Il rotalupo sulla piscina e il “balletto” delle dimissioni: una “goccia” sommerge un intero “sistema di potere”

13 novembre 2019, 10:18 Sr l'impertinente

“Quando la persona soggetta ha rifiutato obbedienza, e il pubblico ufficiale ha dato le proprie dimissioni dall’incarico, allora la rivoluzione sarà compiuta” (Henry David Thoreau).


di Sr* l'impertinente

L’effetto di un rotalupo in una piscina: è quello che ha provocato il provvedimento giudiziario della Procura di Crotone nei confronti del sindaco Ugo Pugliese e dell’assessore Giuseppe Frisenda (QUI).

Un provvedimento che è stato ingiustamente sottovalutato e forse anche sminuito ma che, in realtà, ha avuto un effetto domino devastante, cancellando di fatto un intero “sistema di potere”.

Tutti, infatti, si concentrano solo su ciò che succederà a livello del mero Palazzo Comunale ma l’esito va ben oltre e investe in pieno, appunto come un rotalupo, soprattutto l’impianto di Sculcolandia.


“Sottomettersi o dimettersi”.

(Edouard Gambetta)


Quel “banaledivieto di dimora a cui sono stati sottoposti sindaco e assessore ha sortito, alla fine della fiera, una spallata non da poco al “governatorato” della coalizione di via Firenze: e lo ha fatto con poche, semplici mosse.

Ripercorriamo i fatti. Lunedì il sindaco, in sede di interrogatorio di garanzia, ha fatto sapere che si sarebbe dimesso e di conseguenza gli è stata revocata la misura a suo carico (QUI). Revoca, è bene ribadirlo, che è avvenuta a soli pochi giorni di distanza dell’emissione e ad opera dello stesso Gip, Michele Ciociola, che l’aveva emessa: insomma, senza dover attendere, come solitamente accade, il pronunciamento del Tribunale del Riesame.


“Prima di farti licenziare,

dimettiti” (Alfonso Castellano)


In una nota del legale di Pugliese, l’avvocato Francesco Laratta, è stato evidenziato tutto il clima di profonda collaborazione dimostrata dal suo assistito durante l’interrogatorio.

E se a via Firenze avevano già tirato fuori le bottiglie per festeggiare la revoca del provvedimento, che rimetteva teoricamente tutte le cose apposto, le stesse bottiglie saranno state certamente riposte al fresco, quando si è invece appreso delle dimissioni.

I soliti bene informati sostengono che quella di lasciare la sua postazione di primo cittadino sia stata una decisione autonoma di Pugliese, e non condivisa con tutto il resto della coalizione, leader compreso.


“Per quanto riguarda la presidenza,

i due giorni più felici della mia vita

sono stati quelli del mio ingresso in ufficio

e le mie dimissioni”. (Martin Van Buren)


Con l’annunciata uscita di scena del sindaco, dunque, crolla - come è evidente - tutto il “sistema” comunale, non solo a livello di giunta ma anche di apparati dirigenziali, staff e quant’altro.

Tutti gangli, cioè, sui quali Sculcolandia poteva evidentemente contare per consolidare il suo potere politico e che, invece, è sparito d’un soffio; con l’aggravante che tutto ciò accada proprio in periodo in cui serviva e di più, ovvero quello elettorale.

Ad andare a casa, oltre ad assessori e dirigenti, anche la variegata “corte dei miracoli” che dimorava in Piazza Resistenza, che tornerà a contare più nulla, dopo aver avuto l’illusione - per loro purtroppo breve - di comando.


“Casa è dove si va quando

non si ha niente di meglio da fare”.

(Margaret Thatcher)


In tutto questo, ciò che emerge è il pressoché assoluto silenzio da parte della politica, tanto di maggioranza quanto di opposizione; silenzio che, vista la gravità della situazione, è davvero assordante.

Certo, qualcuno potrebbe affermare che in questa travagliata consiliatura, una delle principali anomalie, più volte evidenziata, è che non ci sia mai stato in fondo un confine netto tra maggioranza e opposizione.

E tutto questo potrebbe anche aver condotto alla conseguenza traumatica di oggi: nessuno può dirsi innocente o, quantomeno, dichiararsi senza colpa alcuna.


“Non guardo i telegiornali,

ti fanno solo venire voglia

di rassegnare le dimissioni”.

(Richard Jenkins)


Intanto, come nelle migliori tradizioni, mentre la nave affonda si assiste all’abbandono dell’equipaggio, con motivazioni addotte talvolta risibili, come se tutti avessimo l’anello al naso!

Si è dimesso, infatti l’assessore allo sport, coinvolto insieme al Sindaco sulla vicenda piscina, sperando forse di ottenere un analogo trattamento ricevuto da Pugliese ma che così non è stato.

Dimessasi, anche, la collega Giuseppina Felice (QUI) che, a contrariamente al cognome si è detta invece amareggiata perché non le sarebbe più consentito di fare ciò che voleva, per colpa dell’apparato comunale.


“Nella politica italiana non perde mai nessuno.

Non vincono, ma non perde mai nessuno.

Dopo ogni elezione resta tutto com'è.

Io sono diverso, ho perso e lo dico a voce alta…

anche se con il nodo in gola,

perché non siamo robot”. (Matteo Renzi)


In realtà, attacchi di panico si sarebbero diffusi non solo nell’area Sculchiana quanto anche nel Partito democratico: due “compagini”, queste, da tempo legate a doppio filo e nonostante le molte smentite.

E della decisione assunta dal sindaco ma non condivisa con la coalizione, pare che Pd e area Sculco ne abbiano già discusso, forse informalmente, magari “sciacquando i panni in Arno”, o giù di lì, con tanto di presenza di consiglieri comunali, e non solo democrat.

Se così fosse, a finire nel mirino non potrebbe che essere stato proprio il primo cittadino, ritenuto presumibilmente “reo” di non aver “partecipato una scelta così fondamentale da innescare evidenti ricadute politiche (su tutti i fronti).


“Strano Paese il nostro paese:

se non ti dimetti, ti accusano

di non avere il coraggio

e la dignità di andartene;

se ti dimetti, ti rimproverano

di scappare”. (Cesare Prandelli)


Data la foga del momento immaginiamo possano essere stati irripetibili gli epiteti rivolti contro il primo cittadino, magari colpevolizzato per aver ceduto alle prime “pressioni; magari rievocando un vecchio e desueto refrain del “sindaco senza polso”.

Sarà stato certamente facile, insomma, scaricargli addosso e solo a lui (ma non ad altri?) l’incapacità politica nell’affrontare situazioni difficili? Chissà!

Ma adesso, a cose fatte, bisognerà pur guardare avanti, studiando possibili contromosse per limitare i danni. E vedere il da farsi.

E proprio questa possibile reazione (come d’altronde già accaduto quando siano stati toccati nervi scoperti, anche quanto ne abbia parlato un certo “Stronzio”) non potrebbero che testimoniare un qualche spauracchio per il possibile evolversi della situazione.


“Dimettersi. Rinunciare a un onore

per un vantaggio, o rinunciare a un vantaggio

per un vantaggio maggiore”. (Ambrose Bierce)


Effetti meno deflagranti, invece, si dovrebbero avere a livello di Provincia, visto che con le dimissioni del presidente Pugliese, almeno il Consiglio non dovrebbe essere sciolto, come avvenuto in altre occasioni.

Così, il miracolato (politicamente, s’intende) dell’Aquila resterà alla guida dell’ente intermedio e sarà lui a dover indire le elezioni del prossimo presidente: ma con calma, naturalmente. Fra qualche mese.

È giusto il caso però di ricordare al “pupillo” del governatore Oliverio che la postazione di presidenza della Provincia non porti molta fortuna, solo a pensare alle ultime esperienze vissute prima da Parrilla (QUI) e poi da Pugliese (tutti, ricordiamolo, di “area Sculchiana”).


“In Italia le dimissioni sono un atto rivoluzionario.

Fuori dal sistema. Puoi comprare un arbitro,

puoi vendere una partita; il sistema ti riassorbe.

Se ti dimetti, se ti chiami fuori, il sistema ti cancella.

E non puoi fare la rivoluzione da solo”. (Dino Zoff)


Già oggi, intanto, il sindaco ha convocato la giunta per comunicare e ufficializzare le dimissioni ai suoi assessori reduci da fughe, e da allora partirà il termine dei 20 giorni dopo i quali diventeranno effettive. Poi suonerà la campanella e tutti a casa!

Ed alla fine dell’esperienza della (terza) giunta Pugliese, ci consentano i nostri lettori un appunto che non deve, però, suonare come auto-celebrazione (vizio che non ci appartiene) su questa vicenda.

Vedere messo nero su bianco, in un’ordinanza della magistratura, ciò che scriviamo ormai da anni, non è affatto fonte di soddisfazione quanto, invece, un segnale concreto che fare questo mestiere ne vale ancora la pena. Almeno per chi persegue il valore della “schiena dritta”.

L’impressione è poi che quella che si è appena consumata sia solo una prima fase dell’opera della magistratura che adesso però potrebbe puntare anche su bersagli ancor più grossi. La caccia è aperta e noi, almeno in questa circostanza, stiamo dalla parte dei cacciatori.

*Simbolo dello Stronzio