Santelli, governare la Regione nel Weekend col Motore Tripolare: Presidenza a Roma, Consiglio a Reggio, uffici a Catanzaro

21 febbraio 2020, 21:45 100inWeb | di Vito Barresi

Regione Calabria a tre teste, c’è chi sale e c’è chi scende sul tappeto volante del potere. Prossima fermata per una innovativa quanto sorprendente idea di “burocrazia con la valigia”, Roma Termini o Fiumicino? Parte a razzo il “motore tripolare” Roma-Reggio-Catanzaro, inventato dalla Santelli e approvato da Matteo Salvini, mentre il sogno regionalista di concentrare e rendere più incisiva ed efficiente la Regione più arcaica d’Europa rischia di svanire inesorabilmente, sotto i colpi di sonno delle trasferte e la confusione procedurale nella formulazione e gestione degli atti amministrativi.


di Vito Barresi

L’organigramma a geometria variabile della nuova catena di comando alla Regione Calabria ha preso rapidamente la sua prima forma: Presidenza con consolle operativa e cabina di regia politica nella sede di Roma, in Piazza dei Campitelli; uffici burocratici, istruttori e amministrativi di fatto decentrati nella ridente campagna di Germaneto, presso la Cittadella Regionale, un faraonico e modernissimo centro direzionale costato nei decenni miliardi di investimenti; il Consiglio Regionale con vista sullo Stretto, a Reggio dove ritrovarsi periodicamente per discutere a livello di alta classe, ricevere i vip del ceto politico istituzionale.

Sarà, come cantava Lucio Dalla, il motore del 2020 che cambierà davvero la Calabria oppure il motore tripolare, composto da tre pezzi tra loro fisicamente e geograficamente tanto distanti, con la presidenza e la Giunta regionale a Roma, gli uffici operativi a Catanzaro Lido e il Consiglio Regionale a Reggio Calabria.

Comunque sia, da Roma sarà sicuramente molto più stiloso amministrare una disastrata regione come la Calabria, che non stare qui a ciondolare inutilmente aspettando che l’aereo decolli sopra la propria testa nei lunghissimi corridoi del campus di Germaneto.

D’altronde viviamo in un epoca in cui vince e prevale l’immateriale sul materiale, anche il governo probabilmente tra poco sarà in 3D, un tempo in cui tutto si è spostato dal virtuoso al virtuale, dal cartaceo all’online, dal manuale all’automatico, dall’olio di gomito ai tweet del nuovo potere della post-politica.

Per cui, ascoltate le solite quanto dotte e ragionevoli giustificazioni di altissima e raffinatissima filosofia politica, farina del sacco di consulenti accademici di rango cosentino degni di un pensiero di Bernardino Telesio e dei memorabili panini con peperoni del mitico Lisandrone di Arcavacata, si è voluto dare immediato corso operativo alla geniale trovata della neo Governatrice part-time, Presidente a metà sull'asse Roma-Reggio-Cosenza-Catanzaro.

A cui non si può che dar credito e fiducia, sebbene sui prevedibili esiti della disposizione da cui discenderà la forza dirompente del motore tripolare messo in pista dalla Regione Calabria targata Salvini-Santelli, penda quasi il peso - per non dire altro - di una spada di Giussano a Pontida, la sagoma della secolare e antinomica cristallazione tra centro e periferia, città e campagna, concentrazione e decentramento, inclusione ed esclusione, quasi una contraddizione costituzionale, tra Stato e Regione.

C’è in campo persino l’ipotesi che la scelta tanto entusiastica quanto perentoria della nostra Sandrelli sia anche una risposta di autentica valenza sistemica sgorgata da una attenta analisi diintelligence”, nella misura in cui con essa si vorrebbe, nei fatti oltre che nelle coerenze, rispondere alle pretese avanzanti di un regionalismo differenziato con un regionalismo rettificato, per dire con una marmitta catalitica in serbo, quella che almeno eviterebbe di mettersi il passamontagna per salvare l’ambiente e il clima di Monte Cocuzzo.

Effetti davvero speciali, fenomeni quantomeno astrofisici ci aspettano, tanto che ancora una volta non si può che rimanere sorpresi, per non dire altro di fronte alle bizzarrie della politica, anche se poi non sappiamo conteggiare né confutare quali saranno, da qui al prossimo quinquennio i vantaggi che per l’economia regionale, la pubblica amministrazione regionale in efficacia, efficienza e tempestività, si potranno ricavare da questa romanizzazione del regionalismo calabrese.

Tuttavia è certo che la comparazione andrebbe fatta con i fattori reali, vale a dire su quanto è costato ai calabresi il colossale investimento che in mezzo secolo si è erogato con risorse pubbliche per dotare la Calabria intera di un centro direzionale efficiente, unico, operativo, accessibile, tecnologicamente competitivo con altre regioni d’Italia e del Mezzogiorno, situato praticamente al centro della geografia regionale, con annesso snodo viario complanare con il borgo antico del capoluogo giallorosso.

Non sappiamo, e ne restiamo pertanto smarriti, se in qualche parte seminascosta del programma elettorale della governatrice Santelli fosse contemplato questo progetto di Regione Calabria fuori sede, in trasferta libera, offshore.

Dai, lo scrollone ci voleva. In fondo ci eravamo assuefatti al gravoso dispendio di risorse prodotto dalla separazione tra sede del Consiglio e uffici di assessorati e presidenza, potrebbero per cui serviva dare una smossa alle pigrizie dei soliti neghittosi impiegati, funzionari e dirigenti, che dovranno alzare le chiappe dalle loro lucide scrivanie portando carte, fascicoli, carpette, timbri, bolli e quant’altro nella pulsante e rigenerante postazione capitolina.