Dalla “Tufolo-Mare” al “tunnel”: Crotone e quella strana voglia di incompiute

3 aprile 2019, 16:40 Imbichi

Tanti i progetti presentati nel corso degli anni, dal “recente” tunnel per raggiungere il lungomare ai nuovi ponti per superare l’Esaro, fino ai progetti più impensabili come strade rialzate e tunnel per far defluire il traffico. Il tutto mentre altre opere giacciono abbandonate e dimenticate.


di Francesco Placco

Nel valutare i nuovi percorsi stradali che collegheranno i quartieri periferici di Tufolo e Farina al centro della città, si sono trovate delle soluzioni valide.

Non solo la recente bretella per collegare Via Leoncavallo con Viale Ghandi (LEGGI), ma anche la prosecuzione della “Strada del Parco”, i cui lavori sono attualmente fermi ma per i quali si prevede di completare quanto meno il collegamento stradale fino a Piazza Saffo. Il tutto associato ad una serie di rimodulazioni di sensi unici per rendere quanto più scorrevole il traffico.

Il prossimo step però sarà la realizzazione di un famigerato collegamento stradale tra le periferie ed il lungomare.

Un sogno che ha accomunato molti degli ex amministratori cittadini, e che si è ripresentato in chiave moderna con l’idea (ancora tutta da discutere) di un tunnel. Una galleria che da Via Saffo dovrebbe sbucare nei pressi del Cimitero e che ha generato non poche ilarità (LEGGI) e dubbi (LEGGI).

Un’idea che molto probabilmente è destinata a rimanere tale, anche perché il sogno di realizzare questo collegamento è concretizzato in una delle incompiute storiche della città: la strada “Tufolo-Mare”.

Un collegamento stradale di appena 2.5 chilometri, costato 2 milioni di euro e per il quale è stato sbancato un calanco a ridosso di un’area protetta, rimasto a metà e ad oggi inutilizzabile ed irrecuperabile.

Di questa strada se ne iniziò a parlare tra il 2002 ed il 2003, ed il suo progetto venne sottoposto a valutazione nel 2004. L’annuncio dell’approvazione arrivò, con tanto di cifre, nel 2005: il Comune di Crotone avrebbe finanziato l’opera per 200 mila euro, il Cipe per 1,8 milioni.

Sembrava fatta. Ma il tracciato venne subito bloccato dalla Regione Calabria, non convinta del suo percorso troppo vicino ad un’area protetta (quella di Vrica-Stuni).

Venne così rielaborato un nuovo tracciato, sottoposto a votazione in Consiglio Comunale e approvato nel 2007 con l’ok da parte della Regione. I lavori, appaltati nel 2008 (LEGGI), fornirono numerosi dettagli sui “sottoservizi” che avrebbe portato l’opera.

L’intero costone di un calanco venne rimosso per permettere la stesa dell’asfalto, e si riuscì a realizzare circa metà del tracciato. Sembrava troppo bello per essere vero. Ed infatti, tutto si fermò!

Il primo stop al cantiere si ebbe ad un anno dalla sua inaugurazione, ed i lavori ripresero nuovamente nel 2010. Ma anche in quell’occasione, dopo pochi mesi di lavoro i cantieri chiusero nuovamente, per essere poi riaperti nel 2012.

Tutto si bloccò fino al 2015, quando venne annunciata l’ennesima riapertura per completare il tratto stradale (LEGGI). Ma a distanza di qualche settimana dall’annuncio, arrivò la doccia fredda: la Regione Calabria non avrebbe più finanziato l’opera.

Il progetto si arenò completamente, ed il primo tratto di strada realizzato (di circa un chilometro e mezzo) è ad oggi un moncone.

Insomma, sono trascorsi molto più di quei 180 giorni stimati (LEGGI) per il completamento dell’opera, e dopo la spesa e l’attesa non ci resta altro che una strada impercorribile ed inutilizzabile, che non può essere recuperata ne ammodernata. Andrebbe rifatta da zero.

Insomma, non solo la strada del Petilino (LEGGI), e come lei tante altre arterie provinciali, ma anche le strade urbane.

Abbiamo perso acqua e sapone, come recita il detto, spendendo inutilmente non solo un’ingente quantità di denaro, ma ammalando anche un numero di anni enorme, per una strada di appena due chilometri e mezzo.

Queste, insomma, le premesse di una città che prevede nel suo futuro prossimo addirittura un tunnel. Un’operazione ben più complessa, con costi decisamente più alti e profili molto più specializzati.

Ma si tratta di un’idea percorribile, dato che non siamo riusciti a realizzare neppure una semplice strada?