A Chernobyl si riapre la centrale atomica ai turisti, a Crotone il Castello resta chiuso per una Fake News

3 novembre 2019, 09:25 Politica.24

Ma lo sa la “cittadina” catanzarese Anna Laura Orrico, nota esperta nazionale in apertura del Parlamento come una scatoletta del Tonno Callipo, che mentre a Crotone il Castello di Carlo V resta chiuso, praticamente per una notizia ormai priva di fondamento tecnico scientifico, in sostanza una “fake news”, a Chernobyl, dopo il successo di una miniserie Sky-Hbo, la centrale atomica è stata riaperta ai turisti e rilanciata come una nuova destinazione culturale, con visite guidate sui luoghi della catastrofe tour operator, torpedoni e percorsi per osservare il riscatto della la natura in un'area bonificata?


di Vito Barresi

Qui al Sud, dove in tanti restano e altri invece preferiscono il carrierismo politico parlamentare ottenuto senza alcun sacrificio, a causa di esagerate e allarmistiche notizie, chi resta, rigirando la minestra, non può più neanche usufruire liberamente dei beni culturali.

Quasi tutti ormai sequestrati da guarnigioni paramilitari del Mibact, da un nugolo di impiegati dello Stato che si arroga ogni diritto di apertura e chiusura di siti importanti, come nel caso del Castello di Carlo V, fortezza che continua a essere inspiegabilmente impedita all’accesso, senza neanche che il Sindaco di Crotone Ugo Pugliese sappia mettere in campo la sua autorità e riaprire alla cittadinanza lo straordinario bene culturale di questa città.

Poiché ormai ben si comprende questo andazzo e tale indifferenza, poiché avvengono strane manovre e tentativi di intimorire e minacciare quanti con giusta ragione protestano e reclamano civilmente che il Castello torni ad essere lo stemma civico più importante per i crotonesi, utilizzando l’arma dei comunicati stampa ministeriali (Orrico) (QUI) e persino l’uso repressivo del comandante facente funzioni dei Vigili Urbani di Crotone (Cogliandro), è bene che i nostri lettori sappiano e memorizzino come vengono gestiti simile emergenze.

Per dovere di cronaca se ne vuole qui tratteggiare, in rigoroso ordine cronologico, quanto avvenuto in quasi due anni di palleggiamenti vari, inutili polemiche, fake news (QUI) e carrierismo politico, inerzia e spregio dei valori culturali, da parte diodiatori istituzionali” di vario tipo che impediscono la rinascita di Capocolonna, vogliono chiudere lo Stadio “Ezio Scida”, hanno chiuso il Castello, magari vorrebbero trasportare il Museo pitagorico nei pressi del passaggio a livello di Casciolino in quel di Catanzaro Lido.

Quella che segue è la cronistoria di quanto accaduto da quando, era una bella giornata di primavera, il 4 aprile 2018 si svegliò vestita da senatrice, la dottoressa emerita Margherita Corrado che, con una lettera al sindaco di Crotone, Pugliese, segnalava con matita “giallo-verde la presenza di materiale di colore grigio-celeste con forti analogie visive con la fosforite, minerale altamente nocivo poiché contiene Uranio 238.

Il materiale, osservava la ex archeologa e supplente in materie letterarie che appena eletta avrebbe richiesto la dovuta aspettativa, si trovava:

“all’interno del Castello di Carlo V, negli spazi aperti e accessibili senza restrizioni ai visitatori tra le ex caserme Campana e Sottocampana (sedi della Biblioteca Comunale “A. Lucifero” e del Museo Civico) e i due bastioni di N-E e S-E della fortezza medesima”.

La pentastellina (che avrebbe anche potuto riferire che nel maniero si trovavano i nuovissimi uffici della Soprintendenza Regionale, aperti dall'allora vice ministro Dorina Bianchi su placet e congratulazione del Ministro Dario Franceschini, che è poi anche l’attuale titolare del dicastero, affidandone la responsabilità al dirigente Pagano nemico acerrimo e giurato della Corrado) invitava Pugliese a intervenire tempestivamente:

“per sanare quello che potrebbe configurarsi come un grave pericolo per l’incolumità pubblica, la cui responsabilità compete precipuamente alla carica istituzionale da Lei ricoperta, si resta in attesa di un cortese riscontro”.

Con una velocità solo simile a quella di Nembo Kid di fronte alla “kriptonite”, nel successivo giorno di primavera il 5 aprile 2018, Ugo Pugliese firmava l’ordinanza di interdizione dell’accesso al pubblico dell’intera area del Castello Carlo V, compresa la Biblioteca comunale e il Museo Civico, fino a nuove disposizioni che attestino la piena fruibilità dell’area o di parte di essa, a seguito dell’espletamento delle procedure previste dal D.Lgs. n.230/1995 e da ogni altra norma vigente in materia di salute e incolumità pubblica.

Inoltre faceva immediata richiesta all’Arpacal - Dipartimento Provinciale di Crotone - per l’effettuazione di indagini radiometriche volte alla verifica dei livelli di radioattività nell’area del Castello.

Tale attività di misura, effettuata il 7 marzo del 2019 (QUI),

“ha permesso di acquisire elementi sufficienti per alcune importanti determinazioni: a) la concentrazione di attività di radon outdoor nel castello, come ci si aspettava, è assolutamente in linea con i livelli di radon che abitualmente si registrano in atmosfere esterne”.

“Tra l’altro su questo punto, si è supportati da misure effettuate in altri siti contaminati da TENORM, nella città di Crotone, a 30 cm rispetto alla superficie contaminata a vista. Anche, in questi casi non sono mai stai trovati valori di concentrazione di radon superiore a 30±7 Bq/m3”.

“Ben consapevoli che si tratti di una situazione assai conservativa. b) Gli ambienti indoor osservati, pur presentandosi in una condizione non idonea per la misura del gas radon, in quanto chiusi da tempo, non meritano alcun interesse di tipo radiologico. Stante le misure osservate, la struttura primaria del castello sembra rappresentare una barriera diffusoria persino per il radon, generato dalle sorgenti estese di Tenorm, allocate nella parte limitrofa”.

“Purtuttavia, soltanto quando gli ambienti indoor torneranno a vivere, per cui personale del pubblico e lavoratori frequenteranno abitualmente il prestigioso sito, si prescrive, a solo scopo di verifica e ulteriore controllo, una misura di concentrazione di attività di radon con strumentazione passiva per un periodo di tempo non inferiore all’annualità. Questo tipo di osservazioni si effettuano solo quando gli ambienti sono vissuti”.

“Anche su quest’ultima indicazione è necessario dare elementi di ulteriore chiarezza poiché non vi è alcun obbligo di tipo normativo se non una mera applicazione di un principio di prevenzione che si concretizza con un monitoraggio passivo.”

Dunque, il Castello di Carlo V va riaperto immediatamente, come consiglia l’Arpacal (QUI).

Intanto il 9 aprile 2019 si riuniva presso la Prefettura di Crotone la Commissione Tecnica per discutere dello stato di avanzamento dei Documenti di Valutazione di Radioprotezione (DVR) relativi a tre dei progetti di bonifica nel territorio di questa Provincia, tra cui quello del Castello Carlo V (QUI), il cui progetto di bonifica è gestito dal Segretariato Regionale MIBAC che constatava quanto segue:

“Relativamente all’area del Castello Carlo V, è emerso che, nonostante le rilevazioni ARPACAL abbiano accertato la presenza di gas radon a livelli inferiori alle soglie di legge nonché la presenza di tenorm interrato in profondità e già adeguatamente isolato, il sito presenta anche un importante volume di tenorm in superficie che necessita di essere rimosso”.

“In particolare la caratterizzazione dell’area, condotta dal Segretariato Regionale MIBAC tramite un esperto qualificato, ha consentito di differenziare all’interno del Castello zone in cui la presenza di tenorm in profondità non impatta sui livelli di radioprotezione, come già emerso nel dossier di ARPACAL, da zone in cui sono necessari interventi di rimozione dei metasilicati presenti in superficie per un volume complessivo di circa 200 m 3 di materiale”.

“Nondimeno, il sig. Prefetto, atteso che il DVR è stato quasi integralmente condiviso da tutti i componenti della Commissione, salvo alcune osservazioni prontamente recepite dal Segretariato Regionale MIBAC, ha espresso parere favorevole con prescrizioni sul progetto, creando le premesse per una riapertura dell’importante sito”.

“A tal fine il Segretariato Regionale MIBAC si è impegnato a presentare il progetto definitivo della bonifica entro la fine di aprile, allegando, su espressa richiesta del Prefetto, un cronoprogramma per la conclusione dei lavori e la riconsegna del Castello Carlo V alla comunità crotonese”.

Per cui anche per il prefetto sono state “create le premesse” per una immediata riapertura del monumento.

C’è da stendere un velo pietoso, infine, su quanto orribilmente affermato in un comunicato ministeriale dalla vice ministro ai Beni Culturali, la catanzarese Anna Laura Orrico che, come si apprende nel suo curriculum, è stata dal:

“2011 – 2013 – Callipo Group – Manager per la Responsabilità Sociale d’Impresa; 2012 – 2013 – Callipo Group – Project Manager del Centenario dell’azienda Callipo Conserve Alimentari Ideazione e organizzazione degli eventi interni ed esterni all’azienda per la celebrazione dei 100 anni, coordinamento dell’immagine istituzionale con la campagna per i cento anni e la comunicazione degli eventi, relazioni con partner e fornitori aziendali per la realizzazione di attività in partnership e co-branding."

Come dire la Orrico, sarebbe la maggiore e più importante esperta nella principale materia dei desiderata pentastellini: quella di “aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno Callipo”.