa non abbia funzionato e così non ripetere errori in futuro.


“Umore instabile

e incoerenza

sono le maggiori

debolezze

della natura umana”.

(Joseph Addison)


E ancora, in una città dalle mille risorse da mettere in mostra, si finisce che le migliori si facciano chiudere, come ad esempio per il castello di Carlo V che non è certamente un caso isolato.

Infine, lo sport che qui e fin dalla storia più antica è stato quasi sempre occasione di riscatto e gloria, è diventato oggi solo un’altra occasione per scontrarsi e bisticciare con le istituzioni.

Insomma, in questo piccolo pezzetto di mondo, dove ci sono stati veramente uomini d’eccellenza che il mondo ci invidia si stenta e da sempre a scegliere quegli uomini giusti che debbano guidarla.

Tornando all’inizio, dicevamo come spesso si affermi che “la bellezza salverà il mondo” ma anche la coerenza lo renderebbe un posto più normale. E questo per Crotone sarebbe già un gran bel passo in avanti.

*Simbolo dello Stronzio