Lettera al Ministro Gualtieri. Fisco, salutare una nuova “rottamazione” delle cartelle

3 ottobre 2019, 08:41 Calabria Domani | di Rodolfo Bava

Lettera aperta al Ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri. Illustrissimo Signor Ministro, la prego vivamente di volermi scusare se, in qualità di un “oscuro” giornalista pubblicista di periferia, oso importunarla per suggerire qualche metodo per poter reperire denaro. Ecco come:


NUOVA ROTTAMAZIONE CARTELLE ESATTORIALI

Vi è stata, nel corso dei mesi passati, la rottamazione relativa alle cartelle datate 2000-2017. Ritengo che, al fine di potere fare cassa, ma anche per una questione di giustizia sociale nei confronti degli esclusi, bisognerebbe estendere tale facilitazione anche alle cartelle pervenute nel corso del 2018 e per quelle relative al 2019, sino alla data dell'eventuale decreto. (Naturalmente da poterne beneficiare anche tutti coloro che hanno già provveduto a rateizzare il debito).

FARE PAGARE LE TASSE AI NEGOZI CINESI

In Italia - non certo detto da me, ma rilevato dai principali quotidiani nazionali - i negozi cinesi non pagano le tasse. Riprendo da un quotidiano di Prato: “L’Iva? e cosa è?”, ecco la risposta data da alcuni imprenditori cinesi ai tecnici Asci. Ed ancora: Se dovessimo pagare le tasse saremmo fuori mercato”.

È veramente un assurdo che i negozi italiani siano costretti a chiudere battenti sia per i vari balzelli da pagare che per la spietata concorrenza degli articoli orientali mentre i cinesi evadono ed inviano nel loro Paese di origine miliardi di euro.

Riprendo dal web:

“Secondo quanto appurato dall'Assessore al Comune di Prato Aldo Milone, moltissime ditte cinesi, ancora prima dei due anni della scadenza, cessano l'attività per aprirne un'altra, mediante un altro nominativo. E, così il fisco viene truffato, dato che i controlli fiscali non si effettuano mai prima dei 20 mesi di attività… ed i furbi ed intoccabili imprenditori cinesi continuano ad andare in giro con le Porche, con le Ferrari e con altre auto di lusso. Alla faccia del Governo e del popolo italiano”.

Ed ecco il giornalista Gianluca Paolucci de “La Stampa” cosa ha scritto:

“Siamo nel cuore della Chinatown cinese. Un bugigattolo di 30 metri quadri con due vetrine. Da qui sono passati 1,077 miliardi di euro in contanti”.

Penso, pertanto, che bisognerebbe formulare un apposito decreto per detti negozi, in modo che indistintamente tutti possano essere controllati, anno dopo anno, costringendoli a versare l'Iva ogni mese.

Non ottemperando a quanto prescritto verrebbe sequestrata la merce in magazzino. Senz’altro, con l’ottemperare a quanto sopra, vi sarebbero miliardi di entrate.

Inoltre, l’imposta di bollo per il trasferimento del denaro dall’Italia in Cina dovrebbe risultare almeno del 10 per cento per qualsiasi somma, dato che, sinora, i cinesi hanno sempre spezzettato gli importi per potere pagare una tariffa inferiore.

La ringrazio moltissimo per l’attenzione che vorrà prestare ai miei rilievi e, nel porgerle i sensi della mia stima, la ossequio.

Rodolfo Bava