La “Fakenews” a Cinque Stelle della senatrice Margherita Corrado che da un anno tiene chiuso il Castello di Carlo V

19 marzo 2019, 11:06 Politica.24

Come l'avrebbero chiamata gli attivisti del MoVimento 5 Stelle, sempre pronti con accuse ed anatemi da scagliare contro gli altri che non fanno parte della loro simpatica quanto esclusiva "Setta di Santa Veneranda", sempre allerta a ostentare sui loro banchetti le scatolette di tonno ormai irrancidite e ideologicamente inquinate dal qualunquismo e dal razzismo di stampo leghista, cioè come l'avrebbe saccentemente definita la pomposa senatrice Margherita Corrado, che ponza a Roma tra le schiere grilline le sue superficiali nozioni sul nostro patrimonio storico culturale, quella che per Arpacal, ente pubblico regionale, altro non è stata che una vera e propria bufala?


di Pitagorik

La stessa che da un anno a questa parte, Ella ha propalato attraverso stampa e Tv, affermando con ampio margine di preoccupazione che il Castello di Carlo V sarebbe stato pericolosamente radioattivo, inzuppato di radon e altre sostanze pericolose.

Una FakeNews, una notizia falsa, smentita da un ente pubblico strumentale come Arpacal, in quanto priva di fondamento sia tecnico che scientifico, nonostante fosse stata diffusa con autorevole e allarmato accento dalla massima rappresentante del Parlamento in questi ultimi mesi non più tanto iperattiva sul territorio locale.

Niente altro che una vergognosa e smaccata 'fake news' su cui è inutile che la Senatrice cerchi di girarci intorno, ma su cui con gesto di umiltà e di autocritica farebbe bene a scusarsi per aver concorso e contribuito a tenere chiuso un luogo pubblico, un bene culturale, quel monumento e nel suo insieme, la biblioteca comunale, gli uffici e la foresteria messi a disposizione dal Comune alla Soprintendenza Archeologica, impedendone l'accesso e la fruizione di bellezza e servizi da circa un anno ai turisti, agli studenti, ai cittadini crotonesi, ecc. ecc.

La Corrado se ne faccia una ragione se questa volta le analisi dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale, dicono che l'ha sparata davvero grossa.

Spifferando ai quattro venti una notizia che si è dimostrata inesatta, la senatrice a Cinque Stelle ha, di fatto, messo nelle condizioni il Sindaco di emanare un'ordinanza sul più bel castello della Calabria, un monumento la cui valenza storica, geopolitica e strategica parla eloquentemente non solo del passato ma anche della traiettoria futura di questa città del Mediterraneo.

Restando poi in silenzio sul caso, nel mentre alacremente si dedicava a supportare il Senatore Morra, Presidente della Commissione Bicamerale Antimafia, nella sua polemica politica contro il Sindaco Occhiuto, accompagnando la passeggiata di questi nuovi maggiorenti populisti tra le vie del centro storico Bruzio del Ministro dei Beni Culturali Bonisoli, restando muta e immobile sul Carlo V ma esternando a raffica sulla Tomba di Alarico e il Jolly Hotel.

Se, dunque, la straordinaria fortezza che tutti conosciamo con il nome storico di Castello di Carlo V, non è per nulla una voragine di radioattività, adesso bisognerebbe discutere se un allarme genericamente avanzato da una qualsiasi personalità politica non possa involontariamente, e talvolta incautamente, trasformarsi in un procurato allarme che provoca profondi danni materiali, disagi economici, ferite simboliche all'immagine di una città di per sé già svantaggiata come Crotone.

Osserviamo ciò perché sul tema delle politiche culturali e della gestione dei beni culturali negli ultimi decenni, specie da parte di una certa 'cricca di architetti' che ha fatto il bello e il cattivo tempo nel Comune di Crotone, sono stati già commessi molti errori e persino evidenti orrori.

Ciò per dire che in questa città troppo disinvoltamente e rapidamente si vince con una sola puntata di pochi euro il Super Enalotto parlamentare e dirigenziale, parlando molto spesso a sproposito di archeologia, colonna dorica, centro storico e beni culturali senza che nessuno si accorga del facile trucchetto che nasconde ben altri interessi.

Il senso di questo ragionamento ovviamente vuole evidenziare che la carenza di una visione di insieme produce una complessiva paralisi, persino la chiusura di straordinari siti e tesori dell'arte e dell'archeologia a danno non solo dei cittadini ma anche del turismo.