Aeroporto Sant’Anna. Sacal, previsioni positive e senza i soldi dei Comuni crotonesi

22 luglio 2019, 08:00 Imbichi

Nel primo bilancio dello scalo pitagorico firmato Sacal troviamo investimenti per oltre quattro milioni di euro, spese manutentive e di servizio per oltre cinquanta mila euro ed oltre duecento mila euro da investire sulla promozione turistica. Il tutto, dopo appena mezzo anno di servizio a pieno regime.


di Francesco Placco

Nel bilancio consuntivo riferito al 2018 (QUI) recentemente pubblicato dalla Sacal possiamo leggere numerosi dati interessanti.

Sfondata la quota dei 3 milioni di passeggeri all’anno, con un incremento del 9,17% del traffico civile, ma soprattutto confermato il trend economico positivo: per il secondo anno consecutivo il bilancio viene chiuso in utile.

Ma a rendere il documento ancor più interessante, è la presenza - per la prima volta - dei dettagli riferiti all’aeroporto Sant’Anna di Crotone, che proprio dal 2018 e per i prossimi trent’anni verrà gestito dalla società aeroportuale calabrese e per il quale si prospetta un futuro ben definito (LEGGI).

Sebbene l’aeroporto abbia riaperto i battenti solo a giugno, ha fatto registrare numeri interessanti: 83.854 passeggeri e 271.300,22 euro di ricavi. Cifre che fanno ben sperare, specialmente a fronte di un aumento delle tratte.

Ma a saltare all’occhio sono soprattutto gli investimenti previsti: 4,4 milioni di euro per la “Messa in sicurezza del sedime aeroportuale”; 29,500 per la “Manutenzione straordinaria su canali e pertinenze”; 16,500 per “Interventi vari su deposito carburante avio”; 14.500 per la “Manutenzione straordinaria segnaletica”; 10.500 per il “Ripristino e messa a norma porte automatiche aerostazione”; 205.312,29per la promozione pubblicitaria del territorio calabrese e contestuale attivazione del punto Info-Point presso l’aerostazione passeggeri”, in ottemperanza alla convenzione 1140/2018 stipulata con la Regione Calabria.

Una pioggia di denaro non indifferente, alla quale bisogna aggiungere i 9 milioni promessi dal governo (LEGGI), che potrebbero essere impiegati - secondo le ultime indiscrezioni - proprio per finanziare l’avvio di tre nuovi collegamenti aerei con Roma, Torino e Venezia (LEGGI). Staremo a vedere.

Eppure, tra tutte le note positive del caso, non può mancare una nota stonata. Mancano all’appello infatti 240 mila euro, promessi nel 2018: parliamo del protocollo d’intesa firmato da ben 20 sindaci della provincia di Crotone (LEGGI), che si impegnarono a garantire l’importante somma al fine di valorizzare la promozione turistica del territorio.

Soldi che ad oggi esistono solo sulla carta, come possiamo leggere nello stesso bilancio: “Con riferimento a contratti stipulati con i Comuni della provincia di Crotone le somme fatturate sono pari ad € 240.000 e non è stato incassato nulla”.

Appena una riga di testo in oltre duecento pagine, che lascia trasparire quell’atteggiamento tipico della gestione superficiale delle cose. Alla crotonese, potremmo dire. Possiamo star certi che i sindaci manterranno la parola? Vedremo. Per adesso, lo scalo cittadino sembra fare incetta di finanziamenti “esterni”, con buona pace dei campanilismi che avevano allarmato i contrari alla gestione unica.

Gestione unica che ha ancora tutto da dimostrare, ma che per lo meno ha già fornito ai crotonesi un’immagine diversa della gestione di un’infrastruttura chiave del territorio.

Una gestione più attenta, programmatica e orientata alla sostenibilità economica dello scalo, che potrà arrivare solo grazie ai corretti investimenti che fino ad oggi, dopo oltre vent’anni di gestione “locale”, non si erano mai visti.