La Crotone delle cose chiuse: nella “città dello sport” senza piscina ma anche senza le bici

2 novembre 2019, 08:02 Imbichi

Un piccolo paradosso in una città che spende tempo ed energie per definirsi “dello sport”, e che al contempo non riesce a garantire l’apertura di alcuni impianti sportivi, impedendo a circa cinquecento persone di allenarsi e di usufruire di servizi sportivi e ricreativi.


di Francesco Placco

In un ponte festivo solitamente dedicato alla riflessione ed alla commemorazione, non si è riusciti a trattenere lo sconforto e l’amarezza per due problematiche legate al mondo dello sport cittadino.

Sono stati pubblicati infatti ben due comunicati rivolti all’Amministrazione comunale riguardanti due grosse gatte da pelare: la riapertura della piscina olimpionica ed il rinnovo della convenzione per il Park & Ride.

Il primo comunicato, firmato da tre referenti di altrettante società sportive (Kroton Nuoto, Lacinia Nuoto e Rari Nantes), si è reso necessario per fare il punto (LEGGI) su quella che doveva essere l’imminente riapertura della piscina olimpionica.

Il Comune di Crotone ha di fatti pubblicato una manifestazione d’interesse per la gestione dell’impianto valida fino al 31 dicembre prossimo: appena un paio di mesi, dopo i quali si tornerà verosimilmente punto e a capo.

Le tre società, nel lamentare la mancanza di certezze “per l’immediato e per il futuro”, hanno ribadito la necessità di riaprire quanto prima l’impianto sportivo, dato che circa 300 persone - principalmente ragazzi in età scolastica ma anche amatori ed atleti professionisti e semi-professionisti - non sono più in grado di allenarsi.

Insomma, chiedono all’ente di battere un colpo, viste anche le precedenti rassicurazioni finora cadute nel vuoto (LEGGI).

Successivamente, è stata confermata anche la revoca della concessione per la gestione del Park & Ride, affidato alla Ciclofficina Tr22o: non solo un servizio di bike-sharing, ma anche di sensibilizzazione sociale e di attivismo.

Annunciato nel 2013 (LEGGI) e consegnato nel 2018 (LEGGI), il servizio partì effettivamente nel giugno dello stesso anno (LEGGI), ed ha funzionato ininterrottamente fino ad oggi.

E proprio oggi è stato pubblicato un lungo sfogo (LEGGI) dove il presidente della Ciclofficina ha ribadito gli sforzi ed i sacrifici fatti per garantire il servizio, ricordando che questo contava circa 200 utenti fissi che dal prossimo 4 novembre non potranno più noleggiare una bici. Un servizio a costo zero per l’ente, che nonostante le vaghe e vane promesse cesserà da qui a breve.

“Siamo stanchi di essere ignorati!”, si legge ad un certo punto del comunicato. Ed è un po’ il sunto di una situazione che accomuna non solo i ragazzi della ciclofficina, ma anche i referenti delle associazioni di nuoto, ed in senso più lato anche molti altri concittadini da tempo bloccati in qualche impasse con il Comune di Crotone, per un motivo o per un altro.

E mai come in questo caso, il paradosso è piuttosto evidente: la stessa città che ha speso tempo ed energie per dipingersi come “dello sport”, anche a fronte di tangibili risultati come il recente torneo Coni (LEGGI) - evento partito non senza polemiche (LEGGI) - pare non sia in grado di gestire i propri impianti anche a fronte del “nuovoregolamento (LEGGI), e si avvia alla fine dell’anno con circa 500 soggetti impossibilitati a proseguire le loro attività sportive e ricreative preferite.

Una piccola grande macchia sull’operato dell’amministrazione, che in tutti i modi sta cercando di mettere una toppa senza successo. E mentre si aspetta, adesso, una replica o una presa di posizione, non resta che evidenziare il fatto che lo sport, a Crotone, è tenuto in vita da tanti privati che con le loro associazioni diffondono e praticano le loro discipline preferite in modo autonomo ed indipendente.

Un’autonomia che sembra la migliore alternativa, se non l’unica, ad un ente che non è in grado di dare risposte e tempistiche certe.