“Fake news” sul Castello di Carlo V, il Governo risponde ai Verdi di Crotone

30 ottobre 2019, 20:33 Il Fatto

Halloween infuocato davanti alla porta chiusa del Castello di Carlo V, dopo la denuncia dei Verdi di Crotone che hanno “accusato” la senatrice Margherita Corrado (in passato più conosciuta per la sua qualifica di archeologa con incarichi temporanei a lei affidati dalla Soprintendenza Archeologica locale), di non aver chiarito ipotetici retroscena che avrebbero portato alla “interdizione” al pubblico della fortezza.


Alla chiusura del castello “simbolo” della città pitagorica era seguita la chiusura anche della nuova sede della Soprintendenza Mibact, inaugurata dalla vice dell’attuale Ministro Dario Franceschini, l’onorevole Dorina Bianchi.

La risposta ai Verdi, con toni evidentemente urtati e poco protocollari, arriva oggi dalla nuova e attuale viceministro di marca cinquestellina, il Sottosegretario di Stato Anna Laura Orrico (QUI).

Secondo la parlamentare catanzarese “affermare che al castello di Carlo V di Crotone non sono presenti sostanze pericolose è falso, irresponsabile e criminoso. È vero invece il contrario, come hanno evidenziato le indagini condotte da ArpaCal, Asp e Ministero per i beni e le attività culturali, quest’ultimo attraverso un tecnico qualificato, dopo la segnalazione della senatrice Margherita Corrado. Basta leggere le relazioni e chiedere ai tecnici per averne conferma”.

I Verdi di Crotone, a stretto giro di posta, rispondono immediatamente rivolgendosi direttamente al Ministro Dario Franceschini ed invitandolo a fare immediata chiarezza sul caso del Castello di Carlo V, anche in relazione al disagio che tale situazione ha provocato dopo l’immediata chiusura degli uffici all’epoca diretti dal dirigente Mario Pagano.

Sempre i Verdi a tal proposito allegano alle richieste che inoltreranno al Ministro copia della relazione dell’Arpacal dal titolo: “La Concentrazione di Attività di Radon Castello Carlo V-Crotone”.

Un resoconto, a firma del dottor Salvatore Procopio, che riporta le conclusioni dello studio del Laboratorio Fisico Ettore Majorana dell’Arpacal di Catanzaro e pubblicato sul sito dell’agenzia regionale nel marzo scorso.

Nello stesso documento, sotto il profilo della pericolosità del Castello, viene riportato inoppugnabilmente che non esista alcun allarme né per i visitatori né tanto meno per dipendenti e lavoratori, come pure per la popolazione limitrofa, affermando testualmente che:

“L’attività di misura del 07/03/2019 ha permesso di acquisire elementi sufficienti per alcune importanti determinazioni: a) la concentrazione di attività di radon outdoor nel castello, come ci si aspettava, è assolutamente in linea con i livelli di radon che abitualmente si registrano in atmosfere esterne. Tra l’altro su questo punto, si è supportati da misure effettuate in altri siti contaminati da Tenorm, nella città di Crotone, a 30 cm rispetto alla superficie contaminata a vista. Anche, in questi casi non sono mai stai trovati valori di concentrazione di radon superiore a 30±7 Bq/m3. Ben consapevoli che si tratti di una situazione assai conservativa”.

“b) Gli ambienti indoor osservati, pur presentandosi in una condizione non idonea per la misura del gas radon, in quanto chiusi da tempo - aggiungono i tecnici - non meritano alcun interesse di tipo radiologico. Stante le misure osservate, la struttura primaria del castello sembra rappresentare una barriera diffusoria persino per il radon, generato dalle sorgenti estese di Tenorm, allocate nella parte limitrofa."

Dunque, per Arpacal non esistono pericoli tanto gravi come quelli a suo tempo fin troppo allarmisticamente propagandati dalla Senatrice Corrado.

Da ciò il legittimo dubbio dei Verdi, soprattutto in un mondo invaso da falsi profili e false notizie, che si possa essere trattato di una colossale “fake news” ai danni di Crotone e dei Crotonesi (QUI).

Sullo sfondo della vicenda che vede soccombenti i servizi culturali, sostengono ancora i Verdi, “purtroppo si intravedono altre beghe e contumelie indecorose che nulla hanno a che fare con la tutela dell’ambiente e della cultura e che poco riguardano l'inalienabile diritto del pubblico cittadino, turistico, professionale e della ricerca con la fruizione piena e libera di un bene comune che ha carattere di patrimonio universale”.

Come, infatti, hanno riportato ampie cronache giornalistiche e polemiche politiche che si sono scatenate nel passato, segnalano ancora i Verdi, “tra la Senatrice Corrado e il dott. Pagano vi è stata molta ruggine e persino atti e contro atti siglati dallo stesso dirigente del Mibact”, passaggi che “potrebbero in qualche modo avere avuto anche un qualche residuo riflesso sull'imparzialità delle cariche istituzionali di varia natura, in conflitto tra loro”.

Fatti su cui qualcuno vorrebbe gettare una pietra sopra? Oppure aspetti su cui forse sarebbe bene fare piena luce, onde inficiare il prestigio delle cariche e delle istituzioni nello svolgimento della vita pubblica?