Le liste regionali e le speranze “gelate”. New Deal? Is not possible!

29 dicembre 2019, 11:08 Opinioni&Contributi

In quel di Calabria è severamente vietato pronunciare qualunque principio che osi frenare le ambizioni personalistiche degli habitué di Palazzo Campanella. Il rischio del cambiamento è troppo alto ed il politico autoctono made in “Kr” è sempre pronto a dar prova della sua abilità.


di Antonino Mauro Calabretta

Ed ecco che, in poco meno di 100 chilometri, la distanza che separa la città di Pitagora da Lamezia, su quella strada statale buia e per nulla infrastrutturata, come da schema, chilometro dopo chilometro, si organizza una finta transumanza last minute in quel dell’Udc, si prende il Pd e lo si spacca in due, si tiene a sé una parte, l’altra la si svende, si cede gli scarti indifferenziati alla destra e si affida l’umido al rivale. Touché!

Negoziazione da negazione: due soggetti differenti, due motivazioni diverse, un solo risultato, il raggiungimento dello scopo, il loro di scopo.

Qui, in quel di Crotone, non basta essere stato l’amministratore unico di una ventennale SpA, piazzatasi al 106mo posto della classifica italiana per qualità della vita, per abdicare al trono.

Non basta essere annoverati tra i frequent flyer dei gironi Danteschi, facenti tappa nelle città del vino prima e dello sport dopo, alla voce “inferno”.

Ad ognuno il suo, a me cittadino un nuovo esercizio altrettanto entusiasmante: il dovere di ricordare, perché quando i ricordi diventano il presente non vi è rischio di farlo svanire come un ricordo lontano.

Affinché non possa svanire il ricordo di due amministrazioni Comunali consecutive e devastanti, frutto di scelte personalistiche, aventi come risultato il degrado e l’immobilismo; il ricordo di un prestigioso assessorato all’ambiente capace solo di relegarci a capoluogo regionale dell'immondizia; il ricordo di opere infrastrutturali mai realizzate, capaci di collegare Crotone a Sibari o a Reggio Calabria; il ricordo della nostra stazione ferroviaria oggi campo Rom o dell’aeroporto usato più come veicolo di pubblicità elettorale che di trasporto; il ricordo del nostro Ospedale sempre più fucina di voti e di impiegati amministrativi e sempre meno di medici e pazienti.

Ad ognuno il suo, a me votante dell’ultima città in Italia - oggi “affrancata” per mano di una magistratura attenta e quindi commissariata, tagliata fuori, per man loro, da ogni progetto di sviluppo - dico a me stesso: più che “oltre i limiti” si cerchi di non andare “oltre la decenza”.

“Perché ad ogni essere umano è stata donata una grande virtù: la capacità di scegliere. Chi non la utilizza, la trasforma in una maledizione e altri sceglieranno per lui”.