Tra il dire e il fare ... Le mirabolanti realizzazioni del vice premier Di Maio

28 aprile 2019, 09:32 Calabria Domani | di Rodolfo Bava
Luigi Di Maio

Un amico, recentemente, su Facebook ha creduto opportuno di poter zittire tutti coloro i quali criticano il M5S spiattellando tutte le “realizzazioni” del Vice Premier Di Maio, elencate dal giornalista Marco Travaglio: “Molti leader - ha affermato testualmente il noto giornalista - vorrebbero riuscire a realizzare in 9 mesi punti importanti del loro programma come Di Maio”.

Un’affermazione piuttosto azzardata, almeno secondo un giornalista di periferia che cerca, invece, di spiegare come molte fra le “realizzazioni” descritte siano ancora di là da venire e quelle messe in campo non certo in modo brillante. Iniziamo dal tanto decantato Reddito di cittadinanza.

Un vero bluff. Infatti, dalle iniziali 9 milioni di persone che avrebbero dovuto beneficiarne, si è passati, poi, a cinque milioni; per poi finire a due milioni e duecentomila.

Ma neanche questa ultima previsione si è verificata, dato che, dopo un mese dall’inizio delle presentazioni delle domande, quelle richieste hanno raggiunto un milione e su cui si prevede uno sfoltimento del 25 per cento dato che non avrebbero alcun diritto di poterlo percepire.

Altro che reddito di cittadinanza. Si tratta, invece, di una somma elargita a chi vive in estrema povertà. I milioni di disoccupati, di ieri e di oggi, potranno continuare ad attendere, guardando le stelle.

L’aumento pensioni minime. Certo è stato un ottimo risultato per coloro i quali disponevano di una pensione di scarsa entità, avendo ottenuto 780 euro al mese. Ma, di grazia, è giusto che chi, invece, dispone di una pensione di pari importo, pur avendo lavorato per 40 o 45 anni versando regolarmente i contributi, continui a percepire 780 euro. Ma che giustizia sociale è mai questa?

Tutte le altre realizzazioni da venire, dal rimborso ai cittadini truffati dalle banche al progetto di salario minimo e orario garantito ai lavoratori; dal fondo milionario per le start-up al progetto del taglio del 100 per cento dell’Imu sui capannoni per le imprese; dal progetto acqua pubblica alla norma Bramini che vieta i pignoramenti della prima casa: non sappiano ancora se finiranno alla maniera del reddito di cittadinanza ed al “non aumento” delle pensioni per chi ha collezionato sul proprio groppone 40 o 45 anni di duro lavoro.

Ecco, gradiremmo che gli “aficionados” del M5S finissero di sparare fandonie!

Rodolfo Bava