L’invito a Di Maio: restituire dignità alle Province, enti intermedi tra cittadini e Stato

2 maggio 2019, 12:50 Calabria Domani | di Rodolfo Bava

Illustrissimo Ministro Di Maio, ha perfettamente ragione nel sostenere che le Province, in passato, siano apparse dei grandiosi “impiegatifici”. Come del resto - intenderemmo aggiungere - Regioni e Ministeri.

Oggi giorno, però, non possono rappresentare ciò. Anzi, non rappresentano niente perché svuotate dalle competenze. Quindi, si è trattato di una pessima riforma. La Corte dei Conti, Sezione delle Autonomie, con la deliberazione n. 4/2018, ha infatti bocciato senza appello la Riforma Del Rio.

Recentemente anche Papa Francesco, poi, in occasione della visita in Vaticano dei Presidenti delle Province, ha sostenuto che le stesse “rappresentino un necessario polo amministrativo”, al fine di poter determinare un raccordo con il Governo Centrale.

Si è auspicato, il Pontefice, che il futuro degli enti intermedi possa rappresentare un “presidio e centro propulsore di una mentalità che sappia valorizzare il territorio”.

Rivolgendosi ai Presidenti delle Province, Bergoglio ha detto testualmente:

“Ben sapete la rilevanza che assume per il bene comune l’implementazione di progetti e di politiche che, anziché favorire l’abbandono ed il saccheggio del territorio, sono finalizzate a una sua attenta cura e a metterne in luce potenzialità e specifiche caratteristiche, senza tuttavia dare il via a stravolgimenti ambientali o allo sfruttamento indiscriminato di risorse paesaggistiche e storico – ambientali. Voi ben conoscete l’importanza di scuole e strade per il regolare procedere della vita civile e come indispensabile sfondo di ogni ordinato sviluppo”.

Per concludere con la seguente raccomandazione:

è saggezza di investire denaro e risorse umane per prevenire dissesti, disfunzioni e degrado”.

Anche l’Eu è favorevole alle Province. Del resto, in tutte le nazioni europee esiste un ente intermedio tra i comuni e le province.

Ma il colmo dei colmi in questa ingarbugliata faccenda è rappresentato da quanto segue: le Province continuano ad incamerare entrate tributarie, entrate che non possono destinare alle proprie necessità (ad esempio: per le strade e per le scuole), ma sono costrette a girarle allo Stato, che provvede a destinarle per altre funzioni.

Alla luce di quanto sopra rilevato - Illustrissimo Ministro - ci auguriamo che anche Lei possa ritenere valide le suddette e varie considerazioni.

Rodolfo Bava