Olimpiadi 2032. Crotone, Locri, Sibari…Tutta la Magna Grecia scenario unico e affascinante per i prossimi Giochi Olimpici

4 marzo 2020, 13:00 100inWeb | di Vito Barresi

Perché le Olimpiadi del 2032 a Crotone, in una dello polis capitali della Megale Hellas? Perché qui c’è il tesoro ancestrale, il patrimonio universale naturale, materiale, culturale e immateriale, che sta alla base del movimento olimpico e del suo fuoco nel tripode. C’è il design originale, l’arte, la rappresentazione, in breve il segnale di memoria, il Dna, la genetica e la genesi depositata in un giacimento che è luogo dell’heritage sportivo, l’eredità culturale in paesaggio e cornice, di un immaginario eterno, messo gratuitamente a disposizione dello sport globale.


di Vito Barresi

La maratona olimpica lungo la Statale 106, i laghi silani e il canottaggio, le regate nel mare Jonio... scorci sì, del Pollino, di Reggio Calabria, l’Aspromonte, Gambarie, ippica e cavalli di Sibari di razza calabra... Ci vorrebbe la prosa poetica di Leonida Repaci, le rime di Costabile, la delicatezza di Calogero, la fiaba di Angelo Vaccaro, ecc. Insomma la voce dei rapsodi che hanno raccontato la nenia, la ninna nanna a intere generazione che ancora tramandano a memoria la forza ctonia e immensa di questa terra di Milone, Faillo, Astilo, e tanti altri atleti indimenticabili.

Storie, miti, leggende che sono l’imprinting degli sport in ogni tempo, passato, presente e futuro, in uno scenario praticamente rimasto immutato che costituisce una dotazione territoriale assolutamente unica, l'insieme, l'arco, il circolo che comprende tutte le antiche città scomparse della Magna Grecia, Taranto, Locri, Sibari, Cirò Marina, Caulonia, Metaponto, Crotone, Reggio Calabria, Siracusa, che si propongono come rete della Riva Sud, alla candidatura dei Giochi Olimpici 2032 (QUI).

Un’idea forza che va sempre di più suscitando interesse e ampio consenso per l’importanza che potrebbe assumere nelle nuove politiche di sviluppo del Mezzogiorno.

Quel Sud che nonostante sta sempre sul filo delle labbra dei governanti e dei politici italiani alla fine viene sempre scartato perché manca questo o quell’altro pezzo infrastrutturale tipo una strada o quant’altro pretesto, nel mentre, in positivo, si dovrebbe ambire a trasformarlo, a farlo decollare per divenire il più grande spazio geopolitico euromediterraneo in cui si incontrano non uno bensì tre continenti, l’Europa, l’Asia, e l’Africa.

Vale a dire un luogo d’eccellenza globale in cui Calabria, Sicilia, Puglia sarebbero e sono regioni poste al centro di quello che nel ricettario della storia torna ad essere il quadrante e il sestante di un mare universale dell’Umanità, il Mediterraneo che con le sue coste e i suoi fari di antica civiltà, sarà certamente e di nuovo l’ombelico del mondo.

Aria, Acqua, Terra e Fuoco, i quattro elementi necessari che sono ancora e saranno alla base dei valori, delle motivazione e dei comportamenti etici delle grandi organizzazioni sportive mondiali e olimpioniche, proprio quando altrimenti e altrove ma non in Calabria, non nell’areale geo-politico-sportivo della Magna Grecia italiana, questi territori e le loro istituzioni locali e regionali che ne sono rappresentanti, avrebbero già richiesto diritti d’autore, copyright, denominazione d’origine, marchio industriale e commerciale, capitalisticamente e finanziariamente sfruttato questo immensa dotazione, lo stock inutilizzato di risorse storiche, paesistiche e geografiche messe a disposizione dell’umanità intera.

Stiamo,infatti, parlando di un enorme patrimonio simbolico senza alcuna proprietà, un bene collettivo ma poi non tanto a dire il vero, che nel mondo contemporaneo rischia di essere banalizzato, devitalizzato, separato dalla sua anima mundi più autentica e che dovrebbe essere sottoposto a giusta e adeguata tutela per non finire contraffatto come il 'parmesan'.

Le prossime tre edizioni delle Olimpiadi sono già assegnate: quelle di questa estate verranno ospitate da Tokyo, nel 2024 toccherà a Parigi e nel 2028 a Los Angeles. Resta ancora aperta la candidatura per quelle del 2032: Firenze e Bologna hanno già mosso i primi passi concreti per poter sognare uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo.

Invece qui tutto sembra a fondo perduto, non un bene comune da salvaguardare, difendere, promuovere e valorizzare, ma res nullius, una terra di nessuno dove chiunque può venire a estrarre, utilizzare, far fruttare in altri spazi e contesti.