Viaggio nelle “Indie Italiane” del 1500 quando Gesuiti e Calvinisti si contendevano l’egemonia cristiana del Mediterraneo

In tempi in cui le Religioni nel mondo talvolta sembrano, anche agli osservatori attenti, persino convulsamente rigide e contrappositive, sarà certamente d'aiuto evolutivo riscoprire piste e sentieri della conoscenza storica e non solo, proposti da storici apparentemente dimenticati, scrittori in qualche modo al tramonto, che spesero la propria esistenza in instancabili attività di ricerca, prima rimosse se non neglette, che tornano, improvvisamente, di straordinaria attualità.


di Vito Barresi


E' il caso dell'avvincente libro di Salvatore Caponetto, "Il Calvinismo nel Mediterraneo", Claudiana, che ci illumina su un segmento storiografico poco conosciuto, incrinando quelle convenzionale convinzione secondo cui lungo le sponde del mare universale le uniche fede siano state solo altre, le esclusive confessioni quelle imposte con la forza cruenta della guerra e dello scontro, oltre che con la passiva sedimentazione degli usi canonici e delle consuetudini giuridiche e quasi per 'diritto naturale'.

Non fu proprio così se con fondata immediatezza e rapidità narrativa Caponetto riesce a condurci alla riscoperta di un momento, un intervallo del tempo, in cui si scorge brillante quel continuo brulicare religioso, ideale, mentale,immaginifico, teologale, morale, che era in scena in tanti luoghi del Mediterraneo, neanche a pochi decenni dalla scoperta cattolica e colombiana del versante americano.

Nel suo libro si viaggia da Lione a Genova, dalla diaspora valdesiana di Napoli alla fine cruenta delle colonie valdesi di Calabria e Puglia, quasi fossimo ospiti delle comunità luterno-calviniste della Sicilia e della Sardegna spagnole, nel siracusano, a Palermo, a Messina, all'incontro di personaggi come Bartolomeo Bartocci, Matteo Pigafetta, Ambrogio di Messina, Battista Carioni, Girolamo e Costantino Cato, Jean Borgognone seguace degli ugonotti a Madrid.

Scorrendo le pagine nella lettura ci ritroviamo dentro una sfera nuova per quanto non totalmente inedita, tutta un altra dimensione del racconto secolare, specie quello tra l'Anno Mille e il Terzo Millennio, intrisa e intrecciata di testimonianze vitali che anticipavano a memoria nuove e più avanzate missioni intellettuali.

Studi storici, lavori di scavo, conoscenza e approfondimento su quei punti di strappo e di svolta del più antico retaggio spirituale mediterraneo, cattolico, cristiano e protestante, con un'approfondimento non reattivo ma incalzante e costruttivo delle vaste aree di scontro tra fedi, del conflitto anche crudo tra visioni del mondo, spesso apparentemente divergenti, che si ritrovano in quanto specchio della spiritualità di lunga durata nel Mediterraneo europeo.

Da qui scaturisce una mappa cognitiva, e con essa una geografia dei luoghi e dei focolai della libertà religiosa nel Mediterraneo, e nel Mezzogiorno d'Italia del 1500, che arrichisce e implementa possibile le pionieristiche indicazioni di due grandi e speculari storici del Novecento italiano, quali furono Giorgio Spini e Benedetto Croce.

Con solido argomentare Caponetto ci ha reso attuale un teatro di episodi, personaggi, vicende e storie minori (spero non erroneamente dirò micro storie, a modello Carlo Ginzburg), portandoci attorno a un telaio dimenticato dove riprova a riannodare, tanti fili, talvolta matasse, nasse da pesca, gomitoli ingarbugliati, reti da strascico, ove si dipana, forse ancora inconsciamente, senza accorgersene, una storia comune di lunga,lunghissima durata.

Oppure più modestamente davanti a un drappo sgualcito, una sindone memoriale ferita, da cui emerge un immenso e rigurgitante espansionismo cristiano, costantemente lacerato da strappi,anatemi, eresie, scismi, condanne e violenze, forse ancora mai raccolti nè in catalogo nè in unico compendio.

Il Calvinismo nel Mediterraneo di Caponetto in tal senso non è solo una "retrouvaille" bensì un vero e proprio repertorio dei capitoli e dei paragrafi dello scontro tra cattolicesimo e calvinismo, tra Papato e Protestantesimo, oltre che in quel tipico e conosciuto ambiente urbano delle città e delle corti europee ma anche sulle aie, le piazze, i sagrati di paesi e borghi, grandi impianti civici di lontanissima fondazione, tra l'Italia e la Spagna, attraversati da conflitto e scontri religiosi, ondate e grovigli furiosi di battaglie dalle proporzioni davvero bibliche tra ebrei, cristiani, chiese d'oriente e d'occidente, ordodossia ed eterodossia, islamizzazione e crociate, riconquiste, pogrom ed esplulsioni, marranesimo e sterminio delle minorenze valdesi e pauperiste.

Comunque sia, il libro di Caponetto non si riduce mai a un banale registro di voci e di critiche, in uno consunto quaderno di recriminazioni e rivendicazioni ma ripropone con asciutta freschezza nell'agenda contemporanea i punti necessari per ripensare il dialogo, ritrovare le unità, valorizzare la diversità in base alle fonti autentiche e originali, le carte e i documenti che contribuiscono a ricomporne dai brandelli di liti e controversie, dibattiti e cause, il mosaico di un pensiero aperto, condiviso, tollerante e rigenerativo per una nuova stagione evangelizzatrice, oltre ogni logica di contrapposizione e reclutamento.