Via l’Ecomostro Teatro della Topaia. Al suo posto un Nuovo Museo Archeologico Pitagorico con i fondi di Antica Kroton

23 agosto 2019, 18:00 100inWeb | di Vito Barresi

Trasformare l'Eco Mostro Teatro della Topaia nel Nuovo Museo Archeologico Pitagorico. Un'idea sostenibile con i fondi Antica Kroton per rimediare ai guasti di un colossale fallimento. La proposta è semplice, qui si tratta di un'idea non peregrina ma realistica, ragionevolissima, praticabile. Che s'avanza per porre fine agli evidenti guasti di un colossale fallimento che ha le sembianze di un vero Ecomostro in mezzo al centro della Città.


di Vito Barresi

Un pessimo biglietto da visita per i turisti, un violento pugno in faccia alla bellezza di questa città. Svegliamoci, urliamo insieme, spezziamo la catena di omertà che lo protegge e lo racchiude in una sorta di invisibilità incivile, protestiamo nei confronti di un sindaco assente e incapace.

Servono idee sensate per il recupero, la ristrutturazione, il riuso intelligente. Ma lui se la spassa ogni estate in barchetta come se nulla accadesse fuori dalle “acque territoriali” del suo noto e onnipotente azionista, il centroide (che non vuol dire né cetriolo né citrullo!) Signor Sculco.

Da qui a scrivere quanto segue: perché non utilizzare una consistente parte dei fondi disponibili (e magari “sperperabili” ...) di Antica Kroton per riconvertire, in tempi rapidissimi, un’opera pubblica praticamente fallita, ridotta a una gigantesca topaia, messa in cattiva mostra proprio al centro della città, in un nuova opera utile all'economia cittadina?

Guarda un po’ dove eravamo rimasti? Al 31 agosto del 2000, giorno in cui il Consiglio comunale approvava con forbiti e magniloquenti discorsi, perepè, perepè, piripì ... parla Pasqualone, passa la parola a Peppino, Peppino rimpalla a Ugo, su tutti ci sta la Gatta Cenerentola, figlia di Gambadilegno.

Il programma strombazzato, e lo vediamo tutti a quale conclusione siamo giunti, avrebbe trasformato il volto urbanistico crotonese, un po’ come immaginare che il Commissario Basettoni a Topolinia traccia una linea e magicamente aggiusta tutto il traffico viario, qualificando il tessuto sociale, promuovendo la crescita economica, presentandolo in quanto programma d’iniziativa comunitaria (Pic) Urban II, curato dall’allora assessore comunale all’Urbanistica, Ottavio Rizzuto.

Scrivo sul “fatto mentre “circumnavigol’ecomostro del Vecchio Ospedale San Giovanni di Dio. Hanno commesso un delitto storico, devastato un antichissimo convento, distrutto una pista di pattinaggio, tagliato eucalipti secolari, spezzato il percorso di consuetudinarie strade comunitarie, divelto la targa della piazza un tempo intitolata a Carlo Turano.


Tra qualche mese il teatro comunale,

in dialetto “stu mbromu”,

compirà il suo ventesimo compleanno


Tutto per prendere i soldi dell'Europa e “distribuirlia oscuri e sconosciuti progettisti, tutto per milioni di euro sottratti alla comunità, ai crotonesi, tutto per costruire un incaglio mastodontico che sa d’imbroglio a vista.

Tra qualche mese il teatro comunale ecomostro compirà il suo ventesimo compleanno. Venti anni di sperperi, da quando in dialetto “stu mbromu” inutile ha tappato strade e intasato la viabilità urbana, provocando un impatto gravissimo in termini di inquinamento atmosferico, pressione automobilistica, degrado edilizio di un antico quartiere dei primi anni del Novecento, ecc. ecc.

Perché non rimodulare l’ormai impossibile Teatro dell'assurdo e della mala amministrazione, trasformandolo davvero in un proficuo e produttivo volano culturale della città,la piastra multiservizi al centro in un’ ampia area archeologica vocata e ricca, destinandolo solo a un nuovo, avveniristico, innovativo e avanzatissimo Museo Archeologico di Pitagora, a denominazione unica e universale?

Un museo ben progettato capace di accogliere nelle sue sale allestimenti interattivi per esporre i reperti di grande pregio e prestigio, altrimenti abbandonati nei rigurgitanti sotterranei dell'attuale Museo di via Risorgimento, dove da almeno altri venti anni non si può esporre un nuovo pezzo, dopo la famosa e mal posta “Corona di Hera”?

È possibile? Sì, nella misura in cui, verificate le ipotesi materiali e le condizioni oggettive dell'edificio, si proponga di passare a uno “step” utile, la rimodulazione shedulare del progetto in itinere, la sua trasformazione in un’opera efficiente, competitiva, concorrenziale, di evidente e palmare utilità per la cittadinanza, il turismo, il commercio, la conoscenza e la cultura.

Partiamo da due dati oggettivi. Il primo è che non si può più sopportare di essere presi per il culo da Sculco, Oliverio, Pugliese e compagnia cantante come ieri è stato con Pasqualone ogni quindici giorni per mandare a cagare e pisciare tossici, extracomunitari, cani sciolti, gatti randagi, e pantegane di varie misure certamente non europee.

Questo teatro fallito è il monumento alla vergogna pubblica numero uno nella storia del Comune di Crotone, rappresentando il plateale fallimento del progetto di costruzione di un nuovo stabile in via Poggioreale, con uno sperpero di denaro europeo di gigantesche proporzioni.


Storia di una impressionante

impresa di “menefreghismo”

pubblico e privato


La storia di tale impressionante impresa di “menefreghismo” pubblico-privato, con la copertura omertosa delle istituzioni, in primis il Tribunale e la Magistratura, poi comunale, regionale, statale ed europeo, è tutta custodita nei fascicoli progettuali depositati presso gli appositi uffici del Comune.

Il secondo elemento è rappresentato dallo stato di insufficienza e di inefficienza in cui si trova il principale Museo della città, uno tra i più importanti nel Mezzogiorno d'Italia, il Museo Statale di Crotone.

Anzi, per meglio sostenere l’idea forza del Museo Pitagora ci facciamo introdurre dai pitagorici “numeri”, eloquenti di verità inoppugnabile, che ci vengono a tal proposito forniti dalla fonte ufficiale e legittimata, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del Turismo, Direzione Generale Bilancio Servizio II Ufficio di Statistica, (Tavola 7), riguardanti i “Visitatori e Introiti di Musei Monumenti e Aree Archeologiche Statali”.

Secondo le ultime stime in proposito, il Museo Archeologico Nazionale di Crotone ha fatto registrare, a pagamento 5.792 visitatori annuali, gratuitamente 10.594 visitatori annuali, per un totale 16.386 persone, con un introito di 11.168 “euri”.

Questi visitatori sono praticamente scaraventati in una vera e propria “Casba” cutrunisa, un dedalo di viuzze in preda al disordine e alla micro delinquenza, una periferia solare ma cupa e abbandonata, che si chiama ancora non saprei dire in quale lingua straniera, afro-italiana, Centro Storico, manco Vecchia Cotrone, nemmeno Cutroni vecchia.

Per consumare una bottiglietta d'acqua o un caffé i visitatori che la richiedessero devono percorrere verso la Marina, giù in direzione via Cristoforo Colombo, circa un chilometro e mezzo; dall’altro punto dell'Agorà, verso il centro cittadino, la stessa percorrenza, tra i Portici di Piazza Vittoria.


È mai possibile che questa sia

non la città di Crotone ma

la capitale mondiale dei cretini?


Intorno al Museo non esiste un bar, una tavola calda, un ristorantino, un negozio di souvenir, un qualsivoglia punto vendita e servizi che attesti il collegamento tra turismo e cultura, tra economia commerciale e beni culturali; un deserto, il nulla assoluto, aggravato dal fatto che il Castello di Carlo V è chiuso da oltre un anno.

Tiriamo le conclusioni: è mai possibile che questa sia non la città di Crotone ma la capitale mondiale dei cretini?

10 barra 15 mila turisti, visitatori, annuali, lasciati alla mercé non si sa da chi, un bacino di consumatori, fruitori di beni e servizi, che potrebbero davvero dare un nuovo volto alla città, rivitalizzare un centro cittadino, ridotto allo sconquasso e all’abbandono, con il commercio che langue, le isole pedonali che servono solo ai maggiorenti del comune, delle banche, dello stato e del parastato.

Basterebbe essere meno arroganti, ignoranti e presuntuosi come purtroppo dimostrano di essere tali questi amministratori che sta allevando il signor Sculco, alla sua alta scuola di pubblica amministrazione e progettualità.

Sculco, te lo scrivo con schietta amicizia: mettiti a fare qualcosa di buono, per questa città, non per la prossima ma per questa attuale.

Suggerisci ai tuoi cari pupilli, capo in testa il Sindaco marinaretto che va in barchetta a spassare le vacanze, di far sì che i soldi di Antica Kroton non vengano scialacquati.

Invece di affittare il “trattore che fa le fotocopie del sottosuolo”, dove già tutti sanno che ci sono i resti archeologici, impegnati e dai ordine al tuo preposto nella stanza del sindaco, a trasformare immediatamente l'EcoMostro in versione Teatro della Topaia in un decoroso e adeguato Museo Pitagorico della Magna Grecia.