La Madonna non vota Salvini ma salva Salima. Il miracolo della Vergine di Capocolonna per la bimba di mamma ghanese

11 maggio 2019, 13:10 100inWeb | di Vito Barresi

Forse sul manifesto che annuncia il programma della Festa Settenaria della Madonna di Capocolonna (ritrovata da un contadino povero sulle rive dello Jonio, esattamente cinquecento anni addietro), qualcuno in Curia, ha dimenticato di mettere in dovuto risalto, con tanto di foto approfondimento, che l’ultimo vero, grande e 'inoppugnabile' miracolo della Madonna crotonese che qui tutti cantano 'Negra ma Bella' è stato, come un tempo racconta la leggenda del suo sacro salvataggio, l’accoglienza e la tutela di Salima, una vispa e straordinaria bimba nata a Crotone da due profughi ghanesi, la stessa neonata che il ministro Matteo Salvini, novello Erode, intendeva proscrivere ed espellere immantinentemente dal suo (sic!) patrio suolo italiano.


di Vito Barresi

Grazie alle tante preghiere e all’intercessione della Beata Vergine Maria di Capocolonna così non avvenne. Almeno a rileggere per sommi capi l’indimenticabile racconto e le inchieste giornalistiche che si susseguirono nelle pagine di Famiglia Cristiana, andato a ruba in edicola, il n.50 dell'edizione del 16 dicembre 2018, giorni 'clou' pre natalizi, una 'cover' che ormai fa immagine, testo e storia nella 'narrazione' dello scontro micidiale tra la Chiesa Cattolica e il capo della Lega Nord Matteo Salvini.

Un dissidio aspro, persino cattivo, con un anatema quasi da Anno Mille, un cubitale 'Vade Retro Salvini' che alludeva al Sa iniziale di Satana, sul tema dirimente e i valori non altrimenti negoziabili di solidarietà, fratellanza, immigrazione e accoglienza in Italia, esatto contrario di porti chiusi, respingimenti in alto mare, sovranismi anacronistici, tutto giocato in una città che insieme a Lampedusa ha accolto centinaia di migliaia di profughi, migranti, regolari e clandestini, e che ora vede in lista alle europee, un candidato ultraconservatore del luogo, Giancarlo Cerrelli, molto gradito dalla Chiesa che lo annovera nel suo sito web in quanto componente della Consulta Diocesana dei Laici, responsabile dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani, dirigente di Alleanza Cattolica, membro del comitato di redazione della rivista Kairos.

Quella di Salima è una storia che divenne nel volger breve di poche ore la copertina dell’anno, non solo per il più diffuso settimanale cattolico italiano ed europeo ma praticamente per tutta la stampa italiana, anche grazie alla ’solidarietà' di uno scatto, raccolto con affettuosa complicità da un appassionato di fotografia nonché volontario della Caritas Diocesana, Roberto Carta.

Abdellah Yousef, 28enne del Ghana, sua moglie Faith, 19enne nigeriana, incinta di tre mesi, e la loro bimba di sei mesi appena, Salima, furono fatti segno del primo ‘pogrom' dell’era democratica leghista a cinque stelle, con un editto erodiano del Ministro degli Interni Matteo Salvini che ne decretava l'immediata esplulsione dal regional hub di Sant’ Anna, a Isola Capo Rizzuto, alle porte di Crotone, una delle strutture per migranti più grandi d’Europa, per effetto del decreto Salvini, che nega accoglienza a chi ha titolo alla protezione umanitaria, eccezion fatta per i cosiddetti casi speciali.

«Sì, siamo cristiani, ma quando eravamo in Libia dovevamo dirci musulmani», disse Yousef, mettendo in evidenza quanto sia importante saper discernere con sguardo nuovo e con rispetto agli ultimi che saranno i primi, a quanti, tantissimi, che in silenzio si sono avvicinati all’Icona Mariana, cogliendone nella loro fede personale, e e nella loro inculturata religiosità, quei tratti non occidentali che la fanno meticcia, asiatica, siriana, turca, ebraica, africana, filippina, rumena, bulgara, bielorussa, ucraina, libica, egiziana, ecc.

Una parabola evangelica, una sinossi biblica quella di Yousef che cammina a piedi e con mezzi di fortuna dal Burkina Faso alla Nigeria, raggiungendo la Libia, per finire rinchiuso in un centro di detenzione, dove conosce la dolce metà di nome Faith. Passarono lunghi mesi di lavoro 'forzato', fin quando non arrivò la notte dell’imbarco su una carretta del mare.

Sotto il cielo del Mediterraneo, inghiotti dai flutti e travolti dalle onde muoiono in cinque. Poi il 'miracolo' della salvezza grazie a una nave italiana, che li sbarcò a Vibo Valentia, infine, il trasferimento a Sant’ Anna. Qui è nata Salima, la crotonese, colpita dall’editto di Salvini, notificato dagli agenti della Polizia alla mamma in lacrime.

Ma nelle stanze del Vescovo di Crotone Mons. Domenico Graziani, il prelato che è ormai a pochi mesi dalla pensione per raggiunti limiti d’età, nessuno ha inteso sottolineare ed 'enfatizzare' il senso di questo accadimento, a dargli il giusto risalto, probabilmente in quanto fin troppo 'ordinariamente' presi da altri problemi, dalla imprevista sovrapposizione della campagna elettorale europea, una competizione politica in cui dicono che il vertice della Diocesi punterebbe su un candidato molto caro alla 'gerarchia' locale, per il suo passato di ultra conservatore, leggasi Giancarlo Cerrelli, lo stesso che portò in piazza il monsignore in una manifestazione pro-life e pro-family veramente antisignana, lo stesso ogni anno, ormai da decenni, sfila 'impettito' avanti-avanti nella processione di ritorno della Sacra Immagine, tra due ali di folla debordante, sotto le insegne e lo stendardo bianco e nero del Cristo Re di Alleanza Cattolica, uno stimato avvocato canonista che ha abbandonato la toga per seguire 'il lembo del mantello' del suo nuovo redentore Matteo Salvini, che i legisti calabresi dicono sia in forte ascesa e molto quotato nel ‘cerchio magico’ del ministro leghista.

Tuttavia, in giro si sussurra, che sono in tanti i fedeli e i laici, tante donne del popolo che venerano ogni mattina l’esposizione in Cattedrale del Quadro Grande, ad aver segnalato a sua eccellenza il Vescovo Domenico Graziani, e agli organizzatori di una Festa di Popolo che in un solo mese mette in moto un consistente giro di affari (secondo alcune stime quasi pari al milione di euro), questo possibile non gradevole sbilanciamento verso il candidato leghista Cerrelli, a tal punto che girano di mano in mano più suoi santini che non quelli della Madonna, come pure quanto meno vistosa rimozione, la dimenticanza degli ultimi immigrati, dei profughi, quasi ostentatamente tangibile nel cartellone dell'evento mariano.

I sospiri, le amarezze, e le delusioni sono copiose e prendono forma in laconiche constatazioni del tipo… "ah, se ci fosse stato Mons. Agostino…”, “…. speriamo ci pensi il nuovo vescovo…”, "magari il vescovo che arriverà farà come Mons. Zuppi che a Bologna è andato ad abbracciare i fedeli della comunità islamica…” sommessamente recitate in litania privata da tanti devoti nella Basilica elevata tale in onore della Madonna Nera.

Perché, in fondo allo squillo di campanella che annuncia e scandisce una messa dopo l’altra in Cattedrale, realmente ciò che più conta in questa festa 'inquieta', partecipata da tante gente, famiglie, giovani, la moltitudine in folla solitaria degli anziani, esistenzialmente smarriti e socialmente disorientate, ciò che ha più peso, in una città simbolo che ha saputo sopportare senza urla ne schiamazzi razzisti l’immensa ondata migratoria che in trenta anni ha letteralmente consumato le strade e i vicoli di questo luogo del sud, tra un candidato alle elezioni europee che sceglie Salvini, ossia paradigmaticamente il contrario e l'avversario delle stesse scelte dell’autorità papale, su fratellanza e solidarietà con tutte le fedi del Mediterraneo, tra il piccolo leader di un leghismo locale ultra conservatore, con toni troppo volutamente sottovalutati di taglio scismatico e antipapista, e che comunque godrebbe pure dell’appoggio dei vertici diocesani, i crotonesi continuano a credere profonsamente ai ‘miracoli' della loro Madonna.

Come quello ricevuto da Salima, la bellissima bimba nata in terra di Pitagora, da due fratelli cristiani del Ghana, che ha già vinto le sue elezioni europee, conquistando il più ambito seggio parlamentare del futuro, quello della dignità e del genio femminile che per tutti noi italiani già rappresenta molto ma molto onorevolmente.