Serie B. Crotone tra “occhi di lince” e gaffe arbitrali: così si distruggono i sogni. E il calcio “pulito”

11 aprile 2019, 20:26 Trasferta Libera
L'arbitro Eugenio Abbattista

Il Crotone esce sconfitto dal derby di Calabria, non soltanto per un pareggio negato nel recupero dal guardalinee Oreste Muto di Torre Annunziata, ma anche dalle decisioni del giudice sportivo.


di Cinzia Romano

Chi non avesse visto la partita e leggesse il comunicato ufficiale dopo la 13a giornata di ritorno della Serie BKT, penserebbe che la partita tra Cosenza e Crotone (LEGGI) sia stata una lotta eroica di quelle che si combattevano nell’Antica Magna Grecia rigorosamente a mani nude, quando in effetti è stata una gara giocata in maniera pacata con la giusta cattiveria agonistica da entrambe le squadre.

Di seguito le squalifiche: cinque giornate a Vladimir Golemic, per avere, al 47° del secondo tempo, cercando di avvicinarsi ad un Assistente, strattonato con veemenza un calciatore avversario causandone la caduta, e rivolto allo stesso Assistente, con una condotta evidentemente intimidatoria, espressioni gravemente minacciose.

Tre giornate a Riccardo Maniero per avere, al 51° del secondo tempo, colpito un calciatore avversario con una violenta gomitata al volto.

Sei giornate effettive di gara a Massimo Iera per avere, al 47° del secondo tempo, alzandosi dalla panchina e dirigendosi verso un assistente, contestato una decisione dello stesso spingendolo più volte e rivolgendogli espressioni ingiuriose.

Cinque giornate effettive di gara a Armando Cistaro per avere, al 47° del secondo tempo, dirigendosi verso un Assistente, contestato una decisione dello stesso spingendolo alle spalle e rivolgendogli espressioni insultanti.

Facciamo un passo indietro al giorno del match quando ognuno ha visto una realtà differente. Sul minuto siamo tutti d’accordo: era il 47° del secondo tempo, con il risultato di 1-0 per i padroni di casa quando, su calcio di punizione, Simy sigla il gol del pareggio.


Il gol annullato

e la protesta

“fantasma”


I giocatori del Crotone esultano correndo in direzione del centrocampo, mentre quelli del Cosenza alzano il braccio e Legittimo corre verso il guardalinee seguito dal resto della difesa. Passano 7 secondi dal gol e il primo assistente Muto alza la bandierina annullando la rete senza che nessuno riesca a capire la motivazione.

A quel punto ovvie le proteste nei confronti del guardalinee che si è visto accerchiato in un parapiglia generale, tutti a chiedere spiegazioni: chi aveva subito il gol diceva che era giusto annullarlo, mentre chi riteneva che fosse regolare urlava il contrario.

Capire cosa sia realmente successo è praticamente impossibile e nella concitazione anche chi si era avvicinato per cercare di placare gli animi, di sicuro aveva solo aggiunto caos al caos.

Dalle immagini trasmesse su Dazn, si vede però, che l’uomo più vicino al guardalinee indossa la maglia del Cosenza ed è anche l’unico a spingerlo indietro. Si badi bene che probabilmente l’intenzione era quella di allontanare tutti, di sicuro nella mischia non era presente lo staff medico dell’FC Crotone.

Che Abbattista volesse punire in maniera random qualche giocatore per proteste concitate ci potrebbe anche stare ed a farne le spese è stato inizialmente Golemic espulso prima della ripresa del gioco e, successivamente, Maniero per la presunta gomitata violenta al volto, vista solo da lui, sicuramente per semplice compensazione derivante da qualche senso di colpa (sbagliando due volte).

Del tutto incomprensibile e bizzarro invece, è aver identificato il dottor Iera ed il massaggiatore Cistaro come coloro che hanno spintonato ed ingiuriato l’Assistente dell’arbitro, dal momento che erano rimasti in panchina.

Forse al Signor Abbattista sfugge che non sta parlando di atleti di calcio, ma di professionisti con tanto di laurea, a differenza di un arbitro che per diventare tale ha giusto seguito un corso e sostenuto un esame.

Persone che nel mondo del calcio hanno un ruolo marginale, “prestate” a tempo nello sport e con una reputazione ottenuta lavorando, da difendere.

Peccato non poter avere la prova tv dei labiali di tutti i giocatori e di quanti erano presenti sul verde del Marulla e questo permette di fare sempre il bello ed il cattivo tempo a seconda di dove si vuole far scatenare la tempesta o splendere il sole.


I fulmini scagliati ad hoc:

tanti, adesso forse troppi


Certamente sulla società FC Crotone di fulmini scagliati ad hoc se ne sono visti tanti, adesso forse troppi, ledendo oltremisura il lavoro di quanti durante la settimana con passione e sacrificio si adoperano affinché tutto sia perfetto per disputare il match di turno: giocatori, staff tecnico, staff medico e area organizzativa.

Una società che evidentemente risulta antipatica a più di qualcuno, perché negli anni è riuscita dove molti altri hanno fallito. È stata la prima società che ha creduto in un progetto di crescita e di valorizzazione dei giovani, che ha saputo fiutare i migliori grazie anche all’attenzione del Ds Ursino, che ha dato fiducia e spazio a promesse del calcio italiano, parcheggiati nelle squadre della Primavera di grandi club e da cui sono state edificate le basi per tanti trionfi.

Il tutto mentre società con trascorsi storici da serie A fallivano perché spendevano oltre il dovuto, altre speculavano e speculano con plusvalenze fittizie per rimanere a galla, sommerse dai debiti difficilmente sanabili che li ha viste e le vede ancora sull’orlo del precipizio.

Il successo infastidisce chi non c’è l’ha, la dimostrazione si è avuta con la storica promozione e durante il primo anno di serie A, quando “gli esperti del settore” non perdevano occasione per rimarcare i pochi punti racimolati nel girone di andata.

Si esprimeva così il giornalista di Sky De Grandis in una trasmissione del 22 gennaio 2017, proponendo 18 squadre nella massima serie e dando per spacciati i calabresi:

“L’aritmetica non è opinabile, la terzultima, cioè il Crotone ha fatto 10 punti mentre la quartultima, cioè l’Empoli ne ha fatti 21, quindi la distanza di 11 punti è più alta dell’intero bottino messo da parte dal Crotone. Ipotizzando la quota salvezza a 35 punti, significherebbe che da adesso in poi (dalla 21a giornata) il Crotone deve mettere insieme 25 punti, cioè trasformarsi all’improvviso in una squadra da Europa League”.

“È possibile? Secondo me no e le tre squadre che sono andate così lente (Pescara, Palermo, Crotone), rappresentano un primato per la serie A. C’è il massimo rispetto nei confronti delle squadre che perdono, ma hanno dimostrato una povertà strutturale decisamente più ampia rispetto alle altre. In un campionato a 20 squadre ci sono problemi anche per l’interesse stesso del campionato, perché ci sono alcune società che non reggono neanche finanziariamente l’impatto con la serie A”

La risposta a queste parole, l’FC Crotone l’ha data sul campo, trasformando quello che molti definivano impossibile in possibile e rendendo entusiasmante un campionato che a volte di appassionante ha poco anche nella vittoria scudetto.


Dall’alto del Palazzo

fino agli errori arbitrali


Dall’attico del Palazzo si dovrebbe scendere ai piani bassi e farsi un giro tra le società di serie A e B per capire quali sono quelle che meritano di fare calcio. L’amarezza più grande che si assapora alla fine di un match terminato come il derby, è il sentirsi derubato di qualcosa che ad altri sarebbe stato concesso.

Gli “errori” arbitrali neanche la VAR è riuscita a cancellarli e continueranno a perpetrarsi. L’ipotetico colpo di testa di Sampirisi che avrebbe messo in fuorigioco Simy, neanche il telecronista è riuscito a percepirlo, tanto da supporre che forse avesse sfiorato la palla con il ciuffo.

Invece, il primo Assistente, signor Muto, meglio conosciuto a questo punto come “occhio di lince”, in diretta è riuscito a cogliere una presunta variazione di velocità e direzione della palla, deviata da qualche capello e per giunta coperto da almeno tre giocatori. Un fenomeno!

È questo ciò che si discute, come può essere stato visto a velocità normale, un tocco che dopo tanti replay è rimasto nel dubbio?

Nella partita casalinga con il Pescara invece, l’arbitro Rapuano, ben posizionato, non è riuscito a vedere una trattenuta su Spolli, talmente evidente da procurargli lo strappo della maglia.

Per tutto ciò che si è visto da questa estate, l’ambiente pitagorico ha poca fiducia nella correttezza e nell’onestà di chi dovrebbe dirigere in maniera imparziale.

Una giusta diffidenza se si ricordano le parole dette dal ex generale dei carabinieri Ernico Cataldi. Per chi non lo ricordasse, nel luglio scorso, a tre anni dalla nomina a lui assegnatagli dal presidente Giovanni Malagò, rassegnò le dimissioni da procuratore generale del Coni con queste parole:

“All’interno del Coni c’è una lobby potente, contraria al progetto di Malagò […]. Sapevamo, io, il presidente e i miei sostituti, che la riforma avrebbe incontrato resistenze procurandoci molti nemici. Ma qui c’è un muro che si oppone a ogni cambiamento: la giustizia è e deve restare cosa delle federazioni e nessuno super partes deve poter metterci il naso. Ho passato la vita a lottare cercando di fare giustizia e seguendo casi difficilissimi, ora mi rendo conto nello sport l’impresa è superiore alle mie forze”.

A questo punto attendiamo di vedere cosa succederà nelle ultime 5 giornate, ad iniziare proprio dalla prossima gara casalinga in cui il Crotone ospiterà la Cremonese, ma soprattutto capire quali saranno le risposte al reclamo che la società del presidente Gianni Vrenna ha inoltrato agli organi competenti, in seguito alle sanzioni comminate dal Giudice Sportivo nei confronti dei propri tesserati dopo la gara contro il Cosenza.

In ogni gara, con passione e sacrificio, si inseguono e conquistano i sogni e quanto basta poco per ledere il lavoro che una società fa durante la settimana!