Zingaretti e l’Alleanza Regionalista, una start-up politica per portare la Calabria nel futuro del mondo

16 ottobre 2019, 14:10 100inWeb | di Vito Barresi

Non può che essere molto apprezzabile, oltre che utile alla crescita di un sano e non schizoide confronto politico in Calabria, la proposta avanzata recentemente dal segretario nazionale del PD Nicola Zingaretti, di sperimentare in questa regione un Progetto di Alleanza Politica Regionalista e Climatica tra soggetti “plurali e diversi”, coesivamente concorrenziali, che esprimono la volontà di un radicale cambio di prospettiva e di sistema per una Regione che altrimenti rischia di restare definitivamente ai margini del mutamento e della trasformazione Europea.


di Vito Barresi

Chiunque esercita il giornalismo (lavorando sul piano concreto dell’ascolto della pubblica opinione e dell'inchiesta sugli eventi che formano la trama della vita quotidiana calabrese) è consapevole quanto sia atteso e necessario il ritorno in questa terra di uno spirito di coesione, di un pensiero innovativo, di un nuovo profilo dell’élite di governo regionalista.

In breve di una nuova ragione per la politica calabrese.

Bisogno, esigenza e desiderio non di tipo carrieristico, egoistico ma collettivo, persino specialistico, che si dovrebbe articolare e sostanziare in una Nuova Alleanza Regionalista, capace di tradurre un punto di svolta, di rottura e discontinuità con il passato, in un progetto armonico di cambio operativo ai vertici delle strutture amministrative e dirigenziali della Regione Calabria.

Pur non essendo casa facile rompere definitivamente ogni legame con le logiche del passato, bisogna aprirsi ai grandi temi economici, ambientali, infrastrutturali, culturali e solidali posti dell'attuale fase politica nazionale e internazionale, riposizionando la Regione Calabria nell'immenso e sempre più strategico cono di luce geopolitico del Mediterraneo.

Non starò qui a discettare quale sia il significato del termine “Alleanza" usato dal segretario del Pd.

Ma certo è che Zingaretti abbia voluto fare riferimento alle esperienze più avanzate in Europa, quelle stesse che stanno creando dal basso un collegamento solido e stabile tra chi governa e chi è governato, tra la dimensione evolutiva e cangiante dei territori e i sistemi centralizzati degli Stati, sempre meno Nazionali, sempre meno sovranisti, sempre più integrati dentro una dimensione normativa e decisionale europea e mondiale.

Tuttavia noi crediamo che per la Calabria sia più che mai significativo cambiare metodologia e attingere al modello dell'Alleanza, intesa come piattaforma, programma di interconnessione per rinnovare profondamente la struttura del suo regionalismo. (www.cn24tv.it/page/3385/alleanza-regionale-2020-verso-una-coalizione-di-svolta-climatica-per-una-regione-calabria-pulita-giusta-e-trasparente.html)

L'Alleanza politica intesa come piattaforma di interconnessione programmatica” rappresenterebbe una novità che va oltre le accuse mosse alle coalizioni di mero potere e di assemblaggio tecnico tra spezzoni autoreferenziali.

Questo perché, puntando sull'alternanza e la governabilità, concorrerebbe ad avvicinare sempre più, territori apparentemente marginali e abbandonati, alla più complessa rete della modernizzazione Europea, Mediterranea e mondiale.

Per questo immaginiamo, sullo dinamico di una start-up politica, pur nella ristrettezza dei tempi elettorali incombenti, che il progetto di Alleanza tra il PD, il MoVimento 5 Stelle e i Verdi Europei (tra l'altro già preconizzato con un documento di qualche anno fa dai “Verdi storici calabresi'” ... QUI) possa essere avviato e fertilmente praticato e vissuto proprio come fosse una vera "start-up" del Regionalismo italiano ed europeo.

Questa specifica “start-up” politica, potrebbe concorrere a introdurre elementi di evidente novità, utili al quadro politico nazionale, per stabilizzarlo e renderlo ancor di più performante in vista di prossime importanti scadenze come sono quelli, nel 2022, dell'elezione del nuovo presidente della Repubblica.

Certi che proprio forze diverse, ma pur sempre programmaticamente affini, chiamate al governo del Paese, come il MoVimento 5 Stelle, il PD e in linea più generale i Verdi Europei debbano puntare, in funzione di una di una autentica e propulsiva alternanza di regime e di sistema, che passa attraverso il Parlamento, al rilancio fattuale del prestigio e del carisma del Capo dello Stato, eletto anche con voti degli elettori calabresi, chiamati a breve a selezionare meritoriamente i propri rappresentanti in Consiglio Regionale.