Piscina, stadio, diffide e “complotti”. Crotone sotto il fuoco dei veri problemi o delle armi di distrazione di massa?

10 agosto 2019, 09:18 Sr l'impertinente

“Come il potere deve essere delle masse, anche lo sport deve essere delle masse. Come la ricchezza deve essere di tutte le masse e le armi del popolo, anche lo sport, per la sua qualità di attività sociale, deve essere delle masse”. (Mu’ammar Gheddafi)


di Sr* l'impertinente

Crotone -almeno dall’inamovibile assessore al ramo Giuseppe Frisenda - è stata etichettata, con tutta l’enfasi possibile, come la “Città dello Sport” ma, come si sa, tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare.

In città, ad esempio, c’è di mezzo una piscina, quella olimpionica per la precisione: un luogo mitico per i risultati sportivi ottenuti dalle varie squadre e dagli atleti nel corso dei decenni ed attualmente e di fatto senza alcun gestore.

Recentemente, infatti, sono scaduti i termini del bando per l’assegnazione dell’impianto che, però, è andato deserto, come d’altronde era prevedibile.

In precedenza, invece, era gestito dal consorzio Daippo (di cui faceva parte anche lo stesso assessore Frisenda) che proprio ieri ha però riconsegnato le chiavi dell’impianto, con tanto di lettera delle tre società che compongono il consorzio, così come previsto dalla convenzione del dicembre scorso (LEGGI).

Sottolinea - sempre il consorzio - che l’impianto è adesso tornato in possesso dell’amministrazione comunale, che ne deve provvedere pertanto alla sua custodia così come della relativa attrezzatura che vi è all’interno.

Inoltre, ha auspicato che lo stesso Comune, e in tempi rapidi, possa determinarsi per la sua riapertura per renderlo fruibile ai cittadini e, soprattutto, alle società sportive.

Dopo aver ricordato che ci sono imminenti impegni agonistici per le stesse società, il consorzio rammenta anche come con la sua opera abbia contribuito a rendere effettivamente Crotone una “città dello Sport”.


“Gli sport sono un’estesa conversazione,

un monologo del corpo sociale con se stesso;

non un’immagine o un semplice riflesso,

ma un discorso autoreferenziale”. (André Scala)


Ma del come l’amministrazione sappia gestire gli impianti sportivi cittadini ne sono testimonianza, tanto per fare qualche esempio, il palazzetto del Palakrò le cui infiltrazioni d’acqua ne fanno quasi - e per così dire - un’altra piscina, o le condizioni in cui versa la pista di atletica del Settore B.

Un caso su tutti, poi, merita la vicenda dello stadio Ezio Scida, su cui l’amministrazione ha profuso negli ultimi anni il suo massimo impegno e che alla vigilia dell’inizio del campionato e dell’appuntamento di Coppa Italia, si vede ripiombare addosso (ancora una volta?) la mannaia del soprintendente Pagano sotto forma di diffida (LEGGI).


“Il problema dello sport è che nessuno ti prepara al dopo.

Non sai che è tutto molto breve, non sai che non ne avrai

tante di giornate più belle della tua vita da goderti”.

(Domenico Fioravanti)


A giugno il Comune aveva cantato vittoria per la sentenza del Tar (QUI), che era entrato nel merito ed aveva bocciato la precedente “ingiunzione” del sovrintendente che, incurante, l’ha riproposta.

L'11 luglio - senza che in precedenza nulla di concreto fosse fatto, se si esclude la pubblicazione di una manifestazione di interesse per trovare i terreni per il nuovo stadio - il Comune ha chiesto una proroga alla Soprintendenza per il mantenimento delle postazioni mobili, la tribuna coperta e la Curva Sud, su cui e però è arrivato il secco diniego da parte di Pagano che, in più, ha ricordato all’ente come il termine ultimo per lo smontaggio fosse già scaduto da lungo tempo e che qualsiasi concessione di proroga ne comprometterebbe il principio di temporaneità.


“Lo sport coincide coi costumi”.

(Henry de Montherlant)


Come se non bastasse, Pagano ha sottolineato ancora che né il Comune né tantomeno la società abbiano ottemperato in alcun modo alle prescrizioni, nonostante siano trascorsi tre anni da quando siano state impartite.

La tocca piano, poi, il sovrintendente facendo notare che l’inadempimento rappresenta un’infrazione di natura penale rispetto al Codice dei beni culturali; come dire: non tirate troppo la corda che rischiate, e non poco.

Da ciò la diffida a società ed ente per la rimozione ad horas delle strutture in oggetto, con richiesta inoltrata anche alla Procura, avvertendo che superati 60 giorni si agirà in danno.


“Lo spettacolo sportivo si dimostra ancora

una sede particolarmente adatta per inscenare

i drammi formali che assillano i sogni di una comunità,

perché ogni singola gara rappresenta un paradigma,

più o meno riuscito, che serve a regolare

e conciliare le molte contraddizioni

che attraversano la società in cui viviamo.

Succede però che ora, specie con la Tv, lo sport

rimanga sovente vittima della sua stessa

messa in scena, del suo simulacro”. (Aldo Grasso)


E così è ripartito lo psicodramma, ormai unico appuntamento estivo ricorrente a Crotone, con Comune e Società sportiva che partono al contrattacco gridando al complotto e non ritenendosi - sarebbe opportuno essere edotti su quali basi - dalla parte del torto.

Il sindaco, così, se la prende con il governo reo, a suo dire, di non volere bene alla città e accusando di aver innescato un provvedimento ad orologeria proprio alla vigilia di un appuntamento ufficiale della squadra.

Sulla stessa scia il presidente Gianni Vrenna, che preannuncia provvedimenti drastici prefigurando un accanimento contro la società con l’intento addirittura di “ucciderel’FC Crotone.


“Lo sport crea un corpo sano in una mente sana.

Naturalmente, le persone dotate di corpi e menti sane

sono certi di diventare buoni cittadini.

Un buon spirito sportivo crea un cameratismo che, a suo turno,

crea un’atmosfera in cui i mali sociali come il tribalismo

e il regionalismo non possono fiorire”. (Mohammed Siad Barre)


In città, naturalmente, non si parla d’altro, con i crotonesi che sembrano preoccuparsi per le sorti delle proprie domeniche calcistiche e dello stadio; c’è, però anche chi - controcorrente - sottolinea come il popolo Crotonese sia più preoccupato del Crotone Calcio rispetto, per esempio, a quello che sta accadendo per l’ampliamento della discarica, con i disagi che quest’ultimo potrebbe arrecare.

D'altro canto, la pratica del panem et circenses a queste latitudini e soprattutto in tempi più moderni, è un’ottima soluzione già ampiamente sperimentata: inconsapevoli delle angherie a cui il popolo è sottoposto dai potenti e dai privilegiati si accontentava di ricevere periodicamente grano e spettacoli.

A Crotone, poi, si è andati ancora oltre e si è rinunciato anche al pane a favore dei soli spettacoli. Prova ne sia il fatto che qui le uniche proteste cittadine che si ricordano, sono quelle per lo stadio o per i biglietti gratis alle giostre.

Prima o poi, però, la giostra finirà per fermarsi e i “giostrai” di turno finiranno di decidere sul futuro di questa città, dove la gente esasperata ha finito di lottare anche per il solo pane quotidiano.

* Simbolo dello Stronzio